I lupi in Italia stanno affrontando una minaccia crescente a causa dell’uso di veleni per topi, come evidenziato da uno studio pubblicato su “Science of the Total Environment”. L’analisi di oltre 180 carcasse di lupi trovate nell’Italia centrale e settentrionale ha rivelato che quasi due terzi degli animali erano positivi ai rodenticidi, con sostanze chimiche come il bromadiolone e il brodifacoum che possono causare emorragie interne fatali. Questi rodenticidi possono risalire la catena alimentare e accumularsi nei predatori, come i lupi, che non sono il bersaglio diretto.
Il numero di lupi in Italia è cresciuto negli ultimi 40 anni, superando i 3000 esemplari, e alcuni di questi si sono spostati in aree urbane e semiurbane, dove hanno imparato a cacciare roditori spesso avvelenati con veleni chimici. Il 61,8% delle 186 carcasse di lupo recuperate dal 2018 al 2022 conteneva tracce di almeno un veleno, e il 42% conteneva tracce di due o più veleni. Sebbene i test non abbiano confermato che il veleno fosse la causa diretta della morte, alcuni animali mostravano segni di emorragia interna, tipici dell’avvelenamento da rodenticidi.
Inoltre, la presenza di veleno per topi è stata rilevata nel corpo di 115 lupi su 186 esaminati, con alcuni esemplari positivi a una combinazione di più sostanze tossiche. Questo indica che i lupi sono stati esposti più volte a topicidi di diverse marche, aumentando il rischio di avvelenamento involontario della fauna selvatica non bersaglio.
La situazione è aggravata dalla libera vendita di potenti rodenticidi che sono stati identificati nelle esche che hanno ucciso i lupi nel Parco di Monte Sole dove l’unico branco di lupi della zona, nel giugno 2022, è stato sterminato con esche avvelenate contenenti rodenticidi. Questo episodio ha sollevato preoccupazioni significative per la conservazione dei lupi, una specie protetta che svolge un ruolo cruciale negli equilibri ecologici. Fu definito un vero e proprio ecocidio visto che oltretutto per ricostuire l’habitat ci vorrano anni. Questo stato di cose evidenzia la necessità di regolamentazioni più stringenti sull’uso di questi veleni anche in ambito agricolo e ambientale per proteggere non solo i lupi ma anche altre specie selvatiche e la salute pubblica.
LEAL sempre attenta all’informazione e alla protezione della fauna selvatica ha promossolo scorso 1 dicembre, grazie al responsabile della sezione LEAL Belluno Cristiano Fant che in qualità di organizzatore e relatore ha analizzato le dinamiche tra uomini e lupi ed altri animali selvatici sul territorio veneto delle zone di Belluno e Treviso.
Cristiano Fant è un esperto di Tutela Ambientale e convivenza con i selvatici., divulgatore scientifico, con formazione in etologia relazionale e gestione della biodiversità terrestre e marina.
Durante la serata si è approfondita la conoscenza del lupo come specie e caratteristiche etologiche e comportamentali e il suo ruolo nel mantenimento di un ecosistema in equilibrio. Il nostro obiettivo comune deve essere quello di imparare a rapportarci con i selvatici a loro e nostra tutela, senza sopraffazione e con rispetto.
Dal punto di vista legale LEAL è in prima linea per la difesa dei selvatici e dei lupi, ricordiamo le sospensive dei decreti di abbattimento per i lupi della Lessinia ottenute grazie ai ricorsi al Tar di Trento.
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