Sabato 5 maggio dalle 11.00 alle 13.00, Liceo “P. Calamandrei” di Napoli:
BIOETICA E DIRITTI DEI VIVENTI NON UMANI TRA FILOSOFIA, STORIA E SCIENZE NATURALI: DAL “COGITO ERGO SUM” ALLE CRITICITÀ DEL TEMPO PRESENTE.
LEAL patrocina anche per quest’anno il progetto dell’Istituto Italiano di Bioetica finalizzato a portare nelle scuole un sentire etico e un pensiero antispecista e antivivisezionista che mette in discussione la validità, la necessità e la legittimità della sperimentazione animale, auspicando che la bioetica venga inserita nei programmi scolastici di scienze e di filosofia.
Intervengono:
Raffaele Prodomo, Presidente del Consiglio Direttivo dell’Istituto Italiano di Bioetica, per introdurre la bioetica medica;
Pasquale Giustiniani, responsabile produzione editoriale dell’Istituto Italiano di Bioetica, per introdurre la Bioetica Ambientale;
Maria Antonietta la Torre, Segretaria Generale e Webmaster dell’Istituto Italiano di Bioetica, per la presentazione dell’Istituto e delle sue attività;
dott. Giancarlo Dinacci (Dirigente Medico Primo Livello ASL NA/3 SUD – Responsabile distrettuale malattie rare e trapianti e Responsabile autorizzazioni a terapie con farmaci off-label – socio Enpa) per presentare il progetto al liceo “P. Calamandrei”;
dott. Fabio Borrino (laureato in biotecnologie della salute/curriculum farmaceutico, socio LEAL) per presentare il progetto al liceo “I.Kant” di Melito di Napoli;
Massimo Moffa dell’Enpa, per spiegare la partecipazione dell’associazione al progetto.
Dal Positivismo, modello scientifico ormai inattuale, agli sviluppi delle scienze e delle teorie della conoscenza, dalla chimica alla biologia, con le loro derivazioni (biochimica, biomateriali, biotecnologie) e le evidenti implicazioni bioetiche sollevate dagli sviluppi dell’ingegneria genetica e dalle sue applicazioni, nasce l’esigenza di modificare il punto di vista antropocentrico con cui ancora vengono analizzate le cose.
Soltanto l’umanità può sollevare questioni morali e interrogativi e soltanto essa può operare delle scelte in merito alla propria condotta, da ciò deriva per essa una responsabilità per le conseguenze delle proprie azioni.
Questa problematizzazione non è scevra da riflessioni sull’uso degli animali nella sperimentazione, dal momento che, si porta ancora avanti un modello scientifico-sperimentale i cui risultati, a distanza di tanto tempo, sono ancora fortemente dibattuti. Il problema, infatti, non è la condivisione ideologica che eticamente obbliga ogni essere umano a prendere le distanze dalla sperimentazione in vivo, perché è inevitabile la sofferenza inflitta agli animali, ma iniziare a riflettere su cosa non abbia funzionato e perché, nonostante tanti sacrifici, non si riesca a garantire agli umani una vita longeva e in salute, visto che si parla sempre di trattamenti ma non ancora di guarigione. Si tratta dunque di discutere dell’efficacia di un modello scientifico sperimentale prendendo in considerazione la vita e il rispetto di una specie diversa, oltre quella umana.
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