E’ iniziato il processo Green Hill e la LEAL è stata ammessa al procedimento come parte civile. La LEAL si augura che questo sia il primo passo utile verso il superamento dell’uso del modello animale nella ricerca scientifica. La scienza come tale progredisce e nulla giustifica il fatto di rimanere attaccati ad una pratica obsoleta e fallace come la vivisezione. Il pensiero etico e l’obbiettivo della salute umana impongono il superamento di questa pratica non scientifica.
La foto del momento della liberazione di uno dei beagles è la copertina del nostro periodico “La Voce dei Senza voce” uscito in data autunno 2012 dopo la chiusura dell’allevamento.
Oggi si è tenuta la prima udienza presso la seconda sezione penale del Tribunale di Brescia.
Citati in giudizio i gestori, direttore e veterinario del centro che ospitava circa 3 mila cani destinati alle sperimentazioni scientifiche.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 12 novembre, quando in aula compariranno i testimoni, una ventina in tutto, citati dal pubblico ministero Ambrogio Cassiani, titolare dell’inchiesta.
Ammesse come parti civili Lav, Leal, Lega nazionale difesa del cane ed Enpa.
Legambiente nazionale e Legambiente Lombardia oltre a Oipa e associazione Vita da cani sono state escluse come parti civili dal processo iniziato oggi a Brescia contro i responsabili di Green Hill, l’allevamento di cani beagle, a Montichiari, chiuso su ordine della Procura di Brescia nel luglio 2012.
Lo ha deciso il giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Brescia Roberto Gurini al termine della prima udienza del processo che vede come imputati per maltrattamento e uccisione di animali Bernard Gotti e Ghislane Rondot, co-gestori di Green Hill 2001, della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group, oltre a Roberto Bravi e Renzo Graziosi, rispettivamente direttore e veterinario dell’allevamento.
http://www.giornaledibrescia.it/in-provincia/bassa/processo-green-hill-no-a-legambiente-parte-civile-1.1926471