Estate, tempo di sagre estive. Sagre, che nella quasi totalità di casi, si trasformano in grandi abbuffate di carne in cui migliaia di animali perdono la vita in nome dello stare insieme allegramente: troppo spesso fare festa è sinonimo di mangiare carne nel nostro Paese. Come se le relazioni sociali fossero fondate sulla bistecca.
E allora si considera un comportamento di riguardo per gli avventori il fatto che alla 39sima sagra dei salamini d’asino di Castelferro, in provincia di Alessandria “I cuochi del paese si occupano di selezionare gli asini e di seguire passo a passo la filiera della carne fino all’arrivo in salumificio in modo da poter garantire la qualità delle carni adoperate” .
Ma sabato una delegazione di attivisti di varie associazioni locali (tra cui AgireOra, Lac, Lav e Leal) ha presidiato l’evento dalle 19,00 alle ore 22,30 e manifestato il proprio dissenso, cercando di sensibilizzare gli avventori.
Molti di fronte ai cartelli “Pensi a chi mangi?” abbassavano lo sguardo, altri ammettevano che si tratta di una crudeltà, qualcuno bisbigliava “bravi”. Un contadino del paese ha confidato di non aver mai messo piede nella sagra paesana, perché vuole troppo bene agli animali.
Forse sarebbe opportuno cominciare a considerare che di carne ne viene consumata già fin troppa e che la sua produzione avrà un impatto sempre più nefasto sull’ambiente e la salute.
Ed anche, che vegetariani e vegani possono essere buoni clienti, se si da loro l’opportunità stare insieme allegramente senza uccidere nessuno.