Estratto dall’ultimo numero della nostra rivista, da leggere e sfogliare online
→ “La Voce dei Senza Voce” n. 109
In che direzione va la scienza?
Bruna Monami, vicepresidente LEAL
I PRIMATI CLONATI – Zhong Zhong e Hua Hua sono le prime scimmie clonate con la tecnica Scnt. Sono stati creati 149 embrioni, i 79 sopravvissuti sono stati impiantati nell’utero di madri surrogate, 4 di loro sono rimaste incinte, per 2 la gravidanza è arrivata a buon fine. Zhong Zhong e Hua Hua condividono l’intero DNA con il feto abortito dal quale sono state prelevate le cellule. Non sono le prime scimmie clonate in assoluto. Con altra tecnica la prima fu il macaco femmina Tetra (USA- 1999), seguì Andi macaco rhesus geneticamente modificato (2000). Negli anni i tentativi di clonazione hanno interessato più di 20 specie animali, arrivando negli anni 80 ai topi geneticamente modificati, alla pecora Dolly nel 1997 e alla nascita di questi primati. I ricercatori cinesi annunciano che il laboratorio di studi sulla clonazione verrà ampliato di oltre dieci volte. LO SCOPO PRIMARIO È FAR NASCERE ANIMALI DESTINATI ALLA RICERCA BIOMEDICA. SUGLI ANIMALI CLONATI GENETICAMENTE UGUALI POTREBBERO ESSERE STUDIATI ALZHEIMER, PARKINSON, HIV, AUTISMO.
A dimostrazione di quanto il mondo della ricerca manchi di coordinazione e comunicazione, QUESTO AVVIENE MENTRE, A CAUSA DEGLI SCARSI RISULTATI OTTENUTI, I COLOSSI MERCK E PFIZER ABBANDONANO LA RICERCA SU PARKINSON E ALZHEIMER. Gli ingenti investimenti che non hanno portato i risultati attesi. I farmaci sperimentali hanno fallito.
IL FALLIMENTO DELLE RICERCHE EFFETTUATE SUGLI ANIMALI
ALZHEIMER – Topi, ratti, scimmie marmoset e lemuri sono i più utilizzati. Nessuna specie soffre di questa malattia in natura. Per questo vengono riprodotti in laboratorio dei facsimili di malattia, con RISULTATI PARZIALI E IMPREVEDIBILI. La “malattia di Alzheimer sperimentale” è diversa da quella umana. I ricercatori dichiarano che: “Trovare un modello artificiale all’altezza di un cervello umano di età avanzata, non geneticamente manipolato, è potenzialmente problematico. Molti fattori, come dieta e ambiente, entrano in gioco nell’innescare una malattia e nella sua progressione, l’impatto di questi fattori non è stato affrontato”.
PARKINSON – Vengono usati topi, scimmie uistiti, macachi e marmoset. Per generare artificialmente il “parkinsonismo” sono utilizzati metodi differenti come iniettare veleno nel cervello e nel sistema circolatorio dei primati, producendo un modello “tossico” sostanzialmente diverso dal Parkinson dell’uomo. I primati cui è stato danneggiato il cervello, a differenza delle persone, pian piano si riprendono. LE PRINCIPALI INNOVAZIONI SONO DOVUTE AGLI STUDI SULL’UOMO E NON SUGLI ANIMALI. I ricercatori ammettono le numerose lacune di questi surrogati, ma continuano a dichiararli essenziali al progresso. LA SPERIMENTAZIONE SUGLI ANIMALI SI È RIVELATA UN VICOLO CIECO IMMENSAMENTE COSTOSO.
AUTISMO – Un esperimento su scimmie Macaca fascicularis prevedeva di poter osservare l’iter del disturbo neuro-psichiatrico su pazienti non umani per trovare UNA POSSIBILE CURA IN UN FUTURO INDETERMINATO. A un gruppo di scimmie è stato trapiantato un gene mutato presente nella sindrome di Rett, malattia con sintomi simili all’autismo. Il risultato è stato un gruppo di scimmie sofferenti con comportamenti diversi da quelle sane. Sono stati segnalati movimenti ripetitivi come girare su se stesse all’interno della gabbia metallica e comportamenti asociali nei confronti di altre scimmie. Nessuna cura è stata trovata ma gli esperimenti continuano.
HIV/AIDS – Sono utilizzati topi, gatti, conigli e primati non umani, scimmie asiatiche, africane e del Nuovo Mondo. Nessun animale viene infettato dal virus dell’HIV (Lentivirus) e sviluppa l’Aids, tranne lo scimpanzè in cui il virus si riproduce con modalità diverse dall’essere umano e che solo eccezionalmente sviluppa l’Aids. Nel tentativo di ottenere gli effetti che il virus produce negli esseri umani vengono usati ceppi di VIRUS SIMILI ALL’HIV. Ma dopo decenni di studi e somme considerevoli usate per questi studi il vaccino è ancora lontano. Fino ad oggi un centinaio di vaccini che avevano funzionato sugli animali hanno fallito la sperimentazione sull’uomo. Un gruppo di scienziati ha concluso che “NELLA RICERCA SULL’HIV/AIDS L’USO DEI MACACHI È AMPIAMENTE CONSIDERATO FALLIMENTARE E DI SCARSA RILEVANZA UMANA”.
IL PROFESSOR BRUNO FEDI dichiara: “La sperimentazione animale è decisamente assurda quando viene usata per patologie non spontanee negli animali stessi. La base scientifica della non affidabilità della S.A. per ottenere risultati applicabili all’uomo sta nella diversità genetica fra l’uomo e gli altri animali. Per ogni 100 procedure sperimentali si ottiene un risultato positivo solo in 1 o 2 casi. Nessuna metodica scientifica ha una produttività così bassa. Questa metodica semplicemente non è scientifica”.
ANIMALI COME COSE DI CUI DISPORRE A PIACIMENTO
In nome di una metodica non scientifica vengono fatti nascere per essere usati nei laboratori di tutto il mondo. Ma anche clonati, o modificati geneticamente, gli animali provano paura, dolore, e accusano il trauma degli interventi subiti, un trauma che si riflette inevitabilmente sulle risposte ottenute. Una scienza sicura per l’uomo e rispettosa degli animali deve superare il modello animale. Devono essere validati nuovi metodi sostitutivi e resi obbligatori quelli esistenti. LE ISTITUZIONI DEVONO FINANZIARE LA RICERCA EFFETTUATA CON METODI SCIENTIFICI. Questa tappa è obbligatoria. RICORDIAMO SEMPRE CHE ESSERI SENZIENTI VIVONO SULLA LORO PELLE QUESTI ESPERIMENTI. In ogni istante, anche adesso, animali privati della libertà, sofferenti, vivono la vita innaturale degli stabulari in attesa dell’ultimo affronto che avverrà quando, privati della vita e gettati con noncuranza in sacchi di plastica, saranno smaltiti come cose, senza avere mai avuto nulla di quanto la natura aveva loro destinato e senza che nessuno sappia che sono esistiti.
Fonti
→ LEAL: vittime della solidarietà (pdf)
→ Monkey based Research on Human Disease (pdf)
Nature volume 530, pages 98–102 (04 February 2016)
Autism-like behaviours and germline transmission in transgenic monkeys overexpressing MeCP2
Bailey, J. Monkey-based research on human disease: the implications of genetic differences.
Altern Lab Anim. 2014 Nov.
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