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STOP YULIN. STOP AL “CONSUMO” DI OGNI ESSERE SENZIENTE

Giu 24, 2018 | LEAL informa, Proteste e Incontri

Il Festival di Yulin è iniziato puntuale con il solstizio d’estate. La mattanza di cani e gatti è in atto anche quest’anno e durerà dieci giorni. Gli animali vengono torturati e cucinati quando ancora in vita. Il tutto di fronte agli altri animali in attesa del loro atroce destino che vivono ancora prima che venga loro inflitto.
STOP AL DOLORE E AL TERRORE CHE INVADONO L’ARIA.
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PER MIGLIAIA DI ANIMALI L’INFERNO INIZIA PRIMA.

“Tutto ha inizio per strada.
Un cane viene accalappiato quasi al volo e trascinato in un camioncino o viene prelevato da un cortile di un’abitazione privata.
Sono tanti i video sul web che testimoniano la tecnica dei cacciatori di cani.
In pochi istanti la sua vita si trasforma in un incubo.
I ladri di cani lo chiudono in un sacco.
Lui urla, si dimena. Ma non serve a nulla.
L’aria in quel sacco stenta a entrare, ma l’odore dell’urina, del sangue, della paura di chi ha già vissuto quella esperienza prima di lui è forte e insistente.
Dopo qualche ora il suo viaggio finisce.
Il sacco si apre, i suoi occhi tornano a vedere la luce.
Ma una pinza gli si stringe attorno al collo.
Lui si dimena, ma sente solo gente deriderlo e insultarlo.
Nessuno lo aiuta.
Qualcuno apre una gabbia arrugginita.
Lì dentro, tremanti e impauriti, ci sono già altri cani.
Viene spinto dentro a forza. Quelli che stanno più sotto cercano di trovare un modo per muoversi, mordono i compagni di sventura per respirare.
Il ferro della gabbia preme sulla pelle, sulla carne, lacera le zampe, ma loro non riescono neanche a leccarsi per darsi un po’ di sollievo.
Le gabbie vengono caricate su dei camion, spesso gettate con forza.
Molti cani subiscono fratture, ferite profonde.
Molti muoiono per la fame e la sete.
Altri perché catturati con dardi avvelenati.
L’inferno può durare anche giorni perché il Festival di Yulin si avvicina e bisogna procurarsi molti cani: la loro carne è il piatto principale della manifestazione.
Non saranno i soli, molti gatti faranno la stessa fine.
Spesso la morte giunge con colpi inferti da coltelli in gola o, peggio ancora, con bastonate che stordiscono solo e l’animale finisce poi nell’acqua bollente ancora vivo”. (Fulvio Cerutti)
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10 GIORNI DI CANI E GATTI CUCINATI AL VAPORE PER ESSERE MANGIATI.
Inutile scriverlo in maniera diversa: le cose stanno così. E per arrivare a essere il cibo per cui si svolge questo evento, gli animali prima di diventare un piatto attraversano un percorso di soprusi e violenze.
UNA STRAGE compiuta poiché secondo una credenza popolare la carne di cane sarebbe fonte di salute, fortuna e vigore sessuale; mentre sono noti – in base a dati di istituzioni e strutture sanitarie locali – le malattie provocate dall’ingestione di carne di cani di provenienza sconosciuta.
Una manifestazione che dal 2009 va avanti secondo una “tradizione” che viene puntualmente smentita dalle autorità cinesi e sminuita come un “fenomeno locale non autorizzato”.
Ma i cani e i gatti che vengono uccisi per essere poi appunto destinati ai banchetti per le strade di questa cittadina nel sud del paese, ancora di più per questa tolleranza e assenza di controllo, arrivano da traffici clandestini in cui gli animali al di là della loro fine vengono brutalmente catturati e segregati.
Milioni di firme sono state raccolte e inviate al governo cinese, mentre organizzazioni internazionali si impegnano per salvare più animali che possono acquistando interi carichi diretti ai mercati. Una sfida quasi impari se non supportata dalle autorità governative che avrebbero tutti gli interessi a porre fine a questo evento che alimenta il mercato illegale dei cani.
L’evento alimenta la criminalità locale, aumenta il rischio di trasmissione delle malattie ed è contrario a ciò che i cinesi in media pensano.
Un’indagine, durata quattro anni e condotta in 15 città di 8 diverse province cinesi, ha smentito l’esistenza di un sistema di allevamenti su larga scala. Un risultato che conferma come la carne di cane provenga da animali randagi o rubati ai legittimi proprietari. Esistono delle strutture di allevamento, ma al massimo con circa 30 animali. E il motivo lo spiega un lavoratore rimasto anonimo: “Un tempo c’erano grandi allevamenti, ma ora non più: non sono più sostenibili. Ne avevamo uno anche noi prima, ma più grande diventava e più era alto il rischio che i cani contraessero malattie. Per di più i costi erano diventati proibitivi”.
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CRESCE IL DISSENSO LOCALE AL FESTIVAL.
Da anni l’opinione pubblica internazionale protesta per quanto accade per le strade e nei locali della città nella Regione Autonoma di Guangxi Zhuang. A protestare non sono solo gli occidentali o gli attivisti locali, ma mediamente i cinesi considerano sbagliato quanto accade al Festival. Secondo Euromonitor, in Cina ci sono circa 130 milioni di cani e almeno 27 milioni vivono come animali domestici nei centri urbani. Anche per questo le immagini delle uccisioni e macellazioni, spesso effettuate per strada, nei mercati o in locali improvvisati, urtano moltissimi cinesi. Nel 2011, sull’onda delle proteste nazionali, le autorità hanno messo fine al Jinghua Dog Meat Festival, evento simile a quello di Yulin.
CHE COSA SUCCEDE A YULIN DURANTE I GIORNI DEL FESTIVAL?
Davide Acito (attivista di Action Project Animal) in una sua intervista racconta: “Yulin è il nono girone dell’inferno per chi ama gli animali ma, soprattutto, per questi ultimi. Durante i primi giorni di festival c’è molta tensione. Da parte del governo si percepisce, proprio nel tenere sotto controllo gli stranieri, la paura che siano divulgate le informazioni a livello internazionale. La città è barricata da agenti in divisa e in borghese, locali e governativi. A me, visto che sanno che sono lì proprio per salvare i cani e far sapere quel che succede, mi hanno pedinato, seguito in tutto quello che facevo e interrogato, come mi è successo l’anno scorso. C’è una brutta energia in quei giorni. E ogni volta che ci vado non sono neanche libero di piangere in pubblico: devo farlo di nascosto per non essere “notato”. Ci sono zone dove macellano cani a cielo aperto, zone dove li vendono vivi. Ristoranti di fortuna improvvisati in strada dove servono zuppa di cane. Di solito quando mi vedono mi deridono. Mi fanno foto video mentre mi batto per i cani, come se fossi un alieno. Però lo voglio dire: non sono tutti così e una cosa che non mi piace è quando si generalizza su tutta la Cina. Ci sono dei cinesi sul posto che si fanno in quattro per aiutarmi nel progetto… Quest’anno punteremo a fare blocchi forzati dei mezzi con i cani stipati all’interno all’inverosimile, oppure a compiere direttamente blitz nei macelli. È un’attività complessa, emotivamente devastante e molto pericolosa. È in costruzione un villaggio per i cani, un’isola felice senza box o restrizioni che abbiamo infatti chiamato “Island Dog Village E.F.”. La sigla finale sta per Elisabetta Franchi, la stilista. Il centro è dedicato a lei che ha deciso di essere al nostro fianco in questa missione. È da anni che si attiva per la tutela degli animali e ha detto no alle pellicce nella sua collezione da tempo. E una delle poche persone che ha dato una mano concreta sin da subito mettendo a disposizione quel che serve non solo col centro: anche con l’acquisto di medicinali e altri sostentamenti sia dall’estero che sul territorio”.
YULIN definitivoIN MODO ILLEGALE, O LEGALE, OGNI GIORNO ESSERI SENZIENTI VENGONO UCCISI PER ESSERE MANGIATI E NON DOBBIAMO STANCARCI DI RIFLETTERE SU QUESTO ORRORE QUOTIDIANO.
UNA BUONA NOTIZIA ARRIVA DALLA SUD COREA. FORSE UN PICCOLO PASSO AVANTI.

Un tribunale locale ha dichiarato illegale l’uccisione dei cani a uso alimentare, in una sentenza che potrebbe essere un passo cruciale per mettere fuori legge la carne canina che è da lungo tempo parte integrante della dieta sudcoreana con circa un milione di cani mangiati annualmente.
Il consumo è calato decisamente da quando i sudcoreani hanno sempre più cominciato a ritenere il cane un animale d’affezione. Tra le generazioni più giovani il consumo della carne di cane è considerato un tabù e c’è una crescente pressione da parte degli attivisti contro questa consuetudine.
La sentenza è arrivata sul ricorso presentato dal gruppo animalista Care lo scorso anno contro un allevatore di cani di Bucheon, accusato di “uccidere animali senza una ragione propria” e di aver violato regole d’igiene. I giudici hanno deciso che consumare la carne non è una legittima ragione per uccidere i cani e ha multato l’allevatore a una multa di tre milioni di won (circa 2300 euro). È molto significativo che per la prima volta un tribunale stabilisca che uccidere i cani per la carne è illegale in sé” ha commentato l’avvocato di Care Kim Kyung-eun.
Invece ha criticato la sentenza Cho Hwan-ro, rappresentante di un’associazione degli allevamenti di cani che ha aggiunto “È vergognoso. Non possiamo accettare l’idea che uccidere i cani per il consumo di carne equivalga a uccidere animali per capriccio»,: «I cani per il cibo e i cani come animali d’affezione devono essere separati. Bovini, maiali, polli e anatre sono tutti allevati per essere consumati. Perché non i cani?”.
È EVIDENTE QUINDI CHE IL FINE ULTIMO DA PERSEGUIRE È LO STOP AL CONSUMO DI CARNE DI OGNI TIPO DI ANIMALE E NON LA DIFFERENZIAZIONE DEGLI ANIMALI IN CATEGORIE attribuite loro dall’uomo in base al perseguimento del proprio profitto. Questo è il fine ultimo da perseguire.
Bruna Monami
Vicepresidente LEAL Lega Antivivisezionista
FONTE
→ lastampa.it 01
→ lastampa.it 02
→ lastampa.it 03


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