Rosalba Filippelli, responsabile della sezione LEAL Catania, all’evento organizzato da Mario Bonica a Catania venerdi 13 aprile dalle ore 17.00 alle ore 20.30, Coro di Notte, ex Monastero dei Benedettini.
Programma
Il 14 aprile del 1958, dopo cinque mesi dal lancio e dopo aver compiuto 2.570 giri intorno alla Terra, lo Sputnik-2 rientra nell’atmosfera disintegrandosi in una fiammata luminosa.
Esattamente sessant’anni dopo, il grido d’amore di Anna Maria Ortese torna a riecheggiare attraverso le pagine del libro di Randagio Clandestino, “Storia di Laika che diventò una stella”, Algra Editore.
Ne discutono con l’autore il professore Antonio Di Grado, dell’Università di Catania, e Dario Stazzone, presidente del Comitato Catanese della Società Dante Alighieri.
Interventi musicali di Gregorio Lui, Alessandro e Sofia Campanella e letture di Cinzia Insigna.
Seguirà sul sagrato della Chiesa di San Nicolò l’Arena alle 19.30 luminaria per “evocare” il ritorno di Laika, ovvero di tutte le vittime dell’ingiustizia umana.
“L’uomo non ha alcun diritto di sperimentare sugli animali, in laboratorio o lanciati nello spazio per un viaggio di sola andata. Il giorno 13 aprile Laika ci ricorderà anche questo: non abbiamo alcun diritto di fare ancora sperimentazione sugli animali”: Telethon che finanzia la sperimentazione animale sarà presente a Catania con una raccolta fondi in piazza Università proprio il giorno dell’evento. Un motivo in più per essere presenti numerosi.
→ L’evento è promosso dagli organizzatori anche su fb
Anche LEAL vuole ricordare Laika e la sua storia, una piccola randagia vittima di una sperimentazione che LEAL si batte per abolire. A cosa è servita la morte di Laika se siamo andati sulla luna e non siamo capaci di dare una svolta alla ricerca che non conosce progresso infliggendo torture su animali di ogni specie, testando ogni sostanza senza alcuni limite e procedure e tecniche di ogni genere e tipo.
La storia di Laika prigioniera dello spazio e vittima della sperimentazione animale rappresenta tutti gli animali vittime dei laboratori di vivisezione.
Laika ingannata dall’uomo, da chi la raccolse dalle strade di Mosca illudendola di offrirle un riparo e del cibo, per poi tradirla e sottoporla ad un crudele e ferreo addestramento prima di lancio in orbita nel novembre del 1957. I russi dissero che aveva resistito 7 giorni: non era vero Laika non visse nello spazio, la cagnetta morì 5 ore dopo il lancio, piccola, mansueta e terrorizzata già dalla preparazione al lancio quando veniva rinchiusa nel frullatore della centrifuga che le spingeva il cuore fino a tre volte il normale ritmo cardiaco a causa della fatica causata dall’accelerazione gravitazionale e della paura. Solo successivamente i ricercatori russi ammisero che si faceva prendere dal panico perché il cuore impiegava poi il triplo di tempo rispetto alle sue compagne di esperimento Mushka e Albina a tornare a velocità normale. Laika fu cremata l’8 aprile del 1958, quando lo Spuntik-2 perse velocità e rientrò nell’atmosfera. Lei che era stata così in alto ripiombò molto in basso, nella miseria della crudeltà e ambizione umana e di una “scienza” spietata. Lei non avrebbe scelto di morire e di passare quell’inferno. Le hanno dedicato un monumento “e pensano di aver fatto pace con le vittime animali”.
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