03/06/2025
Previsto per il 5 giugno p.v. il declassamento del lupo al Consiglio Europeo. Mentre il Medio-Evo in chiave elettoralistica torna in politica a Bruxelles, diversi Stati Membri dell’UE annunciano il mantenimento della protezione rigorosa. Nel frattempo, Earth ODV, Green Impact, LNDC Animal Protection, Nagy Tavak e One Voice, con il sostegno di altre diciassette associazioni europee, attendono l’esito del ricorso presentato alla Corte di Giustizia dell’UE per fermare questo attacco alla biodiversità.
Si avvicina il declassamento del lupo, contro la scienza, il Trattato e il diritto Europeo, ma i politici passano e i fatti restano.
Il piano annunciato da Ursula von der Leyen per ridurre lo status di protezione del lupo – in periodo pre-elezione del secondo mandato – punta a conquistare il favore di una ristretta minoranza di agricoltori, sostenuti in maniera strumentale da COPA-COGECA e dalle lobby europee dei cacciatori.
Il tentativo di declassare il lupo ha avuto successo solo grazie alla passività degli Stati Membri dell’UE, all’inspiegabile rinuncia del Parlamento Europeo ad esercitare le proprie prerogative, e all’opacità delle dinamiche decisionali all’interno della Convenzione di Berna, dove l’UE-27 detiene una posizione di maggioranza, ma è assente un processo di valutazione scientifica indipendente delle proposte avanzate dalle Parti Contraenti – spiegano le Associazioni.
Invisibile nei negoziati è stato il Commissario europeo all’Ambiente nei due mandati della Van der Leyen – completamente oscurato da una Presidente della Commissione che, in modo del tutto inusuale, ha condotto in prima persona la campagna per riaprire la “caccia” e quindi le uccisioni di una specie tutelata da uno status di protezione rigorosa.
Una deriva grave, che apre la strada a un ritorno oscurantista nel conflitto uomo-natura, in netto contrasto con tutti gli obiettivi di biodiversità dell’Unione europea.
Il pretesto per questa mossa è stato un report commissionato e finanziato dalla stessa Commissione Europea ad una società di consulenza: un documento non accademico, privo di peer review, e giudicato privo di fondamento dalla Comunità Scientifica europea impegnata sul lupo, la quale ha espresso pubblicamente a più riprese la propria contrarietà.
La risposta da Bruxelles è stata sorprendente: ignoriamo la scienza, anche se il diritto europeo non lo consente, e andiamo avanti per la nostra strada.
Anche i dati parlano chiaro: le predazioni da parte del lupo rappresentano appena lo 0,07% delle perdite tra ovini e caprini in Europa (principali target di attacchi). Eppure, nonostante le predazioni pesino in modo irrilevante nel bilancio agricolo dell’UE’ e il lupo sia ancora classificato come vulnerabile e a rischio di estinzione in molte aree Europee, la Presidente della Commissione ha sostenuto la linea dell’abbattimento. Neppure il fatto che i contribuenti europei finanziano, attraverso i fondi PAC, sia le misure di prevenzione sia le compensazioni per le predazioni subite dagli agricoltori, è servito a frenare questa pericolosa deriva politica.
Alle evidenze scientifiche si preferiscono le favole popolari, i vertici di Bruxelles ci vogliono far tornare al Medioevo.
Ma per quanto potrà durare questo scollamento dalla realtà? Le Associazioni stanno già informando l’opinione pubblica su quanto accaduto anche al fine di indirizzare le prossime elezioni locali, nazionali ed europee verso candidati che mettano concretamente l’ambiente e la biodiversità al centro.
Alcuni Stati membri – come Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca e Belgio – hanno già dichiarato l’intenzione di mantenere la protezione rigorosa del lupo. Altri, come Malta, Belgio e Ungheria, potrebbero presto unirsi a questa scelta.
Nel frattempo, cinque associazioni – Earth ODV, Green Impact, LNDC Animal Protection, Nagy Tavak e One Voice, con il sostegno di altre diciassette – hanno presentato ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per ottenere l’annullamento della decisione di declassamento. Il procedimento è in corso, nonostante le istituzioni europee abbiano preferito forzare le procedure e le tempistiche dei negoziati, pur di raggiungere un risultato immediato che, ci auguriamo, si trasformi in un boomerang elettorale.
Le Associazioni richiedono ‘una riforma seria e strutturale della normativa europea sulla natura: una riforma che superi l’attuale logica strumentale delle “liste” e degli “allegati”, ormai utilizzati a fini puramente politici, e che adotti un approccio ecosistemico e climatico, non più centrato su singole specie o habitat. Una gestione affidata a chi possiede competenze reali, etica e rispetto per la natura. Per l’Italia, chiediamo che la gestione della biodiversità sia affidata ai Carabinieri Forestali, con il supporto di una rete di Università, istituti di ricerca e un comitato etico indipendente’.
I fatti restano e i politici passano, l’arraffazzonato declassamento del lupo fatto a Bruxelles avrà un peso concreto sui candidati delle prossime elezioni locali, nazionali ed europee. Il Lupo deve restare bene collettivo e non più una merce elettorale.
Approfondimenti
Ricorso alla Corte Europea di Giustizia che richiede l’annullamento del declassamento del lupo: https://www.greenimpact.it/wp-content/uploads/2025/02/OJ_C_202500922_IT_TXT.pdf
Lista delle Associazioni proponenti e interventiste: https://www.greenimpact.it/wp-content/uploads/2025/04/2025-LUPI-Caso-Corte-UE.-Lista-Ricorrenti-e-Atto-di-intervento.pdf
Revisione accademica indipendente (E. Randi e M. Fisher, Aprile 2025) della base scientifica usata dalla Commissione Europea; la revisione dimostra che la tesi del declassamento proposta dalla Commissione Europea non ha basi scientifiche: https://www.greenimpact.it/wp-content/uploads/2025/04/Wolf-Blanco-Sundseth-2023-Review-01.04.25._.pdf
700 scienziati in tutta Europa firmano contro il declassamento del lupo: https://drive.google.com/drive/folders/13Y4fuG3OpUKY7Wtw9Y2dMbfpBVeGuyMy
IUCN-Large Carnivore Initiative (Coordinata da Dr Luigi Boitani): Dichiarazione contro il declassamento del lupo: https://www.greenimpact.it/wp-content/uploads/2024/12/Traduzione-initaliano-della-Dichiarazione-di-Large-Carnivore-Initiative-for-Europe-1.pdf
+2000 Scienziati contro l’impoverimento delle Direttive UE sulla Natura https://zenodo.org/records/14864213
Impact of predation on livestock farming – Sheep predation by wolves in the EU accounts for only 0.07% of the total number of sheep in the EU (2024): https://www.science.org/content/article/plan-allow-wolf-hunting-europe-protect-livestock-could-backfire-some-scientists-say#:
Ricorso di cinque associazioni (causa T-634/24) alla Corte di giustizia europea per l’annullamento della decisione del Consiglio di declassare il lupo alla Convenzione di Berna, 2024 Causa T-634/24: Ricorso presentato il 6 dicembre 2024 – Green Impact e altri versus Consiglio e Commissione. Il ricorso ha ricevuto il sostegno di altre 17 associazioni che hanno fatto un atto di intervento sul ricorso. Ricorrenti: Green Impact, EARTH, Nagy Tavak, One Voice, LNDC Animal Protection. Atto di intervento: LEIDAA, Federazione Nazionale Pro Natura, Io non ho paura del lupo, Animal Cross, Pole Grands Predateurs, ASPAS, Ferus, Animalista LIBERA!, Suomen eläinoikeusjuristit ry, Svenska Rovdjursföreningen, Naturskyddsföreningen, Pracownia na rzecz Wszystkich Istot, OIPA, LEAL, WWF Italia, Legambiente e ASCEL.
Ricorso alla Corte Europea di Giustizia che richiede l’annullamento del declassamento del lupo: https://www.greenimpact.it/wp-content/uploads/2025/02/OJ_C_202500922_IT_TXT.pdf
Lista delle Associazioni proponenti e interventiste: https://www.greenimpact.it/wp-content/uploads/2025/04/2025-LUPI-Caso-Corte-UE.-Lista-Ricorrenti-e-Atto-di-intervento.pdf
Ulteriori informazioni:
Corte Europea di Giustizia
Nelle sentenze del 2024 relative ai casi (C601/22 e C436/22) in Austria e Spagna, la Corte Europea di Giustizia ha confermato la necessità di mantenere una protezione rigorosa e che la necessità di garantire uno stato di conservazione favorevole del lupo prevale sulle considerazioni socio-economiche; inoltre il lupo non può essere designato come specie cacciabile a livello regionale quando il suo stato di conservazione a livello nazionale è sfavorevole.
Alcune dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea:
President von der Leyen said: “The concentration of wolf packs in some European regions has become a real danger for livestock and potentially also for humans. I urge local and national authorities to take action where necessary. Indeed, current EU legislation already enables them to do so.”
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_4330
European Commission President, Ursula von der Leyen, said: “In some European regions, wolf packs have become a real danger especially for livestock. Today, we are proposing a change of EU law that will help local authorities to actively manage wolf populations while protecting both biodiversity and our rural livelihoods.”
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_25_711
President Ursula von der Leyen said: “The comeback of wolves is good news for biodiversity in Europe. But the concentration of wolf packs in some European regions has become a real danger especially for livestock. To manage critical wolf concentrations more actively, local authorities have been asking for more flexibility. The European level should facilitate this and the process the Commission started today is an important step. I am deeply convinced that we can and will find targeted solutions to protect both, biodiversity and our rural livelihoods.”
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_6752
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