È online l’ultimo numero della nostra rivista “La voce dei senza voce” n. 101 primavera 2016, nella nuova veste grafica curata da Franco Gaffuri Agenzia di Comunicazione. In questo numero i contributi di: Gianmarco Prampolini, Stefano Bianchi, Vanna Brocca, Valeria Roni, Alessandra Schiavini, Bruna Monami, Luigi Mantovani, Peppo Delconte.
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Editoriale di Gianmarco Prampolini
presidente LEAL
NO ALLA STRAGE DEGLI INNOCENTI
A Pasqua, penso all’orrida e macabra strage degli agnelli. Recandomi a Roma in treno, osservavo dal finestrino l’aumentare delle greggi: macchie bianche che come piumini si muovevano al vento. Tutte vicine, quasi a presagire il loro triste destino. All’Università La Sapienza, ho partecipato a un convegno sui metodi alternativi che avrebbe dovuto avvicinare il mondo scientifico a favore della sperimentazione animale a quello degli antivivisezionisti, sempre più concreti nell’esporre con dati inconfutabili la sua inutilità. In sostanza, il nuovo contro il vecchio.
Ma torniamo agli agnelli, vittime sacrificali insieme a caprette, pecore e conigli. Il modo lo si trova sempre, pur di tingere di rosso sangue una tradizione pagana che non ha nulla di religioso.
Ho voluto parlarvi di tutto ciò poiché al convegno romano la farsa dei vivisettori (e di chi nonostante giustificate considerazioni con acute riflessioni ritiene ancora indispensabile il sacrificio degli animali) ha raggiunto il culmine quando questi signori hanno dichiarato di prendersi a cuore il loro benessere, spiegando che nei loro laboratori le scimmie sono talmente collaborative da porre il braccio fuori dalla gabbia per farsi prelevare il sangue. Per non dire di quei primati che socializzano coi medici; i quali, amorevolmente, danno loro della frutta. Insomma, un mondo dorato e felice. Se l’animale è a proprio agio, il test riuscirà al meglio. Poco importa se le scimmie verranno trapanate nel cervello per inserire elettrodi causando sofferenze d’ogni tipo: convulsioni, spasmi, vomito. E poco importa se verranno immobilizzate sulle sedie di contenzione a seconda dell’esperimento, per poi essere uccise dopo mesi di torture.
Per dovere di cronaca, si è parlato anche dell’aspetto legale: di nuove regole e cavilli che comunque danno sempre pieno potere ai ricercatori. Nessuna volontà di cambiamento. Quando da parte dei vivisettori sento parlare di benessere animale e ripenso a quegli agnellini vicino alle loro mamme, provo una gran rabbia nei confronti della razza umana e mi vergogno di farne parte. Non ci sarà mai un punto d’incontro con chi infligge violenza e soprusi a queste creature. La Pasqua è uno dei tanti pretesti per infierire ancora di più su di loro.
E non dobbiamo mai dimenticare che i mattatoi e i loro aguzzini lavorano sempre. Mattatoi + laboratori di ricerca = un vero “macello”.
Permettetemi infine un saluto al mio Tommy, che dopo 16 anni mi ha lasciato. Spero che adesso sia in un mondo migliore.
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