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NO VIVISEZIONE

ABOLIAMO L’OBBLIGO DEI TEST SUGLI ANIMALI

Chiude Envigo (Harlan): altra sconfitta della sperimentazione animale

Apr 19, 2016 | LEAL informa, Proteste e Incontri, Vivisezione

Harlan_protestaHarlan_edificioL’Envigo (ex HLS, ex Harlan Laboratories), situato ad Azzida, frazione di San Pietro al Natisone, Udine, uno dei simboli della vivisezione in Italia e laboratorio di produzione, allevamento e vendita di animali per la sperimentazione, chiude a causa della perdita di esercizio dell’azienda e della grave crisi in atto. La comunicazione è di No Harlan Group Udine. Per anni attivisti singoli, movimenti e associazioni si sono battuti contro Harlan Laboratories, multinazionale che si occupa di allevamento e vendita di roditori, gatti, cani, furetti e primati destinati ai laboratori di vivisezione.
I vertici dell’azienda hanno comunicato che lo stabilimento non è più remunerativo e che per il gruppo, che ha sede ad Indianapolis, è sufficiente mantenere in attività un sito in Olanda. Questo bilancio in deficit non stupisce chi ha seguito le vicende Harlan augurandosi la chiusura di uno dei tanti “vivai di cavie destinate alla tortura”.
LEAL Lega Antivivisezionista sottoscrive il pensiero di scienziati internazionali del calibro di Claude Reiss e Thomas Hartung direttore ECVAM (European Center for Validation of Alternative Methods) che da tempo sostengono la ricerca in vivo è fallace e dannosa fino al punto da essere definita “cattiva scienza”.
Investire sulle metodologie di ricerca sostitutive appare quindi una necessità prioritaria da un punto di vista etico, scientifico e per lo sviluppo economico-occupazionale di un territorio.
La ricerca oggi si avvale di metodiche avanzate quali: chip microfluidici che simulano l’attività fisiologica di interi organi e sistemi, bioreattori multicomportamentali modulari, sistemi di colture cellulari in 3D a più camere interconnesse che permettono di riprodurre la complessità dell’organismo in vivo, metodologie in vitro e in silico in 3D su tessuti umani e molto altro e alla luce di questo ricercatori, gestori di aziende, rappresentanti politici e sindacali devo aprirsi alla nuova ricerca biomedica.