LEAL ringrazia Stefania e Barbara per la loro lotta per gli orsi del Trentino, che le vede impegnate con uno sciopero della fame che si protrae ormai da ben più di 40 giorni. Confermiamo il nostro impegno che come associazione e singoli individui stiamo spendendo per questa causa di giustizia.
Sottoscriviamo queste richieste che mai come oggi devono essere rafforzate visto la raggelante uscita dell’Assessora all’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca della Provincia di Trento, Giulia Zanotelli che proprio poche ore fa ha reso noto come l’abbattimento degli orsi sia da prendere in considerazione per gli esemplari considerati pericolosi visto gli elevati costi per eventuali soluzioni strutturali: “Queste soluzioni sono molto impegnative in termini di esborsi – commenta Zanotelli – e non costituiscono una soluzione nel lungo periodo. In questo senso è necessario prendere in considerazione sin da subito anche l’abbattimento quale strumento funzionale alla rimozione di esemplari problematici o pericolosi”.
Di fronte a tanto si ritiene necessario ribadire che la richiesta di liberazione non è negoziabile. Gli animali non chiedono prigioni più spaziose ma la libertà, che è un diritto acquisito di ogni essere vivente.
LEAL DALLA PARTE DEGLI ORSI
RENDIAMO PUBBLICA LA RACCOMANDATA R/A A SERGIO COSTA E AL GENERALE MASSIMILANO CONTI
c.p.c. concordata e accettata
Leal Lega Antivivisezionista
e
Salviamo gli Orsi della Luna
Alla c.a. Comandante Raggruppamento
Carabinieri CITES Generale M. Conti
Via Giosuè Carducci 5
00187 ROMA (RM)
Alla c.a. Ministro S. Costa
Ministero Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare
Via C. Colombo 44
00147 ROMA (RM)
per conoscenza:
LEAL
via Settala, 2
20124 Milano
Salviamo gli Orsi della Luna
Via S. Felice 4/B
40122 BolognaOggetto: Interrogazione
Ministro, Generale,
Come Voi ambedue al corrente, io sottoscritta Stefania Sbarra con Barbara Nosari siamo in sciopero della fame dal 21 settembre 2020 costrette dalla politica italiana a questa forma di rivendicazione dei diritti violati a danno della popolazione degli Orsi del Trentino.
Sciopero della fame come azione politica che sta riscontrando, per l’importanza del tema trattato, appoggio da parte della opinione pubblica e da parte delle associazioni animaliste e dal quale, come già annunciato pubblicamente, non è nostra intenzione recedere sino a quando non sarà restituita la Libertà ai prigionieri del Casteller e non saranno definite le responsabilità intrinseche alla medesima vicenda.
Di questa lettera e del suo dipanarsi saranno fatte partecipi il pubblico e le associazioni animaliste in indirizzo e tutti i portatori di interesse che ne vorranno essere parte.
Il motivo della stessa è riconducibile nel frangente alla situazione dei tre Orsi prigionieri al Casteller e allo stesso inteso nella terribile accezione di prigione.
Partendo dal presupposto che tutta la vicenda della reintroduzione degli orsi in Trentino grazie ad un progetto milionario finanziato anche dai cittadini europei ed italiani, presenta ombre inquietanti sulle varie dinamiche di scomparsa – uccisione – prigionia degli animali a seguito di imperscrutabili imputazioni di reati che in realtà sfuggono alla deontologia, alla ragione e al criterio oltre che al senso di giustizia e di pietà verso gli animali peraltro contemplato dall’art. 727 c.p.
Inoltre, la specie in questione ovvero Ursus Arctos è annoverata tra quelle a più assoluta tutela nazionale ed internazionale essendo una specie di notevole valore naturalistico considerata come “specie ombrello” la cui tutela garantisce la conservazione delle altre specie animali e vegetali.
L’interesse verso questa specie è comunitario e l’Italia ha ratificato e si è impegnata nell’obbligo di osservanza del divieto di esercitare qualsiasi forma di cattura – custodia – uccisione deliberata della specie in oggetto e con la responsabilità di assicurare uno stato di conservazione soddisfacente alle popolazioni di orso bruno presenti sul territorio nazionale e ai loro habitat impegnando le regioni a mettere in atto le azioni di tutela gestione e monitoraggio delle stesse (Convenzione di Berna – Convenzione di Washington con la normativa CITES – Direttiva Habitat 92/43CEE).
Abbiamo letto con attenzione e ripetutamente sia la cartella clinica Orsi Casteller marzo settembre 2020 che il verbale del sopralluogo presso la struttura detentiva di orsi denominata Casteller.
Soprassedendo sul disgusto che è d’obbligo provare verso un Paese che legifera in materia di “strutture detentive” per animali nati in Natura siamo a chiedere a lei Signor Ministro e a lei Generale risposta a quanto segue:
– Qual è il motivo valido ai sensi di onestà intellettuale e morale nonché ai sensi di legge, della accurata omissione nella stesura del verbale del sopralluogo dell’articolo 544 TER C.P. che rubricato “MALTRATTAMENTO DI ANIMALI” stabilisce letteralmente che “Chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie, comportamenti o fatiche o lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
e ancora:
“La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale”.
Il maltrattamento di animale da semplice contravvenzione assurge oggi al rango di delitto con la previsione della reclusione.
Qual è il motivo valido ai sensi di onestà intellettuale e morale nonché ai sensi di legge, della palese latitanza da parte delle Autorità italiane nell’ottemperare a quanto ratificato in ambito di Convenzione di Berna a tutela e conservazione della fauna selvatica oggetto di assoluta protezione come essere l’orso bruno.
La disamina della cartella clinica ad ogni suo passaggio costituisce la prova lampante della violazione dei principi cardini che hanno ispirato le norme a tutela della fauna selvatica pertanto siamo a ribadire di voler conoscere i motivi che hanno impedito e impediscono il sequestro della struttura di detenzione denominata Casteller e la mancata applicazione del reato di maltrattamento di Animale ravvisabile invece ad ogni intervento umano sui plantigradi.
Inoltre, vogliamo sapere i motivi della inamovibilità istituzionale nei riguardi di questa vicenda terribile che coinvolge animali e umani.
In attesa di riscontro
distinti saluti
Stefania Sbarra
Barbara Nosari
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