Nonostante un trentottenne in cerca di funghi sia stato aggredito da mamma orsa tre giorni fa, incontrare un orso resta un evento straordinario. L’orso è un animale per sua natura schivo e di indole poco aggressiva, ma si tratta pur sempre di un animale selvatico, e va trattato con attenzione, specialmente a causa della sua forza e rapidità di movimento sia a terra che in acqua, a dispetto della sua mole imponente.
Ecco allora i consigli del Corpo Forestale dello Stato per non mettere a rischio la propria incolumità in caso di incontri fortuiti:
1. prima di tutto va chiarito che l’orso potrebbe reagire ad un incontro con l’uomo alzandosi sulle due zampe posteriori. Questo atteggiamento serve solo per ascoltare meglio ciò che gli sta attorno, capire da dove arriva un odore o un rumore e regolarsi di conseguenza. È una posizione difensiva che serve a capire cosa accade e, dopo aver individuato la provenienza, allontanarsi in direzione contraria. Nella maggioranza dei casi riconoscendo la presenza come umana tornerà alla posizione quadrupede. L’uomo si porta dietro numerosi odori che per l’animale sono sconosciuti e tutt’altro che piacevoli: saponi, dopobarba, deodoranti, detersivi ed ammorbidenti per gli indumenti;
2. qualora si avvisti un orso o i suoi cuccioli ad una distanza ragguardevole è fondamentale non avvicinarsi ma godere della fortuna dell’avvistamento dal luogo sicuro. Quando c’è l’occasione di vedere cuccioli, certamente è forte l’istinto e la voglia di avvicinarsi, ma è altamente sconsigliato specialmente perché la mamma orsa sarà nei dintorni e non gradirebbe l’avvicinamento ai suoi piccoli. L’orso non è un animale territoriale, anche se ogni animale ha un’area che frequenta con una certa assiduità. Vive da solo, a meno che non si tratti di una femmina con i cuccioli, che restano con essa in genere per 14-15 mesi circa. Quello della femmina con i cuccioli è l’unico caso in cui ci si può attendere un tentativo di aggressione, perché – come tutte le mamme – la femmina difende strenuamente i cuccioli. A questo va aggiunto che tra i sessi non c’è dimorfismo, cioè non è possibile dire se un orso sia maschio o femmina dalla semplice osservazione. Valutazioni più accurate si possono fare solo se ci sono due orsi in accoppiamento, nel qual caso il maschio sarà riconoscibile per le maggiori dimensioni, e se c’è una femmina con i cuccioli;
3. se si incontra un orso lungo un sentiero, conviene alzare le braccia, fare rumore in modo da allontanare l’animale. Se l’incontro dovesse avvenire invece a distanza ravvicinata è bene non scappare ma allontanarsi lentamente non ostruendo la via di fuga anche all’orso e nel caso di attacco, si può tentare di porre tra sé e il mammifero borse, zaini o altri oggetti per proteggersi;
4. se si avvista un orso che si sta alimentando su una carcassa o su altro materiale (arnie, alberi da frutto, ecc.) si può tentare semplicemente di fare dei rumori per allontanarlo se ci si trova nei pressi di un centro abitato. Se tutto ciò avviene in ambiente rurale e montano, è consigliabile permettere all’orso di finire il cibo e poi togliere ciò che resta, in modo da evitare che l’animale torni;
5. tutti quelli che vivono in zone con presenza di orsi dovrebbero avere delle protezioni, come recinti adeguati o porte robuste, per proteggere gli animali domestici.
Chiaro è quindi che Daniza ha solo fatto quanto natura gli ha suggerito di fronte al comportamento dell’uomo, che non si è allontanato lentamente, ma da quanto lui stesso riferito, nascosto dietro ad un albero.
Ecco dunque che mamma orsa l’ha percepito come una minaccia alla prole.
Continuiamo perciò a protestare perché Daniza non venga né catturata né abbattuta!
Firma le petizioni contro l’abbattimento di Daniza:
Petizione 1
Petizione 2
Firma la petizione contro l’abbattimento di tutti gli orsi!
NO VIVISEZIONE
ABOLIAMO L’OBBLIGO DEI TEST SUGLI ANIMALI