LEAL ANIMALISMO: VOLONTARIATO IN EMERGENZA COVID-19 MISURE RELATIVE AL BENESSERE ANIMALI

LEAL ANIMALISMO: VOLONTARIATO IN EMERGENZA COVID-19 MISURE RELATIVE AL BENESSERE ANIMALI

Mentre siamo ancora in contingenza Covid in tanti ci siamo chiesti alla luce del DPCM del 26 aprile 2020 quali sono le attività consentite alle volontarie durante l’accudimento degli animali sotto la loro tutela (spostamento degli animali in cliniche veterinarie fuori città o regione per cure e ricoveri e staffette per adozione). A seguito delle numerose richieste di chiarimento sollecitate anche da LEAL con lettera dell’avvocato Aurora Loprete il Ministero della Salute ha emesso in data 15 maggio una nota esplicativa che elenca le attività consentite che rientrano sotto sotto il CODICE ATECO.
covid 19 e benessere animali
Dal documento emerge che al fine di garantire il benessere animali è opportuno che siano non solo consentite ma favorite le adozioni degli animali ospitati in canili/rifugi e negli allevamenti amatoriali. In tale ottica gli ingressi nelle strutture da parte degli adottanti devono essere disciplinati nel rispetto delle norme comuni, volte a garantire il distanziamento sociale ed evitando assembramenti. Nel caso in cui l’animale sia destinato ad una adozione in altra Regione o Stato membro, devono essere utilizzati trasportatori autorizzati e per quanto riguarda le adozioni dai canili verso cittadini residenti all’interno dell’Unione Europea, le modalità devono rispettare quanto indicato nella procedura operativa per le adozioni internazionali emanata con nota prot. n. 1462 del 23 gennaio u.s.
Le adozioni possono avvenire solo se gli animali sono regolarmente identificati e registrati.
Per la movimentazione degli animali la ASL competente rilascia il Modello A delle Linee Guida relative alla movimentazione e registrazione nell’anagrafe degli animali d’affezione, ai sensi dell’Accordo Stato – Regioni 24 gennaio 2013, adattandolo allo spostamento degli animali per motivi di benessere animale sono trasportati con mezzi idonei o tramite corrieri, nel pieno rispetto delle norme sul benessere animali durante il trasporto. La targa del mezzo utilizzato per trasportare gli animali deve essere riportata sul modello A.
→ NOTA ESPLICATIVA DEL MINISTERO (pdf 4 pagine).


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LEAL IN AIUTO ALLE VOLONTARIE SANZIONATE PERCHÉ FUORI CASA PER PORTARE IL CIBO A CANI E GATTI

LEAL IN AIUTO ALLE VOLONTARIE SANZIONATE PERCHÉ FUORI CASA PER PORTARE IL CIBO A CANI E GATTI

Durante l’emergenza sanitaria dettata dal coronavirus Covid-19 come misura di contenimento della pandemia sono state imposte a tutta la popolazione delle norme restrittive che limitano o vietano uscite e spostamenti. Grazie a deroghe ministeriali ad hoc i volontari e le volontarie che alimentano e accudiscono colonie feline e randagi possono avvalersi di deroghe ad hoc per garantire agli animali liberi una continuità di assistenza (*).
Purtroppo dalle tante segnalazioni in sede e al nostro ufficio legale apprendiamo che molti volontari e volontarie in numerose città italiane vengono fermati per controlli e sanzionati nonostante in quel momento dimostrino di esercitare un diritto oltre che a mettere a disposizione il proprio tempo e personali risorse economiche per vicariare le istituzioni spesso latitanti.
LEAL ha chiesto al proprio consulente legale avvocato Aurora Loprete di preparare un facsimile
(potete scaricarlo qui) da compilare e presentare in Prefettura per chiedere l’annullamento dei verbali.
Per richiesta di contatto o consulenza con l’avvocato Loprete potete scrivere a:
leal.sede@libero.it

(*)
I volontari possono accudire colonie di animali randagi come previsto dal Decreto del Ministero della Salute 12 marzo 2020 dotandosi di una autocertificazione e atti giustificativi quali nomina di delegata/o, volontario di associazione, riconoscimento colonia del Comune. Nel caso di colonia ancora non riconosciuta produrre la domanda di riconoscimento se in corso o materiale utile a provarne l’esistenza (foto o altra documentazione). L’accudimento e la cura delle colonie feline e dei gatti in stato di libertà sono garantite dalla Legge 281/91, come si evince dal DPCM del 22 marzo 2020 che richiama l’ordinanza del Ministero della Salute del 2 marzo 2020 da cui si ricava la legittimità di provvedere alla cura e somministrazione di acqua e cibo agli animali per tutelare la loro sussistenza.
Ci si può recare presso strutture gestite da volontari per “accudimento e gestione degli animali presenti nelle strutture zootecniche registrate/autorizzate dal servizio veterinario ivi compresi canili, gattili” (Decreto Ministero Salute 12 marzo 2020). In ogni caso attenersi a quanto stabilito dai gestori della struttura stessa.
→ Animali e coronavirus: il vademecum di LEAL


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BURIONI E CORONAVIRUS: “ANIMALI CONTAGIATI? POSSIAMO SPERIMENTARE IL VACCINO”

BURIONI E CORONAVIRUS: “ANIMALI CONTAGIATI? POSSIAMO SPERIMENTARE IL VACCINO”

Il controverso televirologo Roberto Burioni, fondatore dell’ancora più controverso Patto Trasversale per la Scienza da ultimo è stato attaccato da più parti per una sua personale crociata a favore della censura [**] contro le fake news di colleghi, ricercatori (tra questi il dottor Stefano Montanari nei confronti del quale ha presentato un esposto in Procura) e dei media non allineati al pensiero unico scientifico.
Ma è stato durante la puntata di domenica 5 aprile, ospite a Che tempo che fa (*) di Fabio Fazio che Burioni ha giocato l’asso. Una mossa volta a far vacillare ancora una volta la sua credibilità.
“Sembra che gli animali possano essere contagiati, non sappiamo se possano contagiarci, non c’è evidenza di questo. Il fatto che gli animali possano essere contagiati non è solo un elemento negativo… Nel pieno rispetto degli animali e senza farli soffrire, il fatto che possano contrarre la malattia in forma molto lieve ci potrà dare un notevole vantaggio nella sperimentazione dei vaccini. Potremo sperimentare i vaccini su di loro e vedere se sono protetti i nostri amici a quattro zampe possono aiutarci a sconfiggere questa malattia”. Sono le affermazioni di Roberto Burioni e le rassicurazioni irrisorie sul fatto che gli animali non saranno fatti soffrire sono di fatto offensive per tutti i cittadini, gli scienziati, i medici e i ricercatori che chiedono e difendono la ricerca senza animali.
Di fronte ad una “scienza” vivisettoria che vive di postulati e che si pone in modo sprezzante nei confronti dell’etica e del rispetto della vita e della dignità di ogni vivente LEAL ricorda che grazie grazie agli animali uccisi nei laboratori i ricercatori hanno sicuramente sempre ottenuto finanziamenti e progredito nella loro carriera ma la ricerca ha subito ritardi a discapito di tanti malati che sono morti con la speranza di una guarigione o di un rimedio alla loro sofferenza.
(*)
→ Link alla puntata di Che tempo che fa Rai2
[**]
→ ll pensiero del dottor Stefano Montanari
→ Ministero della Salute. GLI ANIMALI DOMESTICI NON CI CONTAGIANO
→ ISS Istituto Superiore della Sanità


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LEAL DA OLTRE 40 ANNI SI BATTE PER L’ABOLIZIONE DELLA VIVISEZIONE E DAL 1981 FINANZIA LA RICERCA SENZA ANIMALI. Grazie al sostegno di medici e ricercatori antivivisezionisti si può contare su una ricerca etica e scientificamente attendibile che salvaguardi la vita di uomini e animali.
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COVID-19: La Prof. MIRTA BAIAMONTE, Consulente Scientifico LEAL Lega AntiVIVIsezionista, CONTESTA I METODI SCIENTIFICI CHE NON HANNO NESSUN RISCONTRO SUI RISULTATI OTTENUTI TRAMITE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE

COVID-19: La Prof. MIRTA BAIAMONTE, Consulente Scientifico LEAL Lega AntiVIVIsezionista, CONTESTA I METODI SCIENTIFICI CHE NON HANNO NESSUN RISCONTRO SUI RISULTATI OTTENUTI TRAMITE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE

… “ancora una volta, anche per il COVID-19, non si è certi in modo netto e chiaro dei risultati e che tutto ciò che ancora oggi viene sperimentato sull’animale trova il suo fallimento nell’applicazione clinica sull’uomo.”

“Per entrare nel merito dell’attuale pandemia, la cui causa è il nuovo Corona virus, scientificamente SARS-CoV2, responsabile di una patologia che colpisce le vie respiratorie chiamata COVID-19, la proiezione di ricerca al fine di trovare soluzioni terapeutiche per coloro che hanno la malattia, e di natura preventiva per chi ne e’ oggi esente, non da’ neanche in questo caso segnali di cambiamenti di rotta in termini di scelta degli studi diretti sull’uomo, ma reitera il fallimento dello studio sull’animale.
Vero e’ che dalle indagini fatte, il SARS-CoV2 parte dalle specie animali, ma e’ altrettanto scientificamente verificato che il ceppo virale cambiando continuamente ospite e quindi progredendo da una specie animale ad un’ altra abbia subito delle mutazioni che hanno reso il ceppo di attacco alla specie animale “uomo” specie specifico, motivo per cui la trasmissione avviene esclusivamente da uomo a uomo. Cio’ rende obbligatorio il concentrare gli sforzi sulla sperimentazione umana, abolendo le arcaiche metodologie di sperimentazione animale.”

TESTO INTEGRALE
La PhD. Prof. Mirta Baiamonte, Biomedico, Biotecnologo, Embriologo Clinico specializzato in Fisiopatologia della Riproduzione Umana e Bio Banche di Organi e Tessuti Umani per la Ricerca Human Based, Dottore in Ricerca in Neuroscienze e Neuropsicobiologia, Vice Direttore Generale dell’Istituto C.E.R.H.M. per lo studio di Microbioma Umano, Presidente di PENCO Bioscience, Vice Presidente LIMAV OdV Italia, Consulente Scientifico LEAL LEGA ANTIVIVISEZIONISTA e Direttore Scientifico LIMAV Internazionale, ha voluto precisare che le affermazioni riportate da stampa e interviste in cui vengono rese pubbliche metodi scientifici che non hanno nessun riscontro sui risultati ottenuti tramite la sperimentazione animale, ancora una volta, anche per il COVID-19 non si è certi in modo netto e chiaro dei risultati e che tutto ciò che ancora oggi viene sperimentato sull’animale trova il suo fallimento nell’applicazione clinica sull’uomo. Precisa la Prof. Mirta Baiamonte, ad oggi patologie come Alzheimer, Parkinson, SLA, Sclerosi Multipla, Autismo, Disturbi bipolari, Diabete, diverse forme di K ( carcinoma ), diverse forme di patologie degli apparati riproduttivi maschile e femminile ( cause di infertilità o sterilità ) trovano terreno fertile nell’uomo perché’ mai indagate in modo diretto sulla specie umana.
Per entrare nel merito dell’attuale pandemia, la cui causa è il nuovo Corona virus, scientificamente SARS-CoV2, responsabile di una patologia che colpisce le vie respiratorie chiamata COVID-19, la proiezione di ricerca al fine di trovare soluzioni terapeutiche per coloro che hanno la malattia, e di natura preventiva per chi ne e’ oggi esente, non da’ neanche in questo caso segnali di cambiamenti di rotta in termini di scelta degli studi diretti sull’uomo, ma reitera il fallimento dello studio sull’animale.
Vero e’ che dalle indagini fatte, il SARS-CoV2 parte dalle specie animali, ma e’ altrettanto scientificamente verificato che il ceppo virale cambiando continuamente ospite e quindi progredendo da una specie animale ad un’ altra abbia subito delle mutazioni che hanno reso il ceppo di attacco alla specie animale “uomo” specie specifico, motivo per cui la trasmissione avviene esclusivamente da uomo a uomo. Cio’ rende obbligatorio il concentrare gli sforzi sulla sperimentazione umana, abolendo le arcaiche metodologie di sperimentazione animale. Ancora oggi si parla di vaccino (probabilmente pronto tra 2 anni ) e di farmaci antivirali. I primi dati che arrivano circa l’uso dell’antivirale, e in questo ambito di molecole differenti, e che non fanno nulla.
Nessuno, se non pochi e non ascoltati, spinge verso l’ozonoterapia: l’ozono è un gas che, in natura, si forma nell’atmosfera grazie a scariche elettriche che modificano la stabile struttura molecolare dell’ossigeno (O2), trasformandolo in O3. Proprio dall’instabilità di questo gas derivano le sue proprietà benefiche. Esponenti della SIOOT confermano che l’ozono e’ in grado di distruggere batteri e virus. Grazie alla sua capacità di ossidazione, uccide i batteri attaccando la struttura molecolare delle loro membrane protettive e alterandone gli enzimi interni. Modificando la composizione molecolare di muffe, funghi e alghe, riesce ad annientarli. L’ozono è inoltre in grado di penetrare nelle strutture interne dei virus, danneggiando gli acidi nucleici virali e impedendo così la loro replicazione. Non esiste quindi batterio, virus o fungo che possa resistere a una corretta dose di ozono, somministrata nei tempi giusti. Inoltre, normalizza e riequilibra il sistema immunitario, intervenendo contro le immunodeficienze e contro le risposte in eccesso come, per esempio, nel caso delle allergie. Senza dimenticare le sue proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie, e la capacità di migliorare il metabolismo cellulare. La terapia con ossigeno ozono ha un’azione virustatica nel momento in cui il virus è presente all’interno dell’organismo umano, fermando così la replicazione del virus.
Ci si chiede come si possa ancora oggi, dinanzi a drammatiche situazioni che stanno mettendo in ginocchio le differenti nazioni del mondo , dinanzi ad una pandemia che sta mietendo vittime in modo determinato e veloce , utilizzare sempre le stesse note musicali, stonatissime, nel valutare lo studio per prendere in mano la situazione da un punto di vista di ricerca scientifica che possa dare i giusti protocolli clinici, non grazie a studi diretti sull’uomo, visto che il ceppo virale del nuovo coronavirus e’ divenuto altamente specie specifico, ma ancora sull’animale. A questo si aggiunge la scelta di inoculare il virus, e a concentrazioni elevatissime, su cani e gatti, partendo dalla Cina, seguita adesso dagli Stati Uniti, per scoprire che il gatto e’ resistente al virus, il cane sviluppa dei sintomi, e che i proprietari sembra che abbiano trasmesso il virus al proprio animale domestico, quindi, addirittura, essendo l’uomo ad essere il danno per l’animale e non il contrario. Ci si chiede quindi perche’ causarne la malattia artificialmente. Quid prodest? Sorge una riflessione doverosa e che fermi soprattutto l’offesa all’intelligenza dell’ essere umano, soprattutto per gli “addetti ai lavori”: a cosa serve andare ad inoculare il virus, e anche ad alte dosi al cane e al gatto, creando un contesto di patologia artificiale ( indotta farmacologicamente ) e non naturale, dove il sistema immunitario dell’animale viene sottoposto ad una condizione di stress, scelta dalla mano dell’uomo e non da un percorso naturale, a maggior ragione dopo che e’ stato gia’ ampiamente spiegato dalla Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani ( FNOVI) che gli animali non si ammalano di COVID-19 e non lo trasmettono?; e come si puo’ accettare che in questi giorni la Federazione Italiana Scienze della Vita torna a chiedere che in Italia si possano fare le sperimentazioni animali cosi’ come sono possibili gia’ negli altri paesi europei, anche per il COVD-19 ?; non e’ ammissibile che non si tenga conto della rivoluzione che sta nascendo nell’ambito della produzione dei farmaci, ovvero la nuova era dei farmaci a DNA. Infatti, il sequenziamento del genoma umano e la possibilita’ di sintetizzare su misura brevi sequenze di acidi nucleici, hanno aperto la strada allo sviluppo di terapie che intervengono direttamente sul DNA umano, e non su DNA di primati non umani; ovvero la costruzione di nuovi geni per la sostituzione di quelli mal funzionanti, o di costruirne dei nuovi per “silenziare” i geni umani causa di patologie umane. Questo tipo di principi attivi sono definiti SNA, Acidi Nucleici Sferici, di estrema efficacia, dotati di alta capacita’ di introduzione nelle cellule umane, addirittura aprendo alla possibilita’ di differenziare la tipologia di terapie rispettando le differenze etniche, verificando infatti gia’ risultati su soggetti di pelle bianca per alcune patologie, non considerando varianti geniche che provocano malattie differenti in persone non bianche. Gia’ un tale dato frutto di studio sull’uomo, rende perfettamente chiaro un altro dato: se le variabili all’interno della specie umana sono cosi’ dettagliatamente alte, affidate al DNA, come si puo’ concepire ancora oggi lo studio di patologie su altre specie animali differenti dall’uomo, dove le altrettante variabili sono specie specifiche e intra specifiche ?. Per restare sulla SARS-COV2, le SNA possono essere sia molecole di DNA che molecole di RNA, e possono essere in grado di aggredire tumori cerebrali e altre malattie che sfuggono ai farmaci progettati in modo convenzionale, come prima riportato. Pertanto, in presenza dei tragici eventi confermati dai numeri impressionanti di deceduti, dove si possono sviluppare in ambito di terapia medica farmaci di dimensioni nanometriche che viaggino nel corpo, composti da oligonucleotidi, cioè’ filamenti di DNA o RNA (quest’ultimo utile nel caso dei virus) in grado di dire alla cellula cosa deve fare cosa non deve fare, e’ inaudito che si debba sentire un politico come Matteo Renzi che in una intervista di questi giorni invita gli italiani a prepararsi a convivere con il Coronavirus per almeno 2 anni, il tempo per produrre il nuovo vaccino in questione. Ci si domanda, per cosa ?. I tempi di un fantomatico altro vaccino, frutto di sperimentazione animale, che, nel momento in cui va in commercio, risulta “operativo” su un circuito dove il SARS-CoV2 e’ gia’ nuovamente mutato molte volte, per assumere un “volto” genetico differente e nuovo ?. Al contrario, si parla gia’ di applicazione delle SNA direttamente sull’uomo, e quindi, sarebbe utile iniziare ad indirizzare gli sforzi verso nuove metodologie, mirate, “chirurgiche” a livello biomolecolare, dirette, radicali, veloci. E noi cosa pensiamo ? su cosa argomentiamo ? ancora di sperimentazione animale ? e con quale rispetto verso tutti i defunti da COVD – 19 ? e con quale rispetto verso chi ancora risulta esente da sintomi ?. Gli SNA oggi eviterebbero i problemi che hanno pesato sui tentativi di sviluppo dei farmaci tradizionali. Questi ultimi sono aspecifici, ovvero sono farmaci che possono agire su molti organi e cellule, non soltanto su quelli malati, e quindi generano diversi effetti collaterali, dove, gli attuali foglietti illustrativi delle scatole dei farmaci, ne riportano quantità’ industriali, e’ proprio il caso di definirli “industriali”. Gli SNA, possono invece essere progettati per interferire ed agire solo sui geni che vengono identificati come cause di determinate malattie, o con le molecole che trasmettono le istruzioni date dai geni per controllare e direzionare il comportamento di una cellula o di un organo. Per tale motivo, il National Institutes of Health, gia’ dal 2018, ha lanciato un programma di reclutamento dati a un milione di persone, di differente provenienza etnica, di fornirci informazioni sanitarie di ogni genere lungo il corso della propria vita.
Hanno gia’ aderito 250.000 persone, e possono aderire tramite un sito web, attraverso il quale mettono a disposizione della ricerca cartelle cliniche, rispondono a questionari su salute, stili di vita, aggiungendo punti di reclutamento in ospedali e centri medici dove gli aderenti allo studio human based possono portare campioni di sangue e urine per aiutare i ricercatori a studiare il loro DNA. Questa deve essere la nuova proiezione della ricerca scientifica. Lo studio sull’uomo per l’uomo. Lo studio sul Microbioma Umano oggi sta dando risultati sorprendenti per comprendere l’origine di molte patologie e il metodo per la loro prevenzione oltre per la loro cura. E anche qui si studia l’infinito mondo dei virus, dei batteri e dei miceti (funghi) che vivono in simbiosi con noi, e che delle variabili dello stato della nostra salute sono spessissimo causa. Il dramma della SARS-CoV2, causa del COVID-19, richiede lo studio su specie umana, e la sperimentazione direttamente sull’uomo. In ambiti scientifici human based, dove si studiano le funzioni degli organi on chips, dove si riproducono organi e tessuti su stampanti 3D, le pagine della arcaica ricerca si muovono sulle note della sperimentazione animale, sul pensare a come produrre il nuovo vaccino dell’era attuale, vaccino si ma non proveniente da studi sull’animale, piuttosto e soltanto da studi sull’uomo. Aggiungo, infine, nel rispetto di tutti gli esseri senzienti, altresì’, immorale, oltre che irresponsabile fare delle dichiarazioni alimentando solo ed esclusivamente ulteriori allarmismi inducendo confusione presso l’opinione pubblica che non essendo addetta ai lavori, penserà bene di sbarazzarsi dei propri animali domestici causando altre forme di isteria di un popolo che versa ormai nel totale sbaraglio frutto di un potenziale caos irrazionale. Preciso che la mia volontà’ cosi’ come quella di tanti altri miei colleghi vuole essere quella di fare chiarezza sugli aspetti scientifici nell’interesse soprattutto della popolazione, oltre che degli animali tutti.
Antonino Mario D’Agostino

→ Fonte L’Ora


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Animali e coronavirus: il vademecum di LEAL

Animali e coronavirus: il vademecum di LEAL

L’attuale emergenza sanitaria sta cambiando i nostri comportamenti e i nostri rapporti con gli animali, sia domestici che selvatici o randagi.
LEAL ha approntato un vademecum, che verrà costantemente aggiornato con le disposizioni normative, invitandovi a verificare e rispettare Ordinanze Regionali o Comunali più restrittive al link della → Protezione Civile. Per ulteriori informazioni più generali vi invitiamo a documentarvi attraverso i canali ufficiali del → Ministero della Salute.
Per emergenze gli uffici di LEAL Nazionale sono operativi al numero della sede nazionale al numero 02 29401323.
1. Gli animali domestici non si ammalano né trasmettono il Covid19 come affermano il → Ministero della Salute e la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani → FNOVI.
2. Rispettare le disposizioni normative: no assembramenti, tenere distanza interpersonale di almeno un metro, lavarsi spesso le mani, indossare mascherina e guanti, uscire solo se strettamente necessario.
3. Avere con sé l’autocertificazione (puoi scaricarla → a questo link) e un documento di identità. Per chi non avesse a disposizione una stampante, può anche trascriverne a mano il contenuto. In ogni caso le Forze di Polizia, i Carabinieri ecc. dovrebbero averne una copia da compilare al momento.
4. Le regolari uscite del cane in quanto stato di necessità devono rispettare la disposizione che prevede una distanza massima dall’abitazione di 200 metri. Nelle aree cani bisogna mantenere la distanza di un metro tra le persone. Verificare che l’area non sia stata chiusa da Ordinanza Comunale.
5. Volontari e tutor possono accudire colonie di animali randagi come previsto dal Decreto del Ministero della Salute 12 marzo 2020 dotandosi di una autocertificazione e atti giustificativi quali nomina di delegata/o, volontario di associazione, riconoscimento colonia del Comune. Nel caso di colonia ancora non riconosciuta produrre la domanda di riconoscimento se in corso o materiale utile a provarne l’esistenza (foto o altra documentazione). L’accudimento e la cura delle colonie feline e dei gatti in stato di libertà sono garantite dalla Legge 281/91, come si evince dal DPCM del 22 marzo 2020 che richiama l’ordinanza del Ministero della Salute del 2 marzo 2020 da cui si ricava la legittimità di provvedere alla cura e somministrazione di acqua e cibo agli animali per tutelare la loro sussistenza.
6. Ci si può recare presso strutture gestite da volontari per “accudimento e gestione degli animali presenti nelle strutture zootecniche registrate/autorizzate dal servizio veterinario ivi compresi canili, gattili” (Decreto Ministero Salute 12 marzo 2020). In ogni caso attenersi a quanto stabilito dai gestori della struttura stessa.
7. Si può portare il proprio animale dal medico veterinario in caso di urgenza o terapia. In questi casi è necessaria l’autodichiarazione che sarà poi accompagnata da una dichiarazione del veterinario. Si ricorda che “Gli spostamenti relativi alla cura degli animali di affezione rientrano nell’ambito della deroga relativa ai motivi di salute in quanto sono da estendersi anche alla sanità animale, in conformità delle disposizioni previste dai DPCM”
(aggiornamento nota 2 marzo 2020 Ministero della Salute a questo link).
Invitiamo tutti a rispettare le restrizioni indicate con senso di responsabilità e della collettività a massima tutela del nostro prossimo. Ricordiamo che in questi momenti i nostri amici animali domestici hanno maggiormente bisogno di protezione e aiuto così come le volontarie, che con sempre più fatica e difficoltà economiche li accudiscono con molti sacrifici e privazioni.


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