Zungri è un piccolo centro vicino a Vibo Valentia in Calabria, dove il cane di quartiere Billy, eterno cucciolo che elemosinava attenzioni e coccole e in cerca di bocconi, è stato attirato dai mostri vicino al campo sportivo. Lì si è consumato il delitto: il 3 agosto, ad un anno dalla orrenda morte del cane Angelo, è stato impiccato, torturato, trafitto a morte.
Billy con la sua fiducia, simpatia, il suo pelo morbido e il suo essere di nessuno è morto, nel peggiore dei modi. Il delitto non ha per ora colpevoli e indiziati. Nessuno ha visto o sentito e non sappiamo se si stanno cercando i colpevoli.
Si ripete la storia di Angelo: la legge continua a considerare gli animali beni mobili (ovvero tanto quanto oggetti o spazzatura), qualcuno piange, altri si indignano, qualcuno augura la stessa morte agli assassini e ancora se ne scriverà a proposito e a sproposito.
Quello che rimane è il crimine che sale di livello, la violenza vigliacca, il sadismo, il godimento alla sofferenza atroce di un povero cane, l’omertà di chi tace e la nostra disumanità trasfigurata in una smorfia oscena e raccapricciante come “L’Urlo” di Munch. Poi l’art. 544-bis del codice penale: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni” rimarrà anche questa volta lì tanto per far vedere i muscoli atrofizzati di una legge inadeguata per gli animali.
Per questo Billy non sarà dimenticato e sarà tristemente ricordato nel prossimo “Rapporto Maltrattamento Animale in Italia 2017” patrocinato da LEAL e curato da Silvia Premoli con la collaborazione di Giovanna Rossi, che sarà consegnato al Parlamento per dare conto della quantità e crudeltà dei delitti perpetrati in Italia nei confronti degli animali di ogni specie. (leggi e scarica gratuitamente il pdf del “→ Rapporto Maltrattamento Animale in Italia 2016“).
LEAL chiede alle istituzioni che latitano ad affrontare il fenomeno randagismo di destinare fondi alle sterilizzazioni e a campagne di sensibilizzazione a partire dalle scuole dell’infanzia, per abbassare il numero dei cani vaganti e reclusi nei canili lager a conferma che spesso il randagismo non è una piaga ma un business per molti. La scusa è che le casse comunali sono vuote ma i fondi per finanziare processioni pagane, feste folcloristiche e popolari con animali o senza e sagre del maiale o comunque a base di cadaveri di animali si trovano sempre: sono consensi e voti, altro che proteggere gli animali. Panem et circenses: gli antichi romani avevano ragione.
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Certamente bisogna agire in modo da dissuadere chiunque a commettete tali tremendi crimini. Mi chiedo anche come mai nessuno degli abitanti si sia degnato di adottate questo cucciolo visto anche l’ambiente in cui vivono.
Grande Leal. Condivido pienamente il commento.