Nonostante l’intensificazione dell’attività anti-bracconaggio del Corpo Forestale dello Stato toscano, le uccisioni dallo scorso dicembre si sono intensificate, con una media di quasi un lupo mese. Secondo quanto riportato da un articolo pubblicato su Geapress, infatti, il lupo ritrovato senza vita con le zampe legate nel paese di Semproniano, provincia di Grosseto, sarebbe la settima vittima dell’anno.
Ma quello della guerra ai lupi in Italia non è un fenomeno da ascrivere solo alla Maremma: all’Aspromonte alle Alpi si consumerebbe giornalmente un vero e proprio eccidio di questi animali, che secondo i dati del WWF sarebbero ormai ridotti in Italia a soli 1000 esemplari. Di questi, si stima che circa un 15-20% venga ucciso illegalmente dai bracconieri ogni anno, mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza dell’intera specie.
Basterebbe attuare una puntuale e coordinata strategia basata su dati e conoscenze scientifiche per minimizzare i conflitti con le attività umane, e permettere ad allevatori e lupi di dividere il territorio pacificamente. Ma questo richiederebbe prima di tutto la disponibilità dei cacciatori ad abbassare le armi.
NO VIVISEZIONE
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