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ANIMALISMO: FUGATTI HA GIÀ FIRMATO L’ORDINANZA DI ABBATTIMENTO DELL’ORSO. LEAL FA ACCESSO AGLI ATTI E RICORRERÀ AL TAR

Giu 26, 2020 | Argomenti, LEAL informa, Proteste e Incontri

Il dado è tratto e l’implacabile governatore del Trentino Maurizio Fugatti ha firmato oggi l’ordinanza di abbattimento dell’orso che il 22 giugno è stato accusato di avere aggredito due cacciatori in passeggiata; l’animale ancora sconosciuto sarà identificato grazie ai test genetici.

Il pessimo rapporto che il Trentino ha instaurato con i selvatici, soprattutto orsi e lupi, non si smentisce e ancora una volta il Pat sceglie di passare alle vie di fatto e come da tradizione sarà il plantigrado a pagare il prezzo dell’ignoranza e dell’arroganza umana.
Le dinamiche dell’episodio non sono affatto chiare, e le dichiarazioni rilasciate alla stampa e ai forestali dai due uomini si trovano discordanti. Ora LEAL le sta esaminando con l’avvocato Aurora Loprete. I due uomini, padre e figlio, si sono imbattuti nell’orso, il più giovane cade e racconta di essere stato sovrastato dall’animale mentre il padre per difendere il figlio lo ha colpito ripetutamente con forza, suscitando in questo modo la naturale reazione dell’orso che, per dare un segnale di avvertimento, si è limitato a rispondere ai colpi. È evidente che se avesse voluto uccidere non avrebbe avuto alcuna difficoltà a farlo. I due sprovveduti camminatori che hanno riportato graffi e uno di loro una frattura, sono stati dimessi il 24 giugno.
Ancora un volta la peggio l’avrà lo sfortunato orso che non possiamo escludere che possa essere una femmina con prole da difendere. D’altra parte i due intrusi hanno dimostrato di non avere alcuna conoscenza di come ci si relaziona con un plantigrado, pur abitando in un territorio che ne ospita. Infatti, anziché trasmettere segnali di calma con le loro reazioni scomposte hanno presumibilmente spaventato l’animale.
LEAL ha già fatto accesso agli atti e ricorrerà al Tar in quanto è ancora tutta da dimostrare la pericolosità di questo orso e non sono state neppure previste misure alternative non cruente.
Grazie a decisioni che nulla hanno a che fare con il rispetto e la tutela degli animali, ricordiamo che M49, diventato famoso per le sue fughe rocambolesche, è ancora prigioniero al Casteller, una struttura gestita da una associazione di cacciatori, in uno spazio troppo piccolo per lui.
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