LEAL ha sporto denuncia querela e fa richiesta di costituirsi parte civile nell’instaurando procedimento penale nei confronti della Provincia di Trento per l’uccisione dell’orsa KJ2 mettendo i suoi cuccioli nella situazione di non poter sopravvivere.
La corposa denuncia con i numerosi allegati depositata dall’avvocato David Zanforlini evidenzia la improvvida scelta di uccidere l’orsa KJ2 che, come avevamo previsto subito dalla notizia dell’aggressione, era a tutti gli effetti una morte annunciata.
La denuncia va oltre, accusando la Provincia di Trento di aver messo in una condizione di non sopravvivenza i cuccioli rimasti orfani: gli orsetti senza la tutela materna non sono in grado di procurarsi cibo, sono prede di altri animali e non saranno in grado di affrontare il freddo e il letargo. La privazione della relazione parentale ha inoltre sottoposto i cuccioli a una condizione di pericolo e fatica insopportabili. Nel testo della denuncia si sottolinea anche l’assenza nelle zone boschive di avvisi di presenza di fauna selvatica e plantigradi nella fattispecie e relativo pericolo. Questa omissione mette in discussione l’amministrazione della PdT, nella persona del Presidente Ugo Rossi per non aver previsto le adeguate misure che segnalano la presenza di animali alla popolazione e ai turisti tutelandoli ma anche educandoli a un corretto approccio con gli animali in generale e con i plantigradi in particolare. Con l’inadeguato modus operandi si è creato un presupposto di condizione di pericolo che la Provincia di Trento, reale responsabile, ha traslato illecitamente sull’orsa KJ2.
Gian Marco Prampolini presidente di LEAL dichiara: “La denuncia del nostro legale è completa, circostanziata e supportata da documentazione e certificazioni veterinarie. Non ci facciamo ragione della crudeltà della condanna a morte della povera orsa, aggravata dal fatto che stava accudendo i suoi cuccioli. Ricordiamo che come ammesso dal pensionato solo successivamente la presunta aggressione del 24 luglio, ha sferrato per primo un colpo all’orsa, dichiarando durante una intervista a una televisione locale di averla colpita ripetutamente e con forza sul muso. Se l’orsa avesse voluto uccidere probabilmente ne avrebbe avuto tempo, forza e capacità. Purtroppo sono sempre gli animali a pagare per gli errori umani e la nostra incapacità a relazionarci in modo corretto e armonico con quello che ci circonda”.
La notizia della bastonata partita dall’uomo bastava e avanzava per derubricare la gravità dei fatti, riconducendo l’episodio a una “legittima di difesa di mamma orsa per sé per i cuccioli”. Secondo il Pacobace Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali, per questi casi non sarebbe prevista uccisione e cattura. Ora LEAL chiede ufficialmente alla PdT notizie dei cuccioli, dei quali non si sono viste immagini, filmati o avuto notizie certe dal 12 agosto giorno della morte della loro madre.
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