Questo il bilancio pubblicato nel report sulla ricerca scientifica dell’Home Office britannico (l’equivalente del nostro Ministero degli Interni). Oltre 11 mila animali in più dell’anno precedente secondo un articolo pubblicato sull’Express.
Nonostante le promesse post-elettorali, il Governo di Londra ha fallito per il terzo anno consecutivo l’obiettivo di ridurre il numero degli animali impiegati in esperimenti.
Secondo i dati gli animali geneticamente modificati costituiscono oggi più della metà dei soggetti utilizzati, e gli scienziati continuano a giustificare il ricorso alla sperimentazione animale come una necessità per trovare soluzioni efficaci a malattie come il Parkinsons, l’Alzheimer o il cancro.
Tuttavia, le evidenze ci dicono che nonostante i lunghi anni di ricerca alle spalle, ancora ben poco si è ottenuto da questi test. Forse è giunto il momento di provare nuove strade, come da tempo sosteniamo.
Il Regno Unito potrebbe in questo senso fare da apripista in Europa, e nel mondo, essendo il maggior utilizzatore di animali negli esperimenti di ricerca, come ha sottolineato Michelle Thew, responsabile di BUAV (British Union for the Abolition of Vivisection).