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UNA SCELTA STORICA O UNA STRATEGIA PER ATTUTIRE I CLAMORI SUSCITATI DAL PROGETTO LIGHTUP?

Dic 27, 2019 | LEAL informa, Proteste e Incontri, Vivisezione

In questo momento particolare in cui si levano da ogni dove le proteste contro il progetto LIGHTUP arriva questa notizia.
Ma guarda che coincidenza.
Da una parte abbiamo 6 macachi rinchiusi in uno stabulario a cui verranno provocati danni nel campo della visione e poi saranno uccisi per completare gli studi. Questo è il progetto LIGHTUP, finanziato con 2 milioni di euro dalla UE, che ha provocato tanta indignazione e ha dato il via a proteste che non si attenuano e che vengono riportate dai media. Dall’altra abbiamo l’annuncio della “liberazione” di 9 macachi che sono stati usati nella sperimentazione animale.
Come dire “Ve ne diamo 9 ce ne lasciate 6”.

Verrebbe da pensare che i 9 macachi ormai sfruttati abbiano avuta salva la vita in cambio dei 6 macachi impiegati nel progetto portato avanti nelle Università di Parma e Torino.
Questa liberazione ci suona tanto come una strategia dell’ultimo momento. Una strategia messa a punto in un momento importante.
Siamo portati a pensare ad una mossa improntata a far credere che, sì, gli animali sono indispensabili ma tutti coloro che, purtroppo, sono costretti ad usarli sono molto preoccupati per loro.
Il Progetto Lightup sembra davvero un tentativo di ammorbidire le proteste di coloro che condannano l’uso degli animali nella ricerca.
Ai macachi, che erano arrivati nel 2008 dall’isola di Mauritius, durante tutti questi anni sono state inoculate particelle virali per testare le risposte immunitarie (che sono quelle dei macachi aggiungiamo noi).
Nell’articolo viene affermato che sono stati usati “nel rispetto del loro benessere”.
E non si capisce di quale benessere stiano parlando.
Può esistere benessere per animali che vivono chiusi in gabbie e ai quali vengono inoculate particelle virali?
Nell’articolo si legge: “È bellissimo pensare che dopo 11 anni di clausura e analisi… abbiano finalmente trascorso il Natale in vacanza”!
“Dovranno imparare a vivere in libertà” aggiungono.
Diciamo pure che semplicemente dovranno imparare a vivere perché finora la loro non è stata vita.
La VITA, quella vera, è stata negata loro dall’essere umano in nome di una falsa scienza che miete vittime.
LEAL Lega AntiVIVIsezionista
LEAL sezione Arezzo
Bruna Monami,
tel. 347 6192617
lealarezzo@gmail.com
Fonte → corriere.it
progetto lightup


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