La verità e la sofferenza dietro i numeri e le parole. Sono state recentemente pubblicate le statistiche relative all’utilizzo di animali utilizzati per fini sperimentali nel 2018 in Italia (Gazzetta Ufficiale n.26 del 01-02-2022).
Manuela Cassotta
Biologa, Medical writer
Seppure in leggera e non significativa diminuzione rispetto all’anno precedente, il numero di animali utilizzati per la sperimentazione rimane sorprendentemente alto. Sono infatti oltre mezzo milione le vittime animali sacrificate nei laboratori italiani, (precisamente 557.426 contro i 580.07 del 2017), nonostante le leggi nazionali e il contesto europeo richiedano che il ricorso agli animali sia limitato ai soli casi in cui “per ottenere il risultato ricercato, non sia possibile utilizzare altro metodo e dando totale priorità a modelli sostitutivi che non prevedono animali”. Nonostante l’obiettivo finale della Direttiva 2010/63/EU sia la completa sostituzione degli animali con metodi di ricerca innovativi che non ne fanno uso, questo goal continua ad essere ampiamente disatteso nel nostro Paese.
Mentre in Olanda è stato messo in atto un piano per la riduzione dei test sugli animali entro il 2025, e mentre l’Epa, agenzia governativa per la protezione dell’ambiente degli USA, mira a ridurre il numero di animali del 30% entro il 2025, per poi abolirli quasi totalmente entro il 2035, noi siamo ancora fortemente radicati ad un sistema di ricerca – quello basato sul modello animale – costoso, discutibile dal punto di vista scientifico ed etico. Ricordo che le statistiche NON includono gli animali utilizzati dopo la soppressione, gli animali soppressi al solo fine di ottenere organi o tessuti, le forme fetali ed embrionali di specie di mammiferi, e gli invertebrati (esclusi alcuni cefalopodi).
Specie utilizzate
Rispetto al 2017, è cresciuto l’utilizzo di roditori, conigli, bovini, capre, polli, e pesci, mentre il numero di Primati impiegati nella ricerca continua ad essere molto alto, nonostante i rigidi requisiti richiesti per il loro utilizzo ed il crescente riconoscimento dei Primati a livello globale quali esseri senzienti meritevoli di particolare tutela.
Sono ben 512 le scimmie utilizzate nei laboratori italiani nel 2018, nonostante il pubblico dissenso e numerose evidenze scientifiche e giuridiche dimostrino da tempo l’insostenibilità di tali modelli. Si veda ad esempio “Non-human Primates in Neuroscience Research: The Case Against its Scientific Necessity”. La maggior parte delle scimmie viene importata da Paesi poveri come Asia e Africa.
È importante far notare che oltre il 70% degli animali viene utilizzato per fini diversi da quelli regolatori, che richiedono l’obbligo legale dei test sugli animali. Ciò significa che anche laddove si potrebbe favorire l’uso di metodologie innovative incentrate sulla biologia umana, si preferisce invece rimanere ancorati ad un approccio di ricerca obsoleto e riduzionista. Nella terza decade del XXI secolo, considerati gli enormi sviluppi nelle nuove metodologie che permettono di studiare la biologia umana in sistemi pertinenti all’uomo, questi numeri non sono più accettabili.
È altresì inaccettabile il grande numero di animali ancora utilizzati per la formazione e l’istruzione (1439!) nonostante in Italia vi sia un divieto di procedure didattiche su animali (che prevede deroghe solo per l’alta formazione universitaria), sia vigente già dal 1993 la legge sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale e numerosi metodi alternativi siano da tempo disponibili.
Gravità delle procedure
La gravità della procedura è determinata in base al livello di dolore, sofferenza, angoscia o danno prolungato cui viene sottoposto il singolo animale nel corso della procedura stessa.
Quasi la metà degli animali utilizzati (255.213) sono stati sottoposti a procedure appartenenti a categorie di dolore moderato o grave. Esempi di procedure che ricadono in tali categorie sono: test di tossicità cronica/cancerogenicità, impianto chirurgico di cateteri o dispositivi biomedici, trapianto di organi in cui il rigetto può causare angoscia intensa o deterioramento grave, nuoto forzato fino all’esaurimento, privazione di cibo, movimento e isolamento prolungati, modelli di induzione di tumori o tumori spontanei che causano malattia progressiva letale associata a dolore, angoscia o sofferenza di lunga durata. Persino per i Primati sono tristemente in aumento le procedure di livello “moderato” e “grave”.
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CAUSALE: RICERCA SENZA ANIMALI
LEAL PER L’ABOLIZIONE DELLA VIVISEZIONE