Stop Vivisection: a Bruxelles per discutere la validità dei modelli animali

Stop Vivisection: a Bruxelles per discutere la validità dei modelli animali

L’iniziativa dei cittadini Stop Vivisection è entrata in una nuova fase che richiede massima attenzione e mobilitazione da parte di tutti coloro che hanno a cuore il superamento della sperimentazione animale.
In risposta a una delle richieste di Stop Vivisection (→ vedi il dossier presentato l’11 Maggio 2015 a Bruxelles), la Commissione Europea sta infatti organizzando per i giorni 6-7 dicembre 2016 una conferenza per discutere della validità dei modelli animali per la ricerca biomedica e tossicologica.
gabbia_scimmiaCome si evince dalla lettera inviata al Dott. Bjorn Hansen, Stop Vivisection chiede che sia una conferenza ai massimi livelli scientifici internazionali con relatori di entrambi i “campi” (a favore e contro la sperimentazione animale) e con la possibilità che il pubblico senta un vero e importante dibattito su questo tema cruciale. Sarà un evento unico. Una prima assoluta. Mai nessuna autorità europea, infatti, ha prima d’ora ammesso pubblicamente che sperimentare sugli animali sia una pratica la cui validità può essere messa in discussione. La grande battaglia di Stop Vivisection ha fatto breccia! L’attenzione e la mobilitazione dei cittadini dovranno essere corali, continuative, efficaci.
L’attesa è grande. Agli attivisti, ai politici e ai deputati interessati non solo al benessere degli animali ma alla salute di tutti i cittadini, chiediamo il massimo sostegno nel fare informazione e nel diffondere i documenti scientifici che attestano la non validità della sperimentazione animale. Le autorità di Bruxelles devono sapere che i cittadini sanno, guardano, controllano. Il dibattito di Dicembre dovrà essere un vero, grande dibattito con dati e argomentazioni esaustive. L’etica e la scienza del XXI secolo dovranno dare il meglio di sé. Mancano pochi mesi: che ciascuno dia il meglio che può…


A Bjorn Hansen
Commissione Europea: D-G Ambiente Direzione A –
Green Economy ENV.A.3 – Capo Unità Prodotti Chimici

Gentilissimo Dott. Bjorn Hansen,
grazie per il Suo messaggio datato 11 Marzo 2016 in merito a una Conferenza Scientifica che si terrà a Bruxelles il 6-7 ddicembre 2016 per discutere della validità dei modelli animali. Con sorpresa, tuttavia, notiamo che esso non sembra cogliere né le preoccupazioni né le aspettative di quanti hanno sottoscritto l’Iniziativa Europea Stop Vivisection (1.173.131 cittadini dei 28 paesi UE) così come sono state espresse in tutti gli incontri e in tutti i documenti da noi presentati alla Commissione Europea.

PREOCCUPAZIONI SCIENTIFICHE

Tanto per cominciare, e per dissipare la Sua preoccupazione che partecipando alla Conferenza noi si possa non essere del tutto “pronti a dibattere il tema da un punto di vista scientifico”, vorremmo far presente che:
– 5 dei 7 garanti del Comitato Ufficiale di Stop Vivisection sono scienziati.
– Tutte le proposte elencate nel nostro Dossier illustrano e argomentano questioni scientificamente fondate.
– Il sito → Stop Vivisection può essere consultato per i numerosi studi peer reviewed che mettono in discussione la validità degli esperimenti su animali da un punto di vista strettamente scientifico.

UN CRESCENTE CONSENSO SCIENTIFICO

Questi studi scientifici coprono diversi settori della ricerca medica e tossicologica: da quello delle neuroscienze e malattie neurodegenerative, fino alla farmacologia e al cancro; e sono a firma di illustri scienziati, medici, ricercatori. Alludiamo, per citarne solo alcuni, a: Aysha Akhtar, Neal Barnard, Samuel Constant, Ray Greek, Lawrence Hansen, Thomas Hartung, Anne Keogh, Andrew Knight, Marcel Leist, Susanna Penco, John Pippin, Azra Raza, Costanza Rovida, Adrian Stallwood, Ludovic Wisziewski e molti altri, i cui nomi saremo lieti di sottoporLe in concomitanza con la preparazione della Conferenza di dicembre.
Come è noto, ciascuno di questi illustri studiosi ha espresso nel suo specifico campo di intervento chiare preoccupazioni circa i limiti di una ricerca fondata sul modello animale. Noi riteniamo che per alimentare in modo appropriato questo dibattito scientifico di cruciale importanza, molti se non tutti loro debbano essere ascoltati alla Conferenza, insieme con oratori di diverso orientamento; e che nel corso dell’incontro sia indispensabile approfondire alcuni argomenti specifici di analoga portata (vedi nota).

UN DIALOGO REALMENTE SCIENTIFICO

L’inizio della sperimentazione animale moderna risale al 1865, quando il fisiologo francese Claude Bernard pubblicò L’Introduzione allo studio della Medicina Sperimentale. Oggi, 150 anni più tardi, cominciamo a toccare con mano quali drammatiche ricadute sull’ambiente e sulla salute pubblica comportino strategie sanitarie formulate sulla base delle ingannevoli informazioni estrapolate dai test animali. Se come leggiamo nella Sua lettera, “obiettivo della Conferenza è un autentico dialogo scientifico” (cosa che anche milioni di cittadini europei si augurano di tutto cuore); ebbene, esso deve potersi svolgere in modo appropriato, sotto gli occhi e a beneficio di tutti. Con ogni evidenza, non sarà possibile affrontare problemi di tale portata nei 30 minuti che il Suo scritto suggerisce.

LE 3 R SONO IN CONTRASTO CON LA SCIENZA FONDATA SU PROVE DI EVIDENZA

Escludiamo che un incontro (l’ennesimo) dedicato a enfatizzare le presunte conquiste delle 3 R sia una meta ambita da parte degli scienziati del settore. Il principio delle 3 R pertiene al settore dell’etica, non della scienza! Da quando è stato formulato, quasi 60 anni fa, il solo risultato visibile cui ci ha condotti la sua osservanza è un allarmante aumento del numero di animali utilizzati. C’è dunque un solo modo sicuro per centrare l’obiettivo enunciato nella Sua lettera (“sfruttare i progressi della scienza per sviluppare metodi senza animali scientificamente validi, e avanzare verso l’obiettivo di eliminare la sperimentazione animale”): rendere obbligatorio per legge l’utilizzo di tutti i metodi alternativi scientificamente convalidati e normativamente riconosciuti. Domanda: come intendete presentare e discutere questo argomento di cruciale importanza alla Conferenza?

UN EQUIVOCO

Poiché, come afferma la Sua lettera, la Conferenza è stata organizzata come “risposta a una delle richieste di Stop Vivisection”, non vi è dubbio che saremo felici di contribuire al suo successo in piena conformità con lo spirito dell’Iniziativa; e in piena conformità con le aspettative di milioni di cittadini dell’UE che da 4 anni ormai ci appoggiano attivamente. Non ci è chiaro, tuttavia, come pensiate di affrontare un argomento di tale portata chiedendo la nostra collaborazione e nel contempo avanzando proposte palesemente contraddittorie, tali da vanificare l’assunto di base.
Come dobbiamo interpretare, infatti, le vostre richieste di:
partecipare all’’incontro con “uno o due” oratori, ciascuno dei quali potrà parlare non più di 15 minuti (ma davvero?);
circoscrivere l’argomento sollevato dall’Iniziativa Stop Vivisection a una sola sessione della Conferenza;
E come dobbiamo interpretare il fatto che:
non spendiate una sola parola circa la portata e l’insieme delle richieste dell’Iniziativa dei cittadini Stop Vivisection?
non ci comunichiate alcun dettaglio circa i possibili partecipanti e la possibile scaletta dell’incontro?

Abbiamo in comune una serie di preziosi obiettivi: la verità, la democrazia partecipativa, il dialogo tra i cittadini e le istituzioni dell’Unione Europea. Tutte cose determinanti (e ufficialmente celebrate in ogni occasione) per il varo dello strumento delle Iniziative dei cittadini europei. Se, come ci pare di capire, la richiesta di Stop Vivisection (pagina 5, punto 3 del Dossier) è stata fraintesa, siamo certi che nello spirito del dialogo e della democrazia partecipativa questo malinteso potrà essere sanato in modo rapido e soddisfacente.

Con i più distinti saluti
Mr. André Ménache, Mr. Gianni Tamino
rappresentanti della ICE Stop Vivisection

NOTA

Poiché, come leggiamo nel Suo messaggio, l’obiettivo per il quale state lavorando è una Conferenza basata su un programma prettamente scientifico e improntata alla massima equità, cogliamo l’occasione per segnalarvi alcuni temi cruciali che riteniamo indispensabile affrontare:
Carenza e necessità di adeguati strumenti legali per rendere obbligatorio l’utilizzo dei metodi sostitutivi convalidati e riconosciuti a livello regolatorio: in che modo possiamo colmare rapidamente questa lacuna?
Finanziamento delle metodologie non-animali. Deve essere velocemente colmata la sperequazione esistente tra i finanziamenti che affluiscono sulla ricerca fondata su animali e quella indirizzata allo sviluppo di metodologie alternative non-animali. Dai dati in nostro possesso, si può stimare che il 98% degli stanziamenti per la ricerca biomedica vanno alla sperimentazione animale; e solo il rimanente 2% allo sviluppo di metodi sostitutivi. Questo dato è inaccettabile.
Convalida dei metodi alternativi non-animali. L’attuale processo di convalida dei metodi alternativi è straordinariamente lungo (non meno di 7 anni) e inefficiente. Considerando la velocità alla quale si sviluppano le nuove metodologie, c’è il fondato rischio che una volta convalidato, qualsiasi metodo risulti superato. Dalla sua nascita, nel 1992, EURL ECVAM non è riuscito a convalidare più di 40 alternative (meno di 2 all’anno), la maggioranza delle quali pertengono al campo della “Riduzione” e del “Perfezionamento” e non a quello della “Sostituzione”. Inoltre: la convalida non può avvenire avendo quale punto di riferimento (gold standard) i dati ricavati dalla sperimentazione animale, una metodologia che non è MAI stata convalidata.
La composizione dei comitati etici che vigilano sulla sperimentazione animale. Molti di questi comitati etici (Opba/Organismi per il Benessere Animale) non comprendono rappresentanti pubblici né figure di esperti nel campo dei metodi alternativi, con ulteriori gravi danni per la credibilità e la trasparenza.
Last but not least, il termine “alternativa” è fonte di grande confusione. Per gli sperimentatori animali, “alternativa” comprende infatti l’insieme delle 3R (Reduce/Riduzione, Refine/Perfezionamento, Replace/Sostituzione), mentre il pubblico ritiene che “alternativa” significhi sostituzione totale. Anche all’interno della comunità dei ricercatori, vi è mancanza di consenso sulla natura e il significato di “sostituzione relativa” vs “sostituzione assoluta”. Riteniamo necessario affrontare e risolvere compiutamente questo punto nei mesi e anni a venire.

Brocca_ritratto
Vanna Brocca, giornalista
(estratto da → AV La voce dei senza voce n. 102, estate 2016)

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cover_Voce_102È online l’ultimo numero della nostra rivista “La voce dei senza voce” n. 102 estate 2016, nella nuova veste grafica curata da Franco Gaffuri Agenzia di Comunicazione e la direzione di Stefano Bianchi. In questo numero i contributi di: Gianmarco Prampolini, Vanna Brocca, Mariacristina Giussani, Bruna Monami, Susanna Penco.
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Stop Vivisection e sperimentazione animale. Tribale a chi?

Stop Vivisection e sperimentazione animale. Tribale a chi?

Proprio non va giù alla senatrice Elena Cattaneo che Francesca Balzani abbia scelto di battersi, quand’era eurodeputata, contro una pessima legge sulla sperimentazione animale. Non le va giù, e scrive indignata su La Repubblica: “Questo non è più un paese per scienziati se un candidato a Sindaco di Milano (e attuale vice) si vanta per aver sostenuto la battaglia contro la ‘famosa direttiva europea sulla vivisezione’”. Stando alla senatrice Cattaneo: “Senza la sperimentazione animale, la medicina sarebbe a uno stadio tribale”. Prontissimo il comunicato di risposta di Stop Vivisection, che di quella battaglia è stata la punta di diamante: secondo l’iniziativa dei cittadini Stop Vivisection, che ha raccolto più di 1.173.131 firme nei 28 Paesi europei proprio per segnalare di quante aberrazioni scientifiche e procedurali sia costellata la Direttiva 2010/63/UE, i laboratori della sperimentazione medica lavorano all’ombra di una legge “fondata su troppe certezze, innumerevoli interessi costituiti, moltissima ipocrisia, pochissima scienza e nessuna trasparenza”.
Stop Vivisection non chiede la fine della ricerca medica e tossicologica. Tutt’al contrario, chiede che si accendano i riflettori e che finalmente si discuta in modo aperto, ai massimi livelli internazionali in una conferenza indetta dalla Commissione Europea, della ricerca che la senatrice difende: “fondata su metodologie arcaiche (la sperimentazione animale), mai convalidata scientificamente (sì, leggete bene: mai nessuno studio scientifico ha potuto convalidarne i presupposti e gli esiti)”, e da questo punto di vista, quindi, “platealmente tribale”. Vista la posta in gioco (la nostra salute e quella del Pianeta) più che utile o interessante, sarebbe doveroso che “sostenitori della sperimentazione animale e sostenitori della necessità di voltar pagina adottando e sviluppando metodi sostitutivi, potessero mettere a confronto alla presenza del pubblico dati, statistiche, argomenti, prospettive”. Una richiesta assurda? Non proprio, se è vero che pochi mesi fa anche 47 deputati del Parlamento di Sua Maestà, a Londra, hanno chiesto a gran voce la stessa cosa: che sia promosso nel Regno Unito un grande dibattito pubblico, “properly moderated” (moderato in modo acconcio) sulla scientificità o meno della sperimentazione animale.
Cobayes_frameInsomma, c’è chi vuol discutere e confrontare, e chi preferisce di no. Ma l’argomento è caldissimo e rischia da un momento all’altro di far saltare il coperchio che con tanta cura viene tenuto calcato. Volete sapere che cosa bolle in pentola? Date un’occhiata all’inchiesta della tv francese (Premieres Lignes/Canal+) andata di recente in onda. In “Cobayes bye, bye?” (questo il titolo del servizio di Aude Favre) si sentono e si vedono cose molto bizzarre: per esempio, si vede e si sente il responsabile scientifico di L’Oréal mentre afferma che malgrado una legge europea del 2013 ordini il contrario, tutti i cosmetici di questa terra contengono sostanze testate sugli animali (quindi magari anche quelli di L’Oréal-Body Shop); si vede e si sente Malcolm MacLeod, neurologo dell’Università di Edimburgo, mentre argomenta che almeno i 2/3 di tutti gli studi pubblicati in tutto il mondo sono fondati sul nulla (sì, avete letto bene: almeno i 2/3); si vede e si sente colei che dovrebbe promuovere i metodi alternativi all’interno della farmacopea europea mentre dice che i test sugli animali non sono poi così male… È un video di 50 minuti, ricco di eventi e dettagli straordinariamente importanti per tutti noi, qualunque cosa facciamo nella vita. Cose viste e cose mai viste, talvolta persino comiche e per fortuna senza immagini angoscianti. Ma se l’argomento vi interessa, fate presto. Già due volte il filmato è scomparso dal web. La terza potrebbe essere quella definitiva.

Brocca_ritratto
Vanna Brocca, giornalista
(estratto da → AV La voce dei senza voce n. 101, primavera 2016)

 → Leggi i nostri ultimi articoli su Elena Cattaneo: 

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È online l’ultimo numero della nostra rivista “La voce dei senza voce” n. 101 primavera 2016, nella nuova veste grafica curata da Franco Gaffuri Agenzia di Comunicazione. In questo numero i contributi di: Gianmarco Prampolini, Stefano Bianchi, Vanna Brocca, Valeria Roni, Alessandra Schiavini, Bruna Monami, Luigi Mantovani, Peppo Delconte.
cover_Voce_101Sfoglia online “La voce dei senza voce” n. 101
Editoriale di Gianmarco Prampolini
presidente LEAL

NO ALLA STRAGE DEGLI INNOCENTI
A Pasqua, penso all’orrida e macabra strage degli agnelli. Recandomi a Roma in treno, osservavo dal finestrino l’aumentare delle greggi: macchie bianche che come piumini si muovevano al vento. Tutte vicine, quasi a presagire il loro triste destino. All’Università La Sapienza, ho partecipato a un convegno sui metodi alternativi che avrebbe dovuto avvicinare il mondo scientifico a favore della sperimentazione animale a quello degli antivivisezionisti, sempre più concreti nell’esporre con dati inconfutabili la sua inutilità. In sostanza, il nuovo contro il vecchio.
Ma torniamo agli agnelli, vittime sacrificali insieme a caprette, pecore e conigli. Il modo lo si trova sempre, pur di tingere di rosso sangue una tradizione pagana che non ha nulla di religioso.
Ho voluto parlarvi di tutto ciò poiché al convegno romano la farsa dei vivisettori (e di chi nonostante giustificate considerazioni con acute riflessioni ritiene ancora indispensabile il sacrificio degli animali) ha raggiunto il culmine quando questi signori hanno dichiarato di prendersi a cuore il loro benessere, spiegando che nei loro laboratori le scimmie sono talmente collaborative da porre il braccio fuori dalla gabbia per farsi prelevare il sangue. Per non dire di quei primati che socializzano coi medici; i quali, amorevolmente, danno loro della frutta. Insomma, un mondo dorato e felice. Se l’animale è a proprio agio, il test riuscirà al meglio. Poco importa se le scimmie verranno trapanate nel cervello per inserire elettrodi causando sofferenze d’ogni tipo: convulsioni, spasmi, vomito. E poco importa se verranno immobilizzate sulle sedie di contenzione a seconda dell’esperimento, per poi essere uccise dopo mesi di torture.
Per dovere di cronaca, si è parlato anche dell’aspetto legale: di nuove regole e cavilli che comunque danno sempre pieno potere ai ricercatori. Nessuna volontà di cambiamento. Quando da parte dei vivisettori sento parlare di benessere animale e ripenso a quegli agnellini vicino alle loro mamme, provo una gran rabbia nei confronti della razza umana e mi vergogno di farne parte. Non ci sarà mai un punto d’incontro con chi infligge violenza e soprusi a queste creature. La Pasqua è uno dei tanti pretesti per infierire ancora di più su di loro.
E non dobbiamo mai dimenticare che i mattatoi e i loro aguzzini lavorano sempre. Mattatoi + laboratori di ricerca = un vero “macello”.
Permettetemi infine un saluto al mio Tommy, che dopo 16 anni mi ha lasciato. Spero che adesso sia in un mondo migliore.

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Come fare carriera scegliendo il topo giusto

(testo di Vanna Brocca e Rebecca Bossi) “Dal cancro all’Alzheimer al morbo di Parkinson: tutte le più gravi e diffuse malattie dell’uomo aspettano che venga trovata una cura. Ma aspetteranno a lungo se l’uomo continuerà a cercare il rimedio miracolo sperimentando sugli animali…” Intervista a Claude Reiss.
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