GIUSTIZIATA L’ORSA CHE HA AGGREDITO IL MOTOCICLISTA IN ROMANIA: COME IL COMPORTAMENTO UMANO HA CONTRIBUITO ALLA TRAGEDIA

GIUSTIZIATA L’ORSA CHE HA AGGREDITO IL MOTOCICLISTA IN ROMANIA: COME IL COMPORTAMENTO UMANO HA CONTRIBUITO ALLA TRAGEDIA

L’orsa, che si trovava con i suoi cuccioli quando ha attaccato il motociclista italiano, è stata abbattuta a colpi d’arma da fuoco.
“LEAL esprime la propria indignazione e ferma condanna per la decisione delle autorità rumene di giustiziare l’orsa responsabile del fatale incidente in cui ha perso la vita un motociclista italiano.
Questo tragico episodio, avvenuto mentre la vittima si era imprudentemente fermata per fotografare l’animale, richiama ancora una volta l’attenzione sulla necessità imprescindibile di responsabilità e rispetto verso la fauna selvatica.
È fondamentale ricordare che, in natura, una madre, di qualsiasi specie, protegge istintivamente i propri cuccioli da ogni possibile minaccia. L’orsa, come ogni madre, ha agito per difendere la sua prole, reagendo a una presenza percepita come un grave pericolo. Questo comportamento non può e non deve essere criminalizzato né punito con la morte.
Questo tristissimo fatto avvenuto in si inserisce purtroppo in una lunga serie di episodi di “giustizialismo” indiscriminato verso gli animali selvatici, come già tristemente accaduto in Trentino, dove diversi orsi sono stati abbattuti o catturati a seguito di incontri ravvicinati con esseri umani. In molti di questi casi, tali tragedie sono il risultato diretto della leggerezza e dell’imprudenza umana: avvicinarsi troppo agli animali selvatici, ignorando le regole di sicurezza e il rispetto delle distanze, espone sia le persone che gli animali a rischi del tutto evitabili.
LEAL ribadisce con forza che la soluzione non può e non deve essere la condanna a morte degli animali, ma una maggiore educazione e sensibilizzazione della popolazione. È cruciale informare sui comportamenti corretti da adottare in presenza di fauna selvatica, promuovere il rispetto rigoroso delle distanze di sicurezza e prevenire gli incidenti attraverso segnaletica adeguata e campagne informative mirate.
Chiediamo con urgenza alle autorità rumene e a tutte le istituzioni europee di adottare politiche di tutela e convivenza pacifica con la fauna selvatica, evitando soluzioni drastiche e profondamente ingiuste. La vita di ogni essere vivente merita rispetto incondizionato e protezione: solo così potremo costruire una società davvero civile e consapevole.
LEAL continuerà a battersi per la difesa degli animali e contro ogni forma di repressione.”

Il video documenta il momento in cui l’orsa sta per aggredire il motociclista che ha violato i confini di sicurezza per lei e la prole.


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RIAPERTURA DEL CASO M62 E DEL CUCCIOLO D’ORSO: LEAL OTTIENE NUOVE INDAGINI

RIAPERTURA DEL CASO M62 E DEL CUCCIOLO D’ORSO: LEAL OTTIENE NUOVE INDAGINI

LEAL esprime soddisfazione per l’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Trento, Dott. Enrico Borrelli, che accoglie l’opposizione all’archiviazione presentata da LEAL e altre associazioni animaliste in merito alla morte dell’orso M62 e di un cucciolo d’orso. Ad aprile e maggio 2023 furono ritrovati i cadaveri di M62, orso maschio con radiocollare, e di un cucciolo d’orso di cui non si conosceva l’identità. Le circostanze del decesso erano apparse subito poco chiare, tanto che LEAL, insieme ad altre associazioni, aveva richiesto indagini approfondite per verificare l’ipotesi di bracconaggio e aveva denunciato i fatti.

Nonostante l’esame autoptico di M62 fosse agli atti, la relazione relativa al cucciolo d’orso, pur risultando trasmessa, non era presente nel fascicolo. Questa assenza aveva portato a una precedente richiesta di archiviazione del procedimento penale.

Grazie all’opposizione di LEAL, il Giudice per le Indagini Preliminari ha ora disposto che il Pubblico Ministero proceda all’acquisizione della relazione autoptica del cucciolo entro il 15 aprile 2026, come indicato nell’ordinanza. Questa importante decisione riapre il caso e permetterà una rivalutazione dei fatti alla luce degli elementi che emergeranno da tale documentazione.

LEAL continuerà a vigilare affinché venga fatta piena luce sulle cause di queste morti e per garantire giustizia per M62 e il cucciolo d’orso.


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LEAL: “GIUSTIZIA PER L’ORSA F36 – FISSATA L’UDIENZA CONTRO L’ARCHIVIAZIONE DEL CASO”

LEAL: “GIUSTIZIA PER L’ORSA F36 – FISSATA L’UDIENZA CONTRO L’ARCHIVIAZIONE DEL CASO”

Dopo l’opposizione all’archiviazione per il procedimento penale per l’uccisione dell’orsa F36 è stata fissata per il 4 giugno 2025 alle ore 10:15 presso il Tribunale di Trento.

L’orsa F36, mamma di un cucciolo, è stata trovata morta nel settembre 2023 nei boschi di Sella Giudicarie, in provincia di Trento. Prima della sua morte, era stata condannata a morte dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, a seguito di un attacco a due cacciatori avvenuto il 30 luglio 2023. Tuttavia, l’esecuzione era stata sospesa dal TAR di Trento a seguito di un ricorso presentato da LEAL e altre associazioni animaliste.

L’autopsia ha rivelato che l’orsa è stata uccisa con un colpo di fucile al torace. Nonostante i gravi indizi raccolti, la Procura di Trento ha chiesto l’archiviazione del procedimento, decisione contro cui LEAL si è opposta fermamente considerando che i gravi indizi raccolti durante le indagini non sono stati sufficientemente valutati.

LEAL ha partecipato all’esame autoptico dell’orsa F36 attraverso una consulente tecnica, per assicurarsi che le indagini fossero condotte in modo accurato e imparziale chiedendo anche il monitoraggio del cucciolo rimasto orfano dopo l’uccisione della madre.

Gian Marco Prampolini presidente di LEAL commenta: “La morte dell’orsa F36 rappresenta un caso emblematico di come la politica locale possa influenzare negativamente la gestione delle specie protette. Nonostante le prove raccolte, la richiesta di archiviazione sembra ignorare la gravità del reato commesso. LEAL continuerà a lottare per la giustizia e per la tutela degli animali selvatici, chiedendo che i responsabili siano identificati e condannati. Speriamo che l’udienza del 4 giugno possa essere un passo importante verso la verità e la giustizia per F36.

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25 SINDACI, 1 ONOREVOLE, 110 ORSI: STIAMO DANDO I NUMERI. LETTERALMENTE

25 SINDACI, 1 ONOREVOLE, 110 ORSI: STIAMO DANDO I NUMERI. LETTERALMENTE

Recentemente 25 i sindaci della Val di Sole e della Val di Non si sono recati a Roma per mettere in luce in sede parlamentare il tema della convivenza tra gli abitanti delle vallate trentine e i grandi carnivori.

Cristiano Fant
Operatore esperto in Etologia Relazionale
Responsabile LEAL Fauna Selvatica

Sembra una cosa seria ma, a guardarla bene, non fosse per la pericolosità che vi è insita è decisamente imbarazzante pensare a questo trenino di sindaci trentini che si sono recati a Roma per parlare del “problema orsi”. Imbarazzante perché si tratta di sindaci per lo più (se non tutti) di destra che vanno a parlare con un senatore di destra (l’onorevole De Carlo, Fratelli d’Italia). Un bel concertino suonato e cantato in famiglia e con musicisti e cantanti certo non di prima scelta.
Dall’incontro sono uscite le solite cose, trite e ritrite che oramai hanno stancato tutti e non sono nemmeno più giustificabili (se mai lo sono state).
Oltre 110 orsi sembrano troppi in una provincia che si fa i conti in tasca senza considerare ogni altro aspetto. Un territorio che prima ha voluto il plantigrado ed oggi vuole disfarsene come se fosse un pacco postale perché è sempre colpa di “quelli prima” se certe cose non funzionano (beata ipocrisia!). Un territorio che guarda solo al benessere umano, dimenticando che, senza la fauna selvatica (ed i grandi carnivori in primis) il benessere se lo può scordare. Un territorio che non ha mai fatto molto per gettare le basi per una possibile convivenza, che non ha mai investito nel giusto modo i soldi ricevuti dalla UE (dove saranno finiti?) e che non ha mai creato una cultura adeguata all’accettazione dei cambiamenti necessari per la convivenza stessa. L’onorevole De Carlo dice che il ripopolamento ha superato i numeri previsti dimostrando (pur vantando una vita in montagna) di capire poco di biodiversità la quale non può mai essere gestita, se non facendo danni; parla di animali confidenti in modo preoccupante e direi che il concetto di confidente proprio gli è sfuggito di mano (già in tempi non sospetti, probabilmente), parla di convivenza impossibile tralasciando di dire che se tale è, lo è soltanto a causa dell’uomo. E mi si accappona la pelle (pur non sorprendendomi) nel leggere, ancora da parte dell’onorevole che bisogna “prendere decisioni fondate su basi scientifiche” riferendosi alla tutela del mondo agricolo e della pubblica sicurezza perché questo significa indirizzare la politica verso l’abbattimento degli orsi, l’unica strada perseguibile da parte di chi manca di un’adeguata cultura ambientale e di rispetto verso chi non appartiene alla propria specie e di conseguenza anche verso i propri conspecifici. Ancora una volta, la politica si dimostra ignorante in tema di ambiente e di convivenza con le specie che lo abitano ma soprattutto si dimostra arrogante nella misura in cui decide di spostare esseri viventi come fossero dei pacchi postali (e già questo è un grave trauma che viola le normative vigenti sul benessere animale), approfittando di loro a scopo turistico, per poi ammazzarli senza giustificazione.

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COME STANNO GLI ORSI DEL TRENTINO?

COME STANNO GLI ORSI DEL TRENTINO?

Cristiano Fant
Operatore esperto in Etologia Relazionale
Responsabile LEAL Fauna Selvatica

Cacciati, inseguiti dalle auto, disturbati, attirati con esche, incarcerati, ammazzati in forma delinquenziale e molto altro ancora. Questa è la situazione degli orsi bruni che vivono in Trentino.
Nel 2025, in pieno Terzo millennio, assistiamo ancora a comportamenti barbari da parte del sapiens che, pur definendosi specie superiore, dimostra ancora enormi limiti culturali ma non manca mai di dimostrarsi la specie più violenta che abita da sempre il nostro pianeta. In questi anni bui l’odio verso gli animali selvatici si è intensificato. Dopo aver loro permesso di tornare nei territori dai quali li avevamo cacciati, spesso portandoli quasi all’estinzione, abbiamo abbandonato quei terreni che oggi stanno velocemente e giustamente rioccupando. Certo, se parliamo di animali come il capriolo o la lepre, le preoccupazioni sono ben poche ma quando pensiamo al lupo o all’orso, la nostra grave mancanza culturale ci porta a credere di essere in pericolo. Ed ecco che l’orso si trova nella scomoda (e spesso tragica) posizione di vivere in un territorio dove il sapiens (certamente non tutti) ha rimpiazzato cultura ambientale e rispetto con ignoranza e violenza. E, comunque la si voglia vedere, la situazione appare “sfuggita di mano” (per usare un eufemismo) viste le prese di posizione degli enti nei confronti del plantigrado, spesso accusato di essere aggressivo o confidente (termini mai adeguati); quel che è peggio è che gli enti preposti alla tutela di animali e ambiente (provincie, sindaci e organi di p.g. interessati) non ottemperano a quanto previsto e, anziché adottare le misure necessarie per una adeguata convivenza tra le specie interessate (sapiens e orsi ma non solo), preferiscono passare direttamente all’abbattimento di individui non colpevoli delle accuse loro ascritte con ordinanze che si pongono palesemente in violazione delle norme, o soprassedere dinnanzi ad atti di violenza e bracconaggio nei confronti degli orsi uccisi illegalmente. Gli orsi del Trentino vivono in una condizione che era a malapena accettabile ad inizio del Novecento, quando come altre specie hanno subito uno sterminio dettato dall’ignoranza e dalla mancanza degli strumenti atti alla convivenza. Oggi, questa posizione non è più accettabile ed il comportamento tenuto nei confronti del plantigrado da parte degli enti del territorio Trentino è da considerarsi incivile e delinquenziale e poco importa che gli interventi di cattura e di abbattimento siano autorizzati dal governo nazionale e territoriale, avvallati dall’ISPRA e compiuti da personale preposto perché si tratta comunque di interventi inaccettabili sotto il profilo etico ma soprattutto normativo. Il fatto che i responsabili non vengano perseguiti dimostra chiaramente che l’interesse politico prevale sulla legge e che la stessa non è evidentemente uguale per tutti e può essere interpretata ed abusata per i propri interessi personali.

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