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ABOLIAMO L’OBBLIGO DEI TEST SUGLI ANIMALI

Questa è la Sicilia, qui Satana ha fissato la sua dimora per tormentare gli animali e sorridere mentre noi e solo noi versiamo lacrime amare; una volontaria siciliana. LEAL dalla parte dei randagi sta seguendo la vicenda dal territorio

Feb 18, 2018 | Argomenti, LEAL informa, Proteste e Incontri, Sezioni blog | 3 commenti

Abbiamo appreso della mattanza da attiviste sul territorio, dalla rete e dai giornali. Queste le parole piene di rabbia e di dolore scritte sui social da una volontaria siciliana, tra le prime a diffondere la penosa strage di cani innocenti avvelenati ritrovati il 15 febbraio in contrada Muciare, Sciacca in provincia di Agrigento, dopo circa tre giorni dalla loro morte. Ad oggi i cani sono diventati una trentina ma si dice che molti ne mancano ancora all’appello: è in atto una vera e propria carneficina al fine di ripulire le strade dal randagismo.
CANI AVVELENATI SCIACCA 7 randagismo siciliaAbbiamo le loro foto: li guardiamo e riguardiamo con orrore, sono morti tra atroci sofferenze e lunga agonia, li hanno trovati così senza vita, uno sull’altro quasi a volersi confortare; qualcuno con ancora il vomito vicino alla bocca. Anche dei cuccioli, il musetto arrotondato sdraiati vicino a cani grandi.
Straziate le brave volontarie ne hanno viste tante e sono consapevoli di come questa terra si divida in due parti e nemmeno uguali che vedono contrapposte le volontarie che dedicano la loro esistenza ad alimentare, curare, salvare e proteggere gli animali randagi sul territorio, e una fazione contrapposta, fatta di indifferenza, fastidio nei confronti degli animali, lucro, violenza e crudeltà.
I soldi per le sterilizzazioni non si trovano mai, i sindaci si pronunciano solo quando si presenta il fatto di cronaca e poi come da tradizione tutto sparisce, si dimentica e si torna nel rutinario oblio.
Cosa si poteva fare e non è stato fatto? Cosa è stato fatto che non si sarebbe dovuto fare? Le Istituzioni locali assicurano che stanno cercando i colpevoli. Si potrebbe anche notare come sparizioni, uccisioni e stragi nei territori ad alto tasso di randagismo nelle località turistiche avvengono nei periodi prossimi all’apertura della stagione: eliminazioni “opportune” e puntuali ad evitare che troppi animali vaganti infastidiscano i turisti, rendano al visitatore una impressione di degrado del territorio e intralcino le attività. D’altra parte quando non è una piaga il randagismo è una risorsa per chi ci lucra: chi gestisce canili lager, chi movimenta i cani dal sud a nord e all’estero, staffettisti ben remunerati e non sempre fidati e adeguati.
Un’altra volontaria siciliana dalla sua pagina fb dichiara: “Siamo impotenti spettatori di un olocausto senza fine: è vergogna e dolore nella consapevolezza che moriranno in qualche modo, o così o facendo denaro dentro un canile, ma sono sicura che il servizio smaltimento provvederà a fare fattura al comune: 150 euro a cane, come la metti rendono”.

LEAL Lega Antivivisezionista stigmatizza ogni uccisione e questo massacro. L’impegno della Associazione sta nel monitorare tramite la sezione siciliana che le indagini proseguano, prendendo parte alle proteste e alle iniziative locali oltre che partecipare, con le principali associazioni, ai tavoli tecnici promessi in una dichiarazione dal Presidente della Regione Nello Musumeci. Il Presidente LEAL Gian Marco Prampolini sottolinea l’importanza delle sterilizzazioni e ricorda: “La nostra associazione ha sempre contribuito alle sterilizzazioni, supportando i singoli cittadini, con la convinzione che il randagismo non si risolve creando più canili spesso gestiti non da volontari o associazioni ma da persone che se ne occupano per lucro. La soluzione non sta nel chiudere a vita, senza visibilità e cure i cani in box e strutture lager. Le leggi affama-randagi inoltre aggravano il problema e mettono a rischio gli animali che in cerca di cibo si avvicinano sempre più all’uomo per trovare sostentamento”. Agata Pandolfino, responsabile LEAL Messina, sta monitorando la situazione e riferisce della disponibilità data da diversi veterinari della zona a sterilizzare gratuitamente gli animali: “Ma ci aspettiamo che chi ha la responsabilità della gestione del territorio non deleghi sempre al volontariato la soluzione di ogni criticità. Ripartiamo da qui e che da questo olocausto nasca un nuovo corso e una nuova coscienza e che l’indignazione dia la spinta ad un coordinamento di cittadini che facciano costanti pressioni sulle istituzioni per ottenere interventi che non possono più aspettare”.
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