… “ancora una volta, anche per il COVID-19, non si è certi in modo netto e chiaro dei risultati e che tutto ciò che ancora oggi viene sperimentato sull’animale trova il suo fallimento nell’applicazione clinica sull’uomo.”
“Per entrare nel merito dell’attuale pandemia, la cui causa è il nuovo Corona virus, scientificamente SARS-CoV2, responsabile di una patologia che colpisce le vie respiratorie chiamata COVID-19, la proiezione di ricerca al fine di trovare soluzioni terapeutiche per coloro che hanno la malattia, e di natura preventiva per chi ne e’ oggi esente, non da’ neanche in questo caso segnali di cambiamenti di rotta in termini di scelta degli studi diretti sull’uomo, ma reitera il fallimento dello studio sull’animale.
Vero e’ che dalle indagini fatte, il SARS-CoV2 parte dalle specie animali, ma e’ altrettanto scientificamente verificato che il ceppo virale cambiando continuamente ospite e quindi progredendo da una specie animale ad un’ altra abbia subito delle mutazioni che hanno reso il ceppo di attacco alla specie animale “uomo” specie specifico, motivo per cui la trasmissione avviene esclusivamente da uomo a uomo. Cio’ rende obbligatorio il concentrare gli sforzi sulla sperimentazione umana, abolendo le arcaiche metodologie di sperimentazione animale.”
TESTO INTEGRALE
La PhD. Prof. Mirta Baiamonte, Biomedico, Biotecnologo, Embriologo Clinico specializzato in Fisiopatologia della Riproduzione Umana e Bio Banche di Organi e Tessuti Umani per la Ricerca Human Based, Dottore in Ricerca in Neuroscienze e Neuropsicobiologia, Vice Direttore Generale dell’Istituto C.E.R.H.M. per lo studio di Microbioma Umano, Presidente di PENCO Bioscience, Vice Presidente LIMAV OdV Italia, Consulente Scientifico LEAL LEGA ANTIVIVISEZIONISTA e Direttore Scientifico LIMAV Internazionale, ha voluto precisare che le affermazioni riportate da stampa e interviste in cui vengono rese pubbliche metodi scientifici che non hanno nessun riscontro sui risultati ottenuti tramite la sperimentazione animale, ancora una volta, anche per il COVID-19 non si è certi in modo netto e chiaro dei risultati e che tutto ciò che ancora oggi viene sperimentato sull’animale trova il suo fallimento nell’applicazione clinica sull’uomo. Precisa la Prof. Mirta Baiamonte, ad oggi patologie come Alzheimer, Parkinson, SLA, Sclerosi Multipla, Autismo, Disturbi bipolari, Diabete, diverse forme di K ( carcinoma ), diverse forme di patologie degli apparati riproduttivi maschile e femminile ( cause di infertilità o sterilità ) trovano terreno fertile nell’uomo perché’ mai indagate in modo diretto sulla specie umana.
Per entrare nel merito dell’attuale pandemia, la cui causa è il nuovo Corona virus, scientificamente SARS-CoV2, responsabile di una patologia che colpisce le vie respiratorie chiamata COVID-19, la proiezione di ricerca al fine di trovare soluzioni terapeutiche per coloro che hanno la malattia, e di natura preventiva per chi ne e’ oggi esente, non da’ neanche in questo caso segnali di cambiamenti di rotta in termini di scelta degli studi diretti sull’uomo, ma reitera il fallimento dello studio sull’animale.
Vero e’ che dalle indagini fatte, il SARS-CoV2 parte dalle specie animali, ma e’ altrettanto scientificamente verificato che il ceppo virale cambiando continuamente ospite e quindi progredendo da una specie animale ad un’ altra abbia subito delle mutazioni che hanno reso il ceppo di attacco alla specie animale “uomo” specie specifico, motivo per cui la trasmissione avviene esclusivamente da uomo a uomo. Cio’ rende obbligatorio il concentrare gli sforzi sulla sperimentazione umana, abolendo le arcaiche metodologie di sperimentazione animale. Ancora oggi si parla di vaccino (probabilmente pronto tra 2 anni ) e di farmaci antivirali. I primi dati che arrivano circa l’uso dell’antivirale, e in questo ambito di molecole differenti, e che non fanno nulla.
Nessuno, se non pochi e non ascoltati, spinge verso l’ozonoterapia: l’ozono è un gas che, in natura, si forma nell’atmosfera grazie a scariche elettriche che modificano la stabile struttura molecolare dell’ossigeno (O2), trasformandolo in O3. Proprio dall’instabilità di questo gas derivano le sue proprietà benefiche. Esponenti della SIOOT confermano che l’ozono e’ in grado di distruggere batteri e virus. Grazie alla sua capacità di ossidazione, uccide i batteri attaccando la struttura molecolare delle loro membrane protettive e alterandone gli enzimi interni. Modificando la composizione molecolare di muffe, funghi e alghe, riesce ad annientarli. L’ozono è inoltre in grado di penetrare nelle strutture interne dei virus, danneggiando gli acidi nucleici virali e impedendo così la loro replicazione. Non esiste quindi batterio, virus o fungo che possa resistere a una corretta dose di ozono, somministrata nei tempi giusti. Inoltre, normalizza e riequilibra il sistema immunitario, intervenendo contro le immunodeficienze e contro le risposte in eccesso come, per esempio, nel caso delle allergie. Senza dimenticare le sue proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie, e la capacità di migliorare il metabolismo cellulare. La terapia con ossigeno ozono ha un’azione virustatica nel momento in cui il virus è presente all’interno dell’organismo umano, fermando così la replicazione del virus.
Ci si chiede come si possa ancora oggi, dinanzi a drammatiche situazioni che stanno mettendo in ginocchio le differenti nazioni del mondo , dinanzi ad una pandemia che sta mietendo vittime in modo determinato e veloce , utilizzare sempre le stesse note musicali, stonatissime, nel valutare lo studio per prendere in mano la situazione da un punto di vista di ricerca scientifica che possa dare i giusti protocolli clinici, non grazie a studi diretti sull’uomo, visto che il ceppo virale del nuovo coronavirus e’ divenuto altamente specie specifico, ma ancora sull’animale. A questo si aggiunge la scelta di inoculare il virus, e a concentrazioni elevatissime, su cani e gatti, partendo dalla Cina, seguita adesso dagli Stati Uniti, per scoprire che il gatto e’ resistente al virus, il cane sviluppa dei sintomi, e che i proprietari sembra che abbiano trasmesso il virus al proprio animale domestico, quindi, addirittura, essendo l’uomo ad essere il danno per l’animale e non il contrario. Ci si chiede quindi perche’ causarne la malattia artificialmente. Quid prodest? Sorge una riflessione doverosa e che fermi soprattutto l’offesa all’intelligenza dell’ essere umano, soprattutto per gli “addetti ai lavori”: a cosa serve andare ad inoculare il virus, e anche ad alte dosi al cane e al gatto, creando un contesto di patologia artificiale ( indotta farmacologicamente ) e non naturale, dove il sistema immunitario dell’animale viene sottoposto ad una condizione di stress, scelta dalla mano dell’uomo e non da un percorso naturale, a maggior ragione dopo che e’ stato gia’ ampiamente spiegato dalla Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani ( FNOVI) che gli animali non si ammalano di COVID-19 e non lo trasmettono?; e come si puo’ accettare che in questi giorni la Federazione Italiana Scienze della Vita torna a chiedere che in Italia si possano fare le sperimentazioni animali cosi’ come sono possibili gia’ negli altri paesi europei, anche per il COVD-19 ?; non e’ ammissibile che non si tenga conto della rivoluzione che sta nascendo nell’ambito della produzione dei farmaci, ovvero la nuova era dei farmaci a DNA. Infatti, il sequenziamento del genoma umano e la possibilita’ di sintetizzare su misura brevi sequenze di acidi nucleici, hanno aperto la strada allo sviluppo di terapie che intervengono direttamente sul DNA umano, e non su DNA di primati non umani; ovvero la costruzione di nuovi geni per la sostituzione di quelli mal funzionanti, o di costruirne dei nuovi per “silenziare” i geni umani causa di patologie umane. Questo tipo di principi attivi sono definiti SNA, Acidi Nucleici Sferici, di estrema efficacia, dotati di alta capacita’ di introduzione nelle cellule umane, addirittura aprendo alla possibilita’ di differenziare la tipologia di terapie rispettando le differenze etniche, verificando infatti gia’ risultati su soggetti di pelle bianca per alcune patologie, non considerando varianti geniche che provocano malattie differenti in persone non bianche. Gia’ un tale dato frutto di studio sull’uomo, rende perfettamente chiaro un altro dato: se le variabili all’interno della specie umana sono cosi’ dettagliatamente alte, affidate al DNA, come si puo’ concepire ancora oggi lo studio di patologie su altre specie animali differenti dall’uomo, dove le altrettante variabili sono specie specifiche e intra specifiche ?. Per restare sulla SARS-COV2, le SNA possono essere sia molecole di DNA che molecole di RNA, e possono essere in grado di aggredire tumori cerebrali e altre malattie che sfuggono ai farmaci progettati in modo convenzionale, come prima riportato. Pertanto, in presenza dei tragici eventi confermati dai numeri impressionanti di deceduti, dove si possono sviluppare in ambito di terapia medica farmaci di dimensioni nanometriche che viaggino nel corpo, composti da oligonucleotidi, cioè’ filamenti di DNA o RNA (quest’ultimo utile nel caso dei virus) in grado di dire alla cellula cosa deve fare cosa non deve fare, e’ inaudito che si debba sentire un politico come Matteo Renzi che in una intervista di questi giorni invita gli italiani a prepararsi a convivere con il Coronavirus per almeno 2 anni, il tempo per produrre il nuovo vaccino in questione. Ci si domanda, per cosa ?. I tempi di un fantomatico altro vaccino, frutto di sperimentazione animale, che, nel momento in cui va in commercio, risulta “operativo” su un circuito dove il SARS-CoV2 e’ gia’ nuovamente mutato molte volte, per assumere un “volto” genetico differente e nuovo ?. Al contrario, si parla gia’ di applicazione delle SNA direttamente sull’uomo, e quindi, sarebbe utile iniziare ad indirizzare gli sforzi verso nuove metodologie, mirate, “chirurgiche” a livello biomolecolare, dirette, radicali, veloci. E noi cosa pensiamo ? su cosa argomentiamo ? ancora di sperimentazione animale ? e con quale rispetto verso tutti i defunti da COVD – 19 ? e con quale rispetto verso chi ancora risulta esente da sintomi ?. Gli SNA oggi eviterebbero i problemi che hanno pesato sui tentativi di sviluppo dei farmaci tradizionali. Questi ultimi sono aspecifici, ovvero sono farmaci che possono agire su molti organi e cellule, non soltanto su quelli malati, e quindi generano diversi effetti collaterali, dove, gli attuali foglietti illustrativi delle scatole dei farmaci, ne riportano quantità’ industriali, e’ proprio il caso di definirli “industriali”. Gli SNA, possono invece essere progettati per interferire ed agire solo sui geni che vengono identificati come cause di determinate malattie, o con le molecole che trasmettono le istruzioni date dai geni per controllare e direzionare il comportamento di una cellula o di un organo. Per tale motivo, il National Institutes of Health, gia’ dal 2018, ha lanciato un programma di reclutamento dati a un milione di persone, di differente provenienza etnica, di fornirci informazioni sanitarie di ogni genere lungo il corso della propria vita.
Hanno gia’ aderito 250.000 persone, e possono aderire tramite un sito web, attraverso il quale mettono a disposizione della ricerca cartelle cliniche, rispondono a questionari su salute, stili di vita, aggiungendo punti di reclutamento in ospedali e centri medici dove gli aderenti allo studio human based possono portare campioni di sangue e urine per aiutare i ricercatori a studiare il loro DNA. Questa deve essere la nuova proiezione della ricerca scientifica. Lo studio sull’uomo per l’uomo. Lo studio sul Microbioma Umano oggi sta dando risultati sorprendenti per comprendere l’origine di molte patologie e il metodo per la loro prevenzione oltre per la loro cura. E anche qui si studia l’infinito mondo dei virus, dei batteri e dei miceti (funghi) che vivono in simbiosi con noi, e che delle variabili dello stato della nostra salute sono spessissimo causa. Il dramma della SARS-CoV2, causa del COVID-19, richiede lo studio su specie umana, e la sperimentazione direttamente sull’uomo. In ambiti scientifici human based, dove si studiano le funzioni degli organi on chips, dove si riproducono organi e tessuti su stampanti 3D, le pagine della arcaica ricerca si muovono sulle note della sperimentazione animale, sul pensare a come produrre il nuovo vaccino dell’era attuale, vaccino si ma non proveniente da studi sull’animale, piuttosto e soltanto da studi sull’uomo. Aggiungo, infine, nel rispetto di tutti gli esseri senzienti, altresì’, immorale, oltre che irresponsabile fare delle dichiarazioni alimentando solo ed esclusivamente ulteriori allarmismi inducendo confusione presso l’opinione pubblica che non essendo addetta ai lavori, penserà bene di sbarazzarsi dei propri animali domestici causando altre forme di isteria di un popolo che versa ormai nel totale sbaraglio frutto di un potenziale caos irrazionale. Preciso che la mia volontà’ cosi’ come quella di tanti altri miei colleghi vuole essere quella di fare chiarezza sugli aspetti scientifici nell’interesse soprattutto della popolazione, oltre che degli animali tutti.
Antonino Mario D’Agostino
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