Premesso che la legislazione europea, promossa a partire dal Piano di Azione per il benessere degli animali 2006-2010 è una delle più avanzate al mondo, e che la Direttiva del Consiglio 1999/22/EC sul “Mantenimento degli animali selvatici negli zoo” permette di rinchiudere gli animali negli zoo solo con precisi scopi – quali la conservazione della specie, lo scambio di informazioni sulla conservazione delle specie, e la riproduzione in cattività per il ripopolamento e la reintroduzione di specie allo stato selvatico – a nostro avviso negli ultimi anni diversi centri non hanno perseguito questi obiettivi. Innanzitutto, come si evidenzia nel rapporto steso nel 2011 dalla Born Free Foundation mediamente “solo il 13% delle specie tenute in zoo europei sono state classificate come specie minacciate”. E il restante 87% perché è dunque chiuso in cattività?
Sempre secondo il report solo il 5% dei mammiferi, dei rettili e degli anfibi, e il 9% degli uccelli sarebbe inserito nelle liste delle specie a rischio, e solo l’11% sarebbe registrata nello European Endangered Species Programme (EPP) o nello European Studbook (ESB).
Certamente la possibilità di avvicinarsi a tanti animali diversi, fuori del proprio habitat, potrebbe indurre a sostenere l’importanza di educare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla conservazione della biodiversità, ma questo come può essere possibile in uno status come quello della cattività, che danneggia la salute degli animali, causando stati di alterazione delle caratteristiche psico-sociali, dell’alimentazione, e li costringe in luoghi ristretti come le gabbie, con climi ben differenti dal loro habitat naturale?
Ricordiamo tutti la petizione lanciata poche settimane fa per salvare l’orso Arturo, costretto a vivere in un recinto di cemento che lascia poco spazio ai movimenti, una piscina d’acqua profonda appena 50 centimetri e temperature che arrivano a 40 gradi. Arturo, ha 29 anni e vive in queste condizioni da 20 rinchiuso nello zoo di Mendoza, una città al centro dell’Argentina.
Inoltre molti psicologi si sono espressi sulle valenze pedagogiche negative dell’uso degli animali per divertimento nei circhi, nelle sagre e negli zoo, anche senza che questi vengano uccisi e sezionati con un coltello da macellaio davanti ai bambini, come nel caso della giraffa Marius, nello zoo danese di Copenhagen lo scorso febbraio.
Chiediamo perciò attraverso questa petizione che la Commissione Ambiente, si faccia promotrice di una nuova legislazione sul “Mantenimento degli animali selvatici negli zoo”, in cui vengano valorizzati i centri di recupero, di cura, di ripopolamento e di reintroduzione allo stato selvatico degli animali, che mirano a salvare le specie a rischio con l’obiettivo finale di reintrodurle in natura una volta fuori pericolo. Questi sono gli unici centri il cui obiettivo, il ritorno in natura degli animali feriti o in via di estinzione, è in linea con i principi ultimi della legislazione europea sul benessere animale. Chiediamo inoltre la chiusura immediata di tutti gli zoo e i centri di cattività nei quali non sia garantito il benessere degli animali e che siano sanzionati economicamente e penalmente coloro che sopprimono animali in cattività e che sia vietato l’acquisto di animali catturati liberi. Chiediamo infine che a coloro che sono stati condannati penalmente sia vietato continuare ad espletare le loro mansioni a contatto con altri animali.
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Fonti:
Tabella – Born Free Foundation
Video: Ansa