LEAL dalla parte del lupo, non per un gioco di ruolo ma per una ferma convinzione data dalla scienza e dall’etologia. Cristiano Fant, responsabile LEAL sezione di Belluno, è un esperto in materia: è divulgatore scientifico con formazione in etologia relazionale, gestione della biodiversità terrestre e marina, e commenta con l’autorevolezza delle proprie competenze la protesta degli allevatori che si è tenuta il 5 dicembre a Refrontolo proprio per contestare i contenuti della sua conferenza “Con il lupo si può convivere” da lui tenuta solo quattro giorni giorni prima e alla quale erano stati invitati.
“Il lupo è dal punto scientifico una specie fondamentale per la tutela della biodiversità ed è comprovato in tutto il pianeta. Il lupo uccide solo quando è necessario, per nutrirsi e per difendersi.
Perché uccidere il lupo? – domanda Fant – Il lupo non lo si vuole e lo sterminio di una specie evidenzia le nostre mancanze, la nostra ignoranza, i nostri limiti.
Alla serata di Refrontolo era presente il vice sindaco di uno dei comuni dell’Alpago il quale è intervenuto per perorare la causa di chi il lupo non lo vuole. Ho colto l’occasione, dato che vanta, a dir suo, vent’anni di operatività nell’amministrazione comunale, per chiedergli se conosceva la Legge Regionale del Veneto 60/93 e ciò che impone alle amministrazioni comunali. Silenzio assoluto, non conosce la legge e non la può applicare. Ecco i primi veri colpevoli della mancata convivenza con il lupo e gli altri animali selvatici. L’articolo 7 di tale legge dice infatti che le amministrazioni comunali, in collaborazione con il servizio veterinario pubblico, hanno l’obbligo di creare eventi annuali per la popolazione e nelle scuole per realizzare sul territorio un corretto rapporto uomo-animale-ambiente. Questo significa educare la popolazione alla convivenza con gli animali. Se questo articolo venisse rispettato avremmo un territorio nel quale la popolazione si muove senza timori infondati creati ad arte da chi ha interessi alla speculazione. Le gravi mancanze culturali che ci portano ad odiare il lupo partono da una cultura sbagliata cui devono porre rimedio gli enti preposti. Tutta la provincia di Belluno non solo l’Alpago non si impegnano nel fare formazione e creare una cultura ambientale e del lupo e come ribadito in conferenza la responsabilità è da imputarsi a quegli enti che hanno il dovere di fare formazione: comuni, province, regioni e associazioni di categoria.”
Gian Marco Prampolini Presidente LEAL rimarca: “La nostra associazione difende il lupo e l’ecosistema dall’ignoranza e dal pregiudizio. Anche in Italia come in altre nazioni sono molti gli allevatori che convivono pacificamente con i lupi a dimostrazione che la convivenza è possibile. LEAL respinge l’attacco degli allevatori invitandoli a riflettere sul fatto che anche le politiche di profitto che loro mettono in atto a spese degli animali che allevano richiedono così come tutte le altre attività, anche un investimento in termini economici, di strategie, di tempo e responsabilità e anche in questo caso si deve mettere in conto la voce rischio di impresa. Richiamiamo inoltre istituzioni e il Ministro della dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida” a difendere la biodiversità e a fornire agli allevatori gli strumenti anche culturali per tutelare gli animali che allevano e di cui sono direttamente responsabili”.
LEAL INCONDIZIONATAMENTE DALLA PARTE DEGLI ANIMALI
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