PhD Mirta Baiamonte, referente scientifico di LEAL, risponde con richiesta di pubblicazione al vergognoso e fazioso articolo pubblicato su Corriere.it Torino (→ leggi l’articolo online).
Fintanto che i media in generale saranno al soldo delle multinazionali e di Big Pharma o di chi fa della ricerca e della scienza una ragione di lucro e di prestigio professionale la ricerca rimarrà una paleoricerca.
LEAL PER L’ABOLIZIONE DELLA VIVISEZIONE
Preg.mo Direttore Marco Castelnuovo,
Sono la Prof. Mirta Baiamonte, Biomedico, Biotecnologo, Embriologo Clinico e Ricercatore Human Based.
Dottore in Ricerca in Neuroscienze e Disturbi del Comportamento, specializzato in Neuropsicobiologia.
Rappresento il mondo scientifico H.B.R.S. Human Based Research Science
Consulente Scientifico di LEAL NO VIVISEZIONE, partner scientifico e progettuale di diverse realtà scientifiche di notevole prestigio, dove le risorse umane impegnate nella esclusiva ricerca human based sono di elettiva esperienza lavorativa da più di 20 anni.
La presente missiva al fine di porgere, con gentile richiesta di pubblicazione, il parere scientifico etico e di rispetto verso altri esseri senzienti come l’uomo, in relazione al vostro articolo sul viaggio dentro i laboratori di Parma dove si trovano rinchiusi i macachi “oggetto” di ricerca per il noto progetto LIGHTUP.
Entrando nel merito Le dico quanto segue:
Il fatto di pubblicare foto o video dei macachi nelle gabbie che giocano, che vedono cartoni animati o che sentono musica più o meno idilliaca per farli stare in un ambiente di apparente goliardia, tentando di smontare fatti detti da animalisti attivisti seriamente impegnati nella difesa di tutti gli esseri senzienti, non sta in piedi ed è fallimentare sin dall’inizio. E “corro” nel precisare che parto dalla difesa degli aspetti etici attivisti per scendere subito nei dettagli su base scientifica per evitare che altri uomini titolati si permettano di definirmi “Dr. Pinco Pallo” pensando che noi ricercatori del mondo ricerca human based, giochiamo a fare i soldatini di una causa persa; e questo non perché mi interessino i pareri di titolati o meno (in famiglia siamo già affollati di titoli universitari e di altro tipo), ma perché mi sono profondamente stancata di assistere a mezzucci che tentano di sviare l’opinione pubblica, durante la lettura, dal punto fondamentale: il fallimento della sperimentazione animale.
Il fatto che la “goliardia” apparente di video e foto vedrà come seguito la tortura assoluta di esseri senzienti che subiranno interventi e sofferenze inaudite è un dato assodato.
Il fatto che le ispezioni di Istituzioni, veterinari o altre figure addette, abbiano comportato la verbalizzazione di assenza di maltrattamenti (per adesso!) e “stato di salute dei macachi” “ben trattati”, Lei pensa veramente che sia onestà intellettuale o fregatura sotto copertura di leggi errate e volutamente reiterate nell’errore?
Il fatto che si tenti di offendere l’intelligenza di coloro che questo sanno è un dato assodato.
Il fatto che i macachi non sono in un loro ambiente naturale è un dato assodato.
Il fatto che il macaco non è animale da affezione è un’analisi basata su un ragionamento da corbelleria inaudita, ed è un dato assodato.
Il fatto che l’essere sia da affezione o meno, non comporta gradi diversi di un senziente. E questo è un dato assodato.
Il fatto che l’uomo è affetto da antropocentrismo acuto degenerativo, dimostrando la propria inferiorità, è un dato assodato, assolutamente conseguenziale senza se e senza ma!
Tuttavia, entrando in ambito scientifico, Le comunico:
1) assetto neuro endocrino dell’animale alterato nella sua funzionalità basale da cattività, anche per i macachi nati in cattività, ciò non cambia, perché nel DNA dell’animale è registrato un dato che si chiama istinto animale, somma storica di genotipo + fenotipo.
2) l’animale non è dotato di parola. Come riferisce un sintomo o una reazione riflessiva o sintomatica o cognitiva al ricercatore?
3) la patologia/lesione viene indotta meccanicamente. Chi le dice che la lesione meccanica provocata artificialmente sia la stessa di una lesione provocata da una patologia indiretta, o diretta o da trauma esterno?
4) come mai il progetto di ricerca non è pubblico visto che è finanziato da fondi pubblici?
5) come mai il Ministero della Salute su richiesta ufficiale di “addetti ai lavori” non dà contezza dei dati e lo consegna? O devo pensare diversamente?
6) come mai nella sperimentazione animale non si “vivisezionano” i protocolli, opportunamente tenuti segreti, e non si pensa che il tramonto dei test su animali possa essere la svolta della vera ricerca su organi e tessuti umani?
Gentile Direttore Castelnuovo non è questo il modo di fare ricerca e si deve smettere di offendere il paziente affetto da diverse patologie, facendogli credere che ci sia la seria volontà di trovare cure definitive a patologie della nostra era.
Sappiamo bene che non è così.
Cordialmente
Prof. M. Baiamonte
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