Il Servizio Faunistico della Provincia di Trento nega a LEAL l’accesso al Centro Faunistico Casteller come da richiesta da loro ricevuto lo scorso 28 febbraio.
Nonostante le rassicurazioni del Servizio Faunistico che definiscono buono come attesta il veterinario che li segue,
questo diniego genera legittime preoccupazione per le condizioni di salute psico fisica degli orsi JJ4, Gaia e di M49, Papillon che sono ancora detenuti in questo luogo nato come Centro Recupero Fauna Selvatica e trasformatosi in un carcere per i plantigradi. Gli orsi, che in natura riescono a trovare diverse attività stimolanti tra le quali la stessa ricerca del cibo. Sono animali abituati a grandi spazi e a percorrere anche 30 chilometri al giorno mentre la cattività al Casteller li costringe a vivere in spazi esigui.
Ricordiamo che l’orsa JJ4, Gaia, è stata catturata e rinchiusa al Casteller dopo essere stata accusata dell’aggressione al 26enne Andrea Papi il 5 aprile nei boschi di Caldes. Su di lei pendeva una condanna da morte dopo che il Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti aveva firmato l’ordine di abbattimento. A oggi il Tar di Trento al quale LEAL aveva fatto ricorso, ha sospeso i giudizi sull’abbattimento rimettendo gli atti alla Corte di giustizia europea.
L’orso M49 chiamato Papillon è diventato famoso per le sue due fughe rocambolesche dal Casteller; era stato catturato nel 2019 perché accusato di incursioni e predazioni di animali da allevamento e dopo le sue evasioni, è stato nuovamente catturato e rinchiuso nel centro dove è tutt’ora rinchiuso.
Il Casteller è stato oggetto di ispezioni e critiche per le condizioni di vita degli orsi. Una relazione dei carabinieri del Cites ottenuta tramite accesso agli atti e diffusa in esclusiva da LEAL nell’ottobre del 2020 aveva evidenziato una situazione di stress psico-fisico molto severa per gli orsi. Per M49, erano state sottolineate le problematiche legate alla sua cattività e resi noti i tentativi di gestire il suo comportamento attraverso l’uso di farmaci.
Se la risposta del Servizio Faunistico ribadisce che l’accesso all’area è vietato al pubblico. Tuttavia contestiamo il fatto che associazioni nazionali che come LEAL che sono sempre state in prima linea con azioni legali, ricorsi, accessi agli atti e presenza sul territorio, vengano considerate alla stregua di visitatori comuni.
Siamo di fatto referenti istituzionali legittimati per il nostro ruolo ad ottenere la possibilità di accedere e accertare la presenza e le condizioni degli orsi detenuti.
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