La questione della vivisezione ha suscitato un crescente dibattito etico e sociale, specialmente negli ultimi decenni. ll primo movimento antivivisezionista documentato è la Victoria Street Society, fondata nel 1875 in Inghilterra da George Hoggan e altri attivisti. Questo movimento si oppose con forza alla vivisezione, sostenendo che nessun esperimento sugli animali fosse giustificabile o necessario.
La crescente consapevolezza della sofferenza inflitta agli animali portò a una maggiore attenzione pubblica, culminando nella promulgazione della Legge sulla protezione degli animali nel 1876 in Inghilterra, che mirava a limitare la crudeltà nella sperimentazione animale.
Tuttavia già dagli anni , molte persone hanno iniziato a prendere coscienza della crudeltà di tali pratiche anche nel intorno agli anni 20 con proteste sulla pubblica via. Oggi, nel 2024, il tema rimane di grande attualità anche grazie ad Associazioni come LEAL Lega Antivivisezionista, fondata nel 1978 da Kim Buti. LEAL dai suoi esordi si è impegnata per un’evoluzione normativa che ha cercato di bilanciare il progresso scientifico con il benessere animale (già negli anni ’30, in Italia, si sono poste le basi per una legislazione che iniziasse a tutelare gli animali da trattamenti crudeli). Successivamente per la ricerca, si è passati a metodologie di ricerca avanzate che sono anche oggi sempre più perfezionate e implementate e che si avvalgono di metodi sostitutivi senza l’utilizzo di animali.
Nonostante questo la vivisezione continua a essere praticata e giustificata da alcuni come necessaria per la ricerca scientifica. Ed è a questo punto che si evidenzia la necessità di un cambiamento di paradigma: sempre più persone sostengono che il progresso scientifico possa avvenire senza infliggere sofferenze agli animali.
LEAL ha iniziato da subito a denunciare la sofferenza che la sperimentazione in vivo causa agli animali: condizioni terribili e dolore fisico e psicologico e tra le molteplici torture inflitte vi sono molti esperimenti comportano fratture, ustioni e altre forme di maltrattamento.
LEAL è consapevole che i peggiori nemici degli animali sono le multinazionali del farmaco che finanziano la ricerca in vivo e per questo sostiene e contribuisce alla promozione e diffusione dei metodi alternativi alla sperimentazione animale, come modelli computazionali e tecniche in vitro, che possono fornire risultati altrettanto validi senza coinvolgere animali vivi. LEAL si batte affinché la società scientifica e civile sia chiamata a riflettere su come procedere in modo etico nel progresso scientifico senza compromettere la vita e il benessere degli esseri viventi.
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