L’editto è stato promulgato lo scorso 22 gennaio, ma è stato reso noto solo pochi giorni fa. Sono state proibite tutte le azioni illecite che possono causare l’estinzione definitiva delle specie locali a rischio, perpetrate senza giustificati motivi religiosi o permessi legali. Il massimo consiglio religioso del paese musulmano, il consiglio degli Ulema, ha bollato queste attività come immorali, peccaminose e contro l’etica. “Chiunque prenda una vita, uccide una generazione. E questo non riguarda solo gli uomini, ma anche tutte le altre creature di Dio, specialemente se morte invano” ha dichiarato Asrorun Ni’am Sholeh, il segretario del consiglio degli Ulema, secondo quanto riportato dal Guardian. Sebbene la fatwa non sia una legge giuridica con valore legale, avrà un effetto molto importate sui credenti indonesiani. Il Paese, con i suoi 250 milioni di abitanti, è lo stato musulmano più popoloso al mondo. Ma anche fra quelli con le maggiori problematiche ambientali. Ogni anno ettari ed ettari di foresta vengono abbattuti per far spazio ad un’agricoltura sempre più intensiva. Soprattutto le coltivazioni di palma da olio rappresentano oggi la minaccia maggiore per le specie selvatiche autoctone che vedono scomparire il loro habitat naturale con una rapidità incontrollata. Nella zona di Sumatra e del Borneo la situazione si sta facendo sempre più critica e gli animali sono costretti ad uscire allo scoperto in cerca di cibo, divenendo facili prede per cacciatori di frodo senza scrupoli pronti ad ucciderli per vendere la loro carne illegalmente. Il provvedimento, ben lungi dall’essere la soluzione del problema, è certamente un passo avanti importante nella lotta al bracconaggio e nello sforzo compiuto da tanti per la protezione delle specie in via di estinzione.