Ricerca senza test sugli animali: due italiani tra i vincitori del Lush Prize. Domenico Gadaleta (Istituto Mario Negri) e Edoardo Carnesecchi (Università di Utrecht) portano avanti studi sugli effetti di sostanze chimiche usando intelligenza artificiale e simulazioni computerizzate: “Sono più efficaci, più etiche e meno costose”.
Big data e intelligenza artificiale possono essere una valida alternativa alla sperimentazione animale nella ricerca, in particolare nel campo della tossicologia. È questo il leit motiv dell’edizione 2020 del Lush Prize, il concorso internazionale promosso dall’azienda fondata da Mark Constantine, sempre in prima linea nelle battaglie per i diritti civili, per la sostenibilità ambientale e per la tutela degli animali.
Il contest, varato otto anni fa, eroga ad ogni edizione 250mila sterline a favore di ricercatori che conducono progetti con metodologie alternative all’impiego di esseri viventi. E a questo giro tra i vincitori ci sono anche due italiani, entrambi si sono distinti della categoria Giovani Ricercatori e hanno ricevuto un premio di 10mila sterline.
LEAL PER L’ABOLIZIONE DELLA VIVISEZIONE
Video della premiazione