Di sicuro trovarsi a parlare sopra questo palco al Vegan Fest di Bologna in compagnia di Renata che ci intervista fa una bella impressione. Siamo tra amici, sappiamo che loro “sentiranno” quello che viene detto dai relatori.
La nostra piccola conferenza era incentrata sul progetto LEAL “Io Sto Con Bruno” che si occupa del miglioramento delle condizioni di vita di un gruppo di animali ospiti di un vecchio zoo quasi dimenticato e sconosciuto ai più. Abbiamo presentato il progetto iniziale e illustrato il secondo step dello stesso che riguarda lo spostamento di un gruppo di 17 macachi verso un centro di recupero da dove verranno inviati in santuari dove vivere in semilibertà. Un progetto ambizioso poiché un tale trasferimento da parte di una associazione animalista non è mai stato effettuato. Un progetto difficile e impegnativo per la somma di denaro che necessità e per l’organizzazione del viaggio.
Ma ambiziosi sono sempre i progetti LEAL, non a caso in passato abbiamo sostenuto da subito la raccolta firme Stopvivisection. E non a caso ci battiamo come sempre contro la vivisezione, argomento difficile anche da illustrare ai più.
Mentre parlavamo sul palco dentro di me per un attimo ho avuto una sensazione: quella di parlare di cose “facili” parlando di uno zoo davanti ad un mondo dove accadono cose peggiori. La vivisezione è altro. I macelli, gli allevamenti intensivi sono altro. Le violenze più orrende sono altro. E invece siamo nel giusto anche questa volta. Gli animali negli zoo sono sfruttati come lo sono in altri campi. L’idea antropocentrica che debbano servire all’uomo la fa da padrona.
E noi sappiamo di essere nel giusto anche occupandoci di un progetto simile. Abbiamo l’occasione di fare opera di sensibilizzazione e di far capire ai visitatori che quegli animali che fanno vedere ai bimbi e che loro stessi guardano non sono i fieri figli della Natura che vivono nel rispetto delle loro esigenze etologiche, ma sono invece pallidi fantasmi di quello che sarebbero nel loro ambiente naturale.
Cerchiamo di migliorare la loro vita di animali che mai più potranno tornare liberi. Sono fratelli animali che a volte soffrono di solitudine e che saranno prigionieri fino a quando la morte non li libererà e vederli ogni giorno detenuti nei loro piccoli spazi ci dà dolore. Ma cercare di farli stare meglio e nel contempo educare è un compito importante che riporta il nostro impegno a quello che è il nostro fine come associazione, cioè promuovere il rispetto di questi nostri fratelli ed evitare ogni forma di sfruttamento.
Essere dalla loro parte sempre. Questo è quello che facciamo perché questo è quello che “sentiamo”. (Bruna Monami, sezione LEAL Arezzo)
*Crowdfunding progetto “Io sto con Bruno”