La Milano Fashion Week è un evento importante nel mondo della moda, ma recentemente ha ricevuto attenzione per le preoccupazioni legate all’impatto ambientale e al benessere animale. In questi giorni sulle passerelle milanesi sfilano le collezioni di moda per l’autunno inverno 2025. Alcuni marchi sono stati criticati e sono criticati perchè incrementano il commercio di pellicce. Ancora tanto c’è da lavorare e sensibilizzare il pubblico e i produttori, non solo per l’uso di pellicce di animali ma anche per altri materiale quali: la lana, la seta, la piuma e la pelle. Ci dobbiamo impegnare per diffondere consapevolezza supportati anche da una crescente richiesta da parte del pubblico di una produzione più etica e sostenibile nella moda, che tiene conto del benessere degli animali e dell’ambiente.
Alcune case di moda, tra questi Max Mara purtroppo ancora sostengono il crudele commercio di pellicce. Molti brand invece sono stati d’esempio e hanno abbandonato l’uso delle pellicce. Tra questi abbiamo Prada, Versace, Valentino e Dolce & Gabbana, Giorgio Armani, Versace, Prada, Miu Miu, Church’s, Car Shoe, Alexander McQueen e Balenciaga che hanno annunciato l’abbandono dell’uso delle pellicce animali nelle loro collezioni, supportando così una moda più etica e sostenibile. Anche Gucci ha eliminato le pellicce introducendo purtroppo l’utilizzo della pelle di animali esotici allevati e uccisi crudelmente. Questa scelta deplorevole è stata al centro di proteste di attivisti durante la settimana della moda milanese della collezione primavera estate 2024
Tuttavia questo a chi difende i diritti degli animali, l’ambiente e l’ecologia della mente e delle proprie scelte la sola abolizione delle pellicce non può e non deve bastare.
La produzione di lana è associata a pratiche crudeli verso gli animali. Ad esempio, il mulesing è un metodo crudele in cui la pelle delle pecore viene strappata via senza anestesia, per prevenire la crescita della lana in quel punto. Questa pratica è diffusa in molte parti del mondo, in particolare in Australia, il principale produttore di lana. Oltre al mulesing, ci sono altre forme di maltrattamento verso le pecore impiegate per la produzione di lana, come la tosatura in condizioni disumane.
La seta a sua volta impatta sugli animali, in quanto il processo di produzione comporta la bollizione dei bozzoli del baco da seta che uccidendo i bachi. Tuttavia, esistono alternative sostenibili e biodegradabili di origine vegetale alla seta: la seta di loto, la seta di ananas, la seta di cactus e il cotone sateen.
Ormai è noto a tutti che la produzione di piume d’oca è associata a pratiche crudeli. Le oche vengono sottoposte a spennature dolorose e talvolta letali per ottenere le piume. Questo processo avviene in diversi paesi ma i maggiori produttori sono principalmente la Cina, la Polonia e l’Ungheria. Le piume d’oca possono essere sostituite con materiali sintetici, riducendo speriamo fino alla totale sostituzione le piume d’oca e le conseguenti queste pratiche crudeli
Come per tutti i materiali di origine animale anche la produzione di accessori e abbigliamento in pelle è associata a varie forme di crudeltà nei confronti degli animali. Per evitare lo sfruttamento animale e per ridurre l’impatto negativo sull’ambiente molte aziende stanno adottando materiali alternativi e vegani per la produzione di scarpe,accessori moda e casa e abbigliamento: l’Alcantara, la microfibra e la finta pelle ma anche materiali vegetali che includono il sughero, la canapa, il cotone e materiali innovativi ricavati dalla buccia della frutta, come l’ananas, la mela, l’uva e la banana. Materiali molto belli esteticamente e sempre più utilizzati nella moda per la produzione di scarpe, borse, cinture e altri accessori.
LEAL sostiene e diffonde un consumo critico anche per quanto a moda vegan e senza crudeltà che si impegna a che escludere completamente i materiali di origine animale e ad utilizzare materiali e processi che non siano testati sugli animali e rispettino l’ambiente.
LEAL INCONDIZIONATAMENTE DALLA PARTE DEGLI ANIMALI
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