L’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso la sua International Agency for Research on Cancer (IARC) ha reso pubblica la ricerca sulla connessione tra l’alimentazione con carni rosse e lavorate e il cancro. La notizia è stata ripresa ieri 26 ottobre 2015 da un articolo dell’autorevole rivista scientica The Lancet, riferimento della comunità medica mondiale, e sta scatenando i media, gli allevatori e produttori di carne e insaccati che vedono minacciati i loro profitti.
Da sempre la comunità scientifica vegana mondiale e i milioni di vegani che quotidianamente scelgono di non nutrirsi di carne e prodotti di origine animale per motivi etici, sottolineano la pericolosità per la salute della carne di ogni specie animale, pesci compresi, anche perché, oltre a molte altre ragioni di salute, queste carni provengono per la maggioranza da allevamenti intensivi e gli animali sono pesantemente trattati con ormoni, farmaci e antibiotici.
Il professore Umberto Veronesi, figura di riferimento per quanto riguarda l’oncologia in Italia e nel mondo, si è sempre espresso per l’eliminazione della carne dalla dieta anche per i bambini in fase di svezzamento e proprio in una recente intervista (R.it del 17 settembre 2015) si era speso a favore di una dieta completamente senza carne a tutte le età, indicandone i vantaggi: “È dimostrato che i vegetariani sono dal 20 all’80% più protetti dalle malattie cardiovascolari, il 40% più protetti dal cancro e dal 20 al 60% più protetti dall’alta pressione arteriosa. Anche perché pesano in media circa il 10% in meno rispetto agli onnivori. Proteggendoci dall’obesità, il vegetarianesimo riduce il rischio di diabete e ancora malattie cardiovascolari e tumori”.
La carne e tutti i grassi di origine animale, compresi latte, formaggi e derivati, costituiscono un pericolo per la salute umana e LEAL Lega AntiVivisezionista diffonde la cultura del rispetto per tutti gli animali e per l’ambiente, sottoscrive le dichiarazioni del professor Umberto Veronesi e promuove uno stile di vita senza crudeltà. (Silvia Premoli)