Cristiano Fant, Operatore Esperto in Etologia Relazionale, Responsabile LEAL Fauna Selvatica
“Un altro lupo ucciso ed impiccato in Valle Varaita nel cuneese. Il lupo è stato appeso ad un cartello che indica la frazione Villaretto di Pontechianale. Non è il primo macabro ritrovamento e non sarà l’ultimo; non sarà nemmeno l’unica specie protetta a diventare trofeo da esporre (ricordate lo sciacallo impiccato nel Parco delle Dolomiti Friulane?) per chi si sente forte nell’attuare una caccia vile e spietata nei confronti di un animale che non solo è protetto dalla legge (evidentemente non abbastanza) ma che non risulta pericoloso per l’uomo né per gli animali domesticati, fatta eccezione per chi non è in grado di gestirli correttamente, dimostrando incapacità nel fare il proprio lavoro e negligenza.
Uccidere un animale per poi appenderlo in mostra è un atto incivile che racconta di persone con evidenti problemi sociali, molto spesso con problemi familiari, che sfociano in azioni delinquenziali e ignobili. Ovviamente il colpevole di atti come questo è da ricercarsi tra quelle categorie con che maggiormente non vedono di buon occhio la presenza del lupo nel loro territorio: allevatori e cacciatori, spesso supportati psicologicamente e non solo da politici arrivisti. La cattura di un animale come il lupo è infatti possibile solamente se si ha la destrezza per scovarlo e manipolarlo dopo averlo ucciso. La psicosi del lupo è dettata da una cultura sbagliata che ancora oggi preme, per enfatizzare le masse per lo più composte da persone ignoranti in materia, su teorie fantastiche secondo le quali il predatore sarebbe stato reinserito sul territorio nazionale da fantomatici enti, che attacca le persone, che si espanderà aumentando di numero in modo esponenziale. Una cultura ottocentesca che ancora imperversa nelle menti di chi non vuole o non sa evolversi culturalmente. Una cultura grezza, bambinesca, infantile e lo dimostrano le affermazioni dei signori che si ritengono padroni dei boschi, dei prati, della natura, dimenticando che se hanno un mondo naturale intorno è merito della fauna selvatica e non loro e che se i boschi stanno migliorando la loro qualità è merito delle specie apicali presenti, in grado di regolare gli habitat pur con grande fatica, visti i danni fatti negli ultimi decenni dalla nostra specie, spesso soprattutto da parte di chi nei boschi ci lavora e li sfrutta. Nel 2024 è imbarazzante e spaventoso dover assistere ad eventi destabilizzanti e criminali da parte di persone che non hanno la capacità di gestire correttamente i propri animali e preferiscono incolpare un carnivoro per la loro inadeguatezza, arrivando ad ucciderlo ed esporlo al pubblico; una dimostrazione di forza che ci dice quanto vili siano queste persone e dà l’esatta misura delle loro incapacità come imprenditori e lavoratori. Per fortuna ci sono allevatori in Italia che sanno convivere con questo meraviglioso animale perché hanno una cultura basata sulla civiltà e sul rispetto ed un sono preparati dal punto di vista professionale nel fare il proprio lavoro. Per coloro che sanno solo usare la violenza non possiamo che provare pena ma anche timore per le loro famiglie perché, come è noto, chi è capace di gesti tanto violenti e sadici con un animale è in grado di ripetersi anche tra le mura di casa. Chi ha compreso come convivere con il lupo e gli altri carnivori presenti sul territorio, chi ne ha capito l’importanza, chi non li teme sulla base di una cultura atavica e fanciullesca, deve tutelare queste specie, fondamentali per l’ambiente, denunciare chiunque compia questi atti e vigilare sulle persone che vivono dove questi delinquenti risiedono perché, come detto, possono rivolgere la loro violenza gratuita anche verso parenti, conoscenti e amici.”
LEAL COMMENTA: “Stiamo già preparando la denuncia contro ignoti per l’uccisione di un animale quale il lupo che oltretutto appartiene ad una specie protetta. Proprio in quelle zone della Valle Varaita sono già state rinvenute carcasse di lupi brutalmene uccisi e impiccati. Per quanto riguarda quest’ultimo ritrovamento apprendiamo che saranno fatti esami necroscopici per capire se il lupo è stato appeso prima o dopo la sua morte e la natura della medesima. L’orrore di questi episodi confligge gravemente con l’odierno pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ne ha ribadito lo status e ha stabilito che le regioni non possono decidere autonomamente di consentire la caccia ai lupi, in quanto questa specie è protetta a livello comunitario dalla direttiva Habitat.”
LEAL INCONDIZIONATAMENTE DALLA PARTE DEGLI ANIMALI
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