CARO LUPO FORSE NON SARAI PIÙ “RIGOROSAMENTE PROTETTO”

3 Dic, 2024

Cristiano Fant
Operatore esperto in Etologia Relazionale
Responsabile LEAL Fauna Selvatica

Finalmente ci sono riusciti…o quasi! Il declassamento del grado di protezione del lupo dallo status di “rigorosamente protetto” a quello di “protetto” sta per diventare realtà. Sarà la vittoria politica di quella parte della CE che prende decisione per compiacere le proprie partnership, che gestisce il potere in base alle simpatie e alle convenienze. Una decisione antiscientifica che dimostra come la CE sia in mano agli arrivisti e non a persone preparate e competenti. Sarà anche la vittoria degli incapaci, di quegli allevatori (non tutti, per fortuna) che non sanno gestire in sicurezza i propri animali da reddito e delle associazioni di categoria che non hanno mai fatto molto per aiutarli, preferendo prendersela con il lupo piuttosto che con una politica becera (della quale evidentemente fanno parte) che non ha mai sviluppato programmi adatti a mantenere sano il mondo dell’allevamento. Sarà la vittoria della violenza che è sempre l’arma dei deboli e dei vigliacchi. Lo sostengo da sempre, il lupo è un problema politico, non sociale; è il classico capro espiatorio alle mancanze umane.
Certo, il declassamento non significa che si potrà sparare impunemente agli individui della specie a proprio piacimento, anche se in Italia, vista la politica odierna ci arriveremo molto vicino perché collusione e omertà sono sinonimi di politica, nel Belpaese. Mentre attendiamo di vedere se le parti della Commissione darà parere contrario o meno al declassamento, il Garante dei diritti europeo ha aperto un’indagine sul tema, su richiesta di ONG Client Earth, organizzazione ambientalista che utilizza la legge per proteggere la vita sulla Terra, a dimostrazione che basi scientifiche per il declassamento non ce ne sono. L’Italia è da tempo in prima linea nel chiedere il declassamento e la possibilità di sparare, dimostrando le proprie mancanze, ben note, in tema di rispetto della biodiversità, pur tutelata dalla Costituzione che sempre più appare carta straccia, da un paio d’anni a questa parte. E a gioire è in primis Fratelli d’Italia che della cultura ambientale ha bruciato da tempo la bandiera e che inneggia già al massacro, pur di tutelare un mondo, quello dell’allevamento, che è sì un’attività di rovina per la biodiversità ma che viene ancora sostenuto in quanto tradizione. Evidentemente in Italia, le tradizioni contano più della vita e della tutela dell’ambiente, quell’ambiente che ci permette di vivere e che fa del nostro Paese uno dei più belli del mondo.
Il lupo è una specie ancora a rischio, in molti Paesi della CE e dopo aver lavorato decenni per ricostruire una popolazione numericamente stabile, oggi torniamo indietro dal punto di vista culturale e normativo. Ma quando a governare non sono la scienza, il buonsenso e la professionalità i risultati non possono essere molto diversi. Viva l’ignoranza, nuovo vessillo sanguinante da sventolare a Bruxelles.

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