“PROGETTO LEAL”: LA SOLUZIONE UMBRA PER LA CONVIVENZA SICURA TRA UOMO E FAUNA SELVATICA

“PROGETTO LEAL”: LA SOLUZIONE UMBRA PER LA CONVIVENZA SICURA TRA UOMO E FAUNA SELVATICA

La proposta del “Progetto LEAL” in Regione Umbria mira a rispondere in modo concreto e innovativo alla crescente problematica della fauna selvatica vagante, che rappresenta un rischio sia per la sicurezza stradale sia per la tutela della biodiversità locale, per ridurre sensibilmente il numero di incidenti stradali causati dall’attraversamento di animali selvatici, favorendo al contempo la naturale connettività tra gli habitat e la sopravvivenza delle specie autoctone.
La proposta sarà presentata dall’ingegnere Luciano Ratini, responsabile LEAL Ambiente per la provincia di Terni, figura di riferimento per la tutela ambientale e la salvaguardia della fauna selvatica in Umbria, grazie alla sua esperienza e al ruolo ricoperto all’interno della LEAL. Luciano Ratini porterà all’attenzione degli uffici regionali l’importanza di interventi come corridoi ecologici, sottopassi, recinzioni, gestione della vegetazione, soluzioni di illuminazione e riduzione dei rumori, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale e proteggere la biodiversità locale.
La gestione della vegetazione lungo le strade, l’installazione di soluzioni di illuminazione mirate e la riduzione dell’inquinamento acustico sono interventi fondamentali per limitare il disturbo alle specie selvatiche, come già previsto da bandi e protocolli regionali volti a promuovere pratiche favorevoli alla biodiversità animale.
Queste misure, integrate con barriere e recinzioni innovative già sperimentate con successo in Umbria, rappresentano un approccio sistemico che può portare a risultati importanti sia in termini di sicurezza che di tutela ambientale.
La proposta umbra si inserisce idealmente in un contesto internazionale in cui grandi infrastrutture verdi, come l’ecoponte Wallis Annenberg in costruzione in California, dimostrano come sia possibile conciliare sicurezza stradale e tutela della biodiversità: anche quel ponte, il più grande al mondo, collegherà habitat separati da una delle autostrade più trafficate degli Stati Uniti, diventando un modello globale per la riconnessione ecologica e la protezione della fauna selvatica.

Nella foto, il render dell’ecoponte di Wallis Annenberg, in costruzione in California

California, sogno verde sull’asfalto: un ecoponte riunirà la fauna

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SCANSANO. EOLICO DA UN MILIARDO MINACCIA IL TERRITORIO

SCANSANO. EOLICO DA UN MILIARDO MINACCIA IL TERRITORIO

Ing. Luciano Ratini
Responsabile LEAL Ambiente

Il contestato maxi-impianto eolico di Scansano (Grosseto) del valore di circa un miliardo di euro, sarebbe il risultato di una decina di progetti che, combinati, porterebbero alla creazione di un gigantesco parco eolico. Questo parco andrebbe a devastare una zona tra le più belle colline, casali, poderi e agriturismi della zona, con impianti dal ciclo di vita di oltre 20 anni, senza alcuna garanzia di smantellamento al termine del loro utilizzo. Si tratta di impianti dal ciclo di vita di oltre 20 anni, senza la minima garanzia che al termine della quale vengano poi smantellati.
Il problema, a livello tecnico, è evidente: in questa splendida realtà agricola, il vento non è costante, come dimostrato da analisi tecniche condotte con droni e satelliti.
Si auspica un confronto con le varie comunità, sia istituzionali che non. Da parte mia, verificherò i vari progetti e le eventuali autorizzazioni, inclusi i codici ambientali.

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LEAL APPOGGIA E SOSTIENE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL’ABBATTIMENTO DI 7 PLATANI STORICI AD ASTI

LEAL APPOGGIA E SOSTIENE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL’ABBATTIMENTO DI 7 PLATANI STORICI AD ASTI

La causa dei 7 platani storici di Corso Savona ad Asti è sempre più accesa. Gli alberi sono a rischio di abbattimento a causa pista ciclabile e costruzione di un nuovo supermercato Lidl. Roberto Brognano responsabile LEAL sezione di Torino Asti, ha preso a nome di LEAL una posizione chiara a favore della salvaguardia di questi alberi. La loro rimozione è inaccettabile e sarebbe un grave danno per l’ambiente e il patrimonio urbano. Nonostante l’esposto depositato in Procura, i presidi e i sit-in gli alberi rimangono a rischio. LEAL fa appello alla cittadinanza affinché scenda in piazza per tutelare il verde urbano e i platani patrimonio paesaggistico della città. Ogni singolo albero svolge un ruolo cruciale per la salute ambientale. Per informazioni sezionetorinoasti@leal.it

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UNA STARTUP  GRAZIE A UNA TECNOLOGIA DELLA NASA TRASFORMA L’ARIA IN PROTEINE SOSTENIBILI E PRODUCE UNA CARNE “SPAZIALE” E ANIMAL FREE

UNA STARTUP GRAZIE A UNA TECNOLOGIA DELLA NASA TRASFORMA L’ARIA IN PROTEINE SOSTENIBILI E PRODUCE UNA CARNE “SPAZIALE” E ANIMAL FREE

Air Protein è una startup innovativa con sede a Berkeley, California, che si propone di affrontare le sfide legate al cambiamento climatico e alla sostenibilità alimentare. Utilizzando una tecnologia sviluppata dalla NASA, Air Protein ha creato un metodo per produrre proteine commestibili direttamente dall’anidride carbonica presente nell’aria.

Air Protein si distingue per la sua produzione animal-free, ovvero i suoi prodotti non contengono ingredienti di origine animale. Questo approccio è motivato da ragioni etiche, ambientali e di salute, contribuendo a ridurre la sofferenza degli animali e promuovendo pratiche di produzione più sostenibili. Si allinea anche con i principi di produzione sostenibile e cruelty-free ovvero non testato su animali in nessuna fase della produzione Questo concetto è fondamentale per garantire che gli animali non subiscano sofferenze a causa di test di laboratorio, che possono comportare esperimenti dolorosi e morte.

La tecnologia utilizzata da Air Protein trasforma elementi presenti nell’aria, come l’anidride carbonica, in proteine alimentari, eliminando così la necessità di allevare animali per il cibo.

La sua capacità di produrre carne “a base d’aria” non solo affronta le problematiche legate alla produzione agricola tradizionale, ma offre anche una soluzione innovativa per ridurre le emissioni di carbonio e soddisfare le crescenti esigenze nutrizionali della popolazione.
Air Protein sfrutta un processo di fermentazione che coinvolge batteri idrogenotrofi, i quali sono alimentati con CO2. Questi batteri trasformano la CO2 in una polvere proteica, che può essere successivamente utilizzata per creare vari alimenti, tra cui hamburger e pasta. Questa polvere contiene circa l’80% di proteine e offre un profilo aminoacidico completo, simile a quello della carne tradizionale come manzo o pollo. È anche ricca di vitamina B12, che normalmente si integra nelle diete vegane ma anche sempre più spesso anche onnivore.
Questo approccio consente di ottenere una fonte proteica che non richiede l’uso di terreni agricoli o animali, riducendo significativamente l’impatto ambientale rispetto all’agricoltura tradizionale.

La produzione di proteine tramite Air Protein è considerata “negativa al carbonio”, poiché contribuisce a ridurre la quantità di CO2 nell’atmosfera. Questo è particolarmente rilevante in un contesto in cui gli allevamenti e l’agricoltura rappresentano oltre il 24% delle emissioni globali di gas serra.
Inoltre, Air Protein mira a risolvere il problema della crescente domanda alimentare: si prevede che entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi di persone, necessitando di un aumento del 70% della produzione alimentare. Secondo i fondatori, la produzione di proteine tramite Air Protein richiede significativamente meno terra rispetto all’agricoltura tradizionale. Ad esempio, una “Air Farm” può produrre la stessa quantità di proteine di una fattoria di soia grande quanto il Texas.

Dal suo lancio nel 2019, Air Protein ha raccolto oltre 107 milioni di dollari in finanziamenti per espandere le sue operazioni e sviluppare ulteriormente la sua tecnologia. La startup ha già completato una revisione normativa che conferma che le sue proteine sono considerate sicure per il consumo umano dalla FDA statunitense.
Air Protein ha già avviato la commercializzazione dei suoi prodotti nel 2019 e sta lavorando attivamente per espandere la produzione e ottenere le autorizzazioni necessarie per un’ulteriore diffusione sul mercato.

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I MARI SI STANNO SVUOTANDO E TANTI PESCI SONO A RISCHIO DI ESTINZIONE, ANCHE NOI POSSIAMO FARE QUALCOSA

I MARI SI STANNO SVUOTANDO E TANTI PESCI SONO A RISCHIO DI ESTINZIONE, ANCHE NOI POSSIAMO FARE QUALCOSA

La situazione delle specie di pesci a rischio è critica e richiede un’azione urgente, si devono intensificare gli sforzi di conservazione e migliorare la gestione delle risorse ittiche pena ulteriore perdita di biodiversità.
Recenti studi pubblicati su PloS Biology (https://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371/journal.pbio.3002773), evidenziano la necessità di garantire la sostenibilità degli ecosistemi acquatici e fanno emergere una grave crisi per le specie di pesci a rischio di estinzione I dati ottenuti mostrano come il numero di specie minacciate sia di molto più alto rispetto alle precedenti stime ufficiali.
Le cifre sono preoccupanti: il 12,7% delle specie di pesci è a rischio di estinzione, rispetto al 2,5% stimato dall’International Union for the Conservation of Nature (IUCN). Il nuovo dato deriva dall’analisi di circa 5.000 specie precedentemente non considerate a causa della mancanza di dati attendibili. Il 38% delle specie di pesci non è stato studiato adeguatamente, rendendo difficile una valutazione accurata del loro stato di conservazione. Un sistema di intelligenza artificiale ha condotto i ricercatori ad analizzare le specie che precedentemente avevano dati insufficienti. Questo sistema ha portato il numero di specie a rischio da 334 a 1.671.
Le maggiori minacce alla fauna ittica sono date dalla pesca incontrollata che ha portato le specie più grandi che si riproducono più lentamente e sono più vulnerabili e vicini all’estinzione come ad esempio il tonno rosso e il pesce spada.
Anche l’inquinamento rappresenta una delle maggiori minacce, con il 57% delle specie di pesci d’acqua dolce colpite da fattori inquinanti organici (scarichi civili, agricoli, zootecnici e industriali contenenti sostanze organiche biodegradabili), inquinanti inorganici (sostanze provenienti da lavorazioni industriali (settore chimico, metallurgico, conciario), sostanze organiche di sintesi, inquinamento da idrocarburi (sversamenti di petrolio da petroliere danneggiate o naufragate, acque di lavaggio delle cisterne delle navi), inquinamento chimico (pesticidi, fertilizzanti, detergenti, prodotti chimici industriali, erbicidi, solventi organici utilizzati dalle industrie (acetone, trielina, benzene, toluene, ecc.), inquinamento da rifiuti solidi (rifiuti urbani come plastica, microplastiche, sacchetti, rifiuti industriali, inquinamento termico (scarico incontrollato di acqua a temperatura superiore per raffreddare impianti industriali), inquinamento da nutrienti (fertilizzanti e pesticidi usati in agricoltura, liquami e residui degli allevamenti, inquinamento microbiologico (batteri patogeni come legionella ed escherichia coli).
Anche il cambiamento climatico influisce sulla temperatura dell’acqua e modifica le condizioni dell’habitat di molte specie che rischiano l’estinzione.
Lo squalo bianco, ad esempio e già scomparso al 96% nel Mediterraneo, ed è considerato vulnerabile a causa della pesca eccessiva e dei cambiamenti climatici.
Se la situazione è preoccupante ciascuno di noi può tuttavia impegnarsi a contrastare l’inquinamento delle acque e l’estinzione dei pesci. Riduciamo l’uso della plastica che rappresenta una delle principali minacce per gli ecosistemi acquatici attuiamo la politica del riciclo anche per una corretta gestione dei rifiuti. Utilizziamo prodotti biodegradabili, scegliamo mezzi di trasporto sostenibili e evitiamo i prodotti usa e getta privilegiando prodotti durevoli.
Non stanchiamo di sensibilizzare, informare e impegniamoci a promuovere e supportare leggi e norme che proteggano le acque e la fauna acquatica.

Leggi un altro nostro articolo sull’argomento:https://leal.it/2020/07/03/leal-animalismo-e-ambiente-lasciamo-i-pesci-al-mare-e-scegliamo-vegan/

LEAL si batte per una scelta vegan e per un consumo consapevole nel rispetto del pianeta e per la difesa dell’ambiente. Non mangiamo e vestiamo animali.

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