LEAL lancia una nuova campagna informativa e video sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale

LEAL lancia una nuova campagna informativa e video sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale

La campagna “L’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale è un diritto” inizia con la presentazione di un videoclip che sarà trasmesso da emittenti televisive e sarà condiviso sui social. LEAL distribuirà un nuovo volantino informativo che comprende anche la richiesta di obiezione da compilare per gli interessati. Sarà diffuso davanti agli atenei in giornate dedicate.
Ricordiamo che la Legge n. 413 del 12 ottobre 1993 “Norme sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale” tutela tutti coloro che sono contrari alla vivisezione: medici, ricercatori, studenti, personale sanitario possono scegliere di non svolgere attività che implichino la sperimentazione animale. Nonostante che la legge esista da molti anni, rimane ancora poco conosciuta e divulgata: lavoratori e studenti spesso non sanno che possono chiedere di essere esentati dall’effettuare o assistere ad esperimenti sugli animali.
Sempre più docenti universitari, scienziati e ricercatori dichiarano la propria contrarietà alla sperimentazione animale sia per motivi etici, sia per motivi scientifici, e chi si dichiara obiettore è tutelato dall’articolo 4 della 413/93 che conferma il divieto di discriminazione: “Nessuno può subire conseguenze sfavorevoli per essersi rifiutato di praticare o di cooperare all’esecuzione della sperimentazione animale”.

Prampolini_FediRibadisce Gian Marco Prampolini, presidente LEAL (nella foto a sinistra con il Professore Bruno Fedi, referente scientifico LEAL): “Riprendiamo quella che fu una campagna della nostra associazione subito dopo l’uscita della legge nel ’93. Il 90 per cento dei farmaci testati sugli animali non arriva alle prove cliniche sull’uomo e già questo deve bastare per mettere in dubbio l’attendibilità del metodo. Per altre pratiche e ricerche esistono metodi sostitutivi quali la stampa di organi in 3D e le tecniche di organ-on-a-chip, che garantiscono risposte veloci e attendibili. LEAL ha per scopo statutario l’abolizione della vivisezione e la sua sostituzione con altri mezzi più sicuri scientificamente e più accettabili moralmente. Per questo, dal 1981 LEAL finanzia la ricerca senza animali coinvolgendo nella comunicazione e nella ricerca scienziati di altissimo profilo come il Professore Bruno Fedi, la Dottoressa Susanna Penco, la Professoressa Anna Maria Bassi e la Professoressa Arti Ahluwalia che tengono corsi sui metodi sostitutivi e fanno ricerca senza animali. Attualmente una legge dello Stato viene disattesa: Rettori e professori non informano gli iscritti e si applicano le leggi solo se piacciono alla classe accademica. Noi vogliamo informare gli studenti, i ricercatori e il personale tecnico che esiste la possibilità di appellarsi alla legge e di continuare le proprie carriere di lavoro e di studio senza sporcarsi di sangue”.
→ LEAL volantino obiezione coscienza alla sperimentazione animale
→ LEAL borsa di studio ricerca senza animali
→ Testo Legge 413/93
Videoclip: autore Gianluca Moiser, responsabile LEAL sezione Sondrio
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=oSFmG98j5C0?rel=0&w=560]


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LEAL rinnova il finanziamento per una ricerca senza animali all'Università di Genova

LEAL rinnova il finanziamento per una ricerca senza animali all'Università di Genova

Leal Lega Antivivisezionista si prefigge da statuto l’abolizione della vivisezione e spende molte energie per raggiungere questo obiettivo. In questi giorni LEAL ha riconfermato il finanziamento all’Università di Genova (Dipartimento di Medicina Sperimentale) dove la biologa dottoressa Susanna Penco, membro del Comitato Scientifico di LEAL, sta portando avanti, con la dottoressa Anna Maria Bassi e alla sua equipe, un’importante ricerca con metodi sostitutivi, cioè senza animali, sulla potenziale tossicità di molecole sulle cellule del sistema nervoso centrale in formazione (embrio e feto-tossicità) in pratica dal tessuto adiposo delle liposuzioni vengono isolate le cellule staminali dette “pre-adipociti” vengono tradotte in future cellule del sistema nervoso e la possibilità di testare su di esse potenziali farmaci per capire se tossici e dunque dannosi per futuri bambini e donne in gravidanza.
Gianmarco Prampolini, presidente LEAL ricorda: “Gli animali non sono oggetti e neppure una nostra proprietà, sono viventi che hanno diritto a una vita libera e al rispetto, senza essere sopraffati dall’uomo. Siamo stati i primi, fin dal 1981, a finanziare borse di studio per la ricerca senza animali, e promotori della legge 12 ottobre 1993 n.413, relativa alle norme sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale e della iniziativa europea Stop Vivisection”.
Si sottostima che la sperimentazione animale tortura e uccide ogni anno 300.000.000 di animali e, in Italia, secondo i dati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n.53 del 5/3/2011, nel triennio 2007/08/09 sono stati usati in Italia 2.602.773 animali.
CANI RESPIRATORILa sperimentazione animale deve essere abolita sia per ragioni etiche sia per ragioni scientifiche e, come afferma Claude Reiss, presidente di “Antidote Europe” (Comitato scientifico per una migliore prevenzione della salute umana e una ricerca biomedica affidabile non basata sulla sperimentazione animale) e direttore emerito del prestigioso CNRS di Parigi: “La sperimentazione animale muove troppi interessi economici ed è utile solo per:
1) ampliare curricula e pubblicazioni (si ripetono esperimenti già fatti con piccolissime varianti o cambiando il tipo di animale);
2) possedere un alibi per una successiva sperimentazione sull’uomo priva di adeguate garanzie (l’uomo è sempre la vera cavia per ogni prodotto immesso sul mercato);
3) per predeterminare la risposta di qualsiasi test (variando solo la specie animale o solo il ceppo di animale usato);
4) per avere l’utilissimo alibi dell’incertezza della prova. Questa consente alle multinazionali farmaceutiche di affermare che si possono affrontare le prove cliniche sull’uomo in quanto i farmaci hanno superato i test sugli animali. Ma si sa bene che i testi sugli animali non sono predittivi. Ma questo escamotage consente alle aziende di sottrarsi alla responsabilità civile e al pagamento dei danni causati. La stessa sostanza a seconda della specie di animale può essere dichiarata inoffensiva o cancerogena, creando l’alibi per commercializzare prodotti anche potenzialmente pericolosi cautelandosi da eventuali cause delle vittime”.

 → Leggi i nostri ultimi articoli con il contributo di Susanna Penco: 

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