Jo-Anne McArthur, fotoreporter originaria di Toronto, Canada, ha fotografato per più di dieci anni la drammatica situazione in cui versano gli animali di diverse specie in tutti i continenti. Filmaker e attivista per i diritti animali è anche autrice dello splendido documentario cinematografico “The Ghosts in Our Machine”, raccogliendo gli scatti in questo saggio di cui è anche autrice dei testi e delle didascalie. Questo volume mostra cosa accade agli animali in contesti umani di sudditanza, schiavitù e sfruttamento.
Lo scopo di questa opera, come dichiara l’autrice è quello di far nascere pietà e empatia: “Quello che vedrete in queste pagine potrebbe sorprendervi o disturbarvi. Il mio scopo non è quello di farvi allontanare, ma di trascinarvi dentro, portarvi più vicino; rendervi partecipi. In quanto appartenenti a una specie, è necessario adottare una nuova mentalità, imparare nuovi atteggiamenti e disimparare quelli vecchi”.
Le associazioni e i movimenti per i diritti degli animali da decenni denunciano lo strazio di tutti gli animali schiavi dell’uomo. La McArthur li ha fotografati con il suo obiettivo spietato e pietoso, regalando l’eternità alle mucche al macello, alla disperazione dei vitelli strappati alle madri (per destinarne il latte ai prodotti caseari), ai primati prigionieri di giubbotti di contenzione macchiati di sangue usate per gli esperimenti di vivisezione, agli sguardi terrorizzati dei conigli macellati, agli animali chiusi su camion destinati a viaggi senza ritorno verso i macelli, con i nasi e le bocche che sporgono dai piccoli pertugi.
Non è un libro degli orrori, sono in realtà foto bellissime, poetiche anche se strazianti, che rappresentano la realtà che molti vorrebbero nascondere per interessi economici.
(Silvia Premoli)
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