È online l’ultimo numero della nostra rivista “La Voce dei Senza Voce” n. 110 estate 2018 con i contributi di: Gian Marco Prampolini, Giovanna Tarquinio, Mirta Bajamonte, Francesca Di Biase, Piero M. Bianchi, Silvia Premoli. Buona lettura.
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L’editoriale di Gian Marco Prampolini
Presidente LEAL
La voglia di cambiare
Cosa cambierà con questa fusione di due diversi partiti politici non lo so, credo però che cercare di cambiare sia un dovere. L’immobilismo non paga e ci vuole coraggio per cambiare. Spesso ai nostri tavoli informativi o durante le telefonate in sede la gente ci chiede di impegnarci per cambiare e migliorare le condizioni degli animali.
Sappiamo che non è facile, l’omertà che si materializza ogni volta che si cerca di informare l’opinione pubblica è vergognosa. I poteri forti dell’informazione, i budget milionari che condizionano i media e l’ostracismo che ne consegue non giovano di certo alla causa.
Da mezze figure pseudo intellettovolgari a pomposi medici che nulla di nuovo hanno da dire sulla ricerca se non perorare la causa del profitto completano un muro di gomma ben gestito.
Sperimentazione animale, allevatori che spingono per profitto il consumo di carne, circensi che raccontano quanto amino gli animali: il business regna su tutto.
Da quello che mangi ai farmaci che ti daranno quando ti ammalerai: tutto nel nome di un finto progresso e di una falsa scienza, siamo cavie e per loro. Nessuna differenza tra uomo o topo, l’importante è che nel corso della vita si contribuisca a mantenere questo gioco perverso.
Detto ciò a nessuno importa se nel gioco miliardi di animali vengono atrocemente allevati e massacrati, essere senzienti e non oggetti inanimati. Loro, gli animali, sono come noi e provano le stesse emozioni e come noi vogliono vivere.
Lo so sto dicendo cose scontate ma anche qui dobbiamo cambiare e far capire che non esistono animali da laboratorio o da pelliccia, sono etichette inventate da noi.
LEAL ha sempre cercato di battersi contro queste infamie e oggi un’altra importante battaglia etica e morale sta per partire: possiamo infatti cambiare la storia modificando la Costituzione, facendo finalmente diventare l’animale soggetto e non oggetto. L’animale potrà quindi difendersi da solo sia esso considerato “da compagnia” o da “reddito”: un essere senziente che la Magistratura dovrà difendere. 50.000 firme da raccogliere in sei mesi a sostegno della nostra proposta di adeguare l’ordinamento giuridico nazionale.
Troppe le infamie e le atrocità perpetrate nei confronti degli animali e troppi restano impuniti. Non basta inasprire le pene o aumentare le sanzioni, se vogliamo essere più civili è la Costituzione che deve cambiare.
Un’ultima considerazione è dovuta: cerchiamo di distinguere chi fa veramente e vuole il bene degli animali perché il profitto genera “bestie” non idonee ai nostri scopi animalisti.
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