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I CONSIGLI DI LEAL: “AIUTO HO TROVATO UN UCCELLINO A TERRA E NON VOLA! COSA DEVO FARE?”

Ago 8, 2022 | LEAL informa

Manuela Regaglia

Manuela Regaglia responsabile LEAL della sezione Como, Lecco e Provincia è Guardia Venatoria volontaria ed esperta in salvataggio di volatili e piccoli animali e collabora con il Cras di Lecco. Per la sua sempre intensa attività, rivolta anche al soccorso di cani e gatti feriti o in difficoltà sul territorio, viene spesso consultata da volontari, attivisti e cittadini che hanno raccolto dei piccoli volatili in difficoltà ma non sanno a chi rivolgersi o come prestare un primo soccorso.
Infatti la prassi vuole la fauna selvatica, e in questo caso i volantili, sono feriti, sofferenti o presentano fratture alle ali o zampe ci si deve rivolgere al Centro Recupero Fauna Selvatica (CRAS) più vicino.

Manuela, tra le tante attività di soccorso attualmente ospita anche tre meravigliose tartarughe hermanni, microcippate, che le sono state consegnate in affido temporaneo dai Carabinieri Forestali.

Si trova, nonstante l’intensa attivià anche a dover crescere e imboccare anche pulli sani e vitali che in piena fase esperienziale, e sorvegliati a distanza dai genitori, sono stati purtroppo sottratti da umani inesperti alle cure parentali mentre si trovavano semplicemente a terra.

Per capire meglio riportiamo un paio di domande tipo che vengono rivolte a Manuela in qualità di esperta e anche i suoi suggerimenti.

HO TROVATO UN PICCOLO DI GUFO O CIVETTA! COSA FACCIO?

“Parliamo di Strigiformi: in particolare di CIVETTE.  Se vedete un pullo a terra al 99% dei casi NON È DA PRENDERE!  Per capire se i piccoli sono abbandonati è necessario attendere (facendo attenzione a non farsi scorgere dai genitori) dai 30 ai 60 minuti per gli uccelli diurni e un paio d’ore, a partire dal tramonto, per gli uccelli notturni. I pulli di uccello (esempio merli, civette, allocchi e altre specie) abbandonano spontaneamente il nido quando ancora non sanno volare bene e continuano ad essere nutriti a terra dai genitori. Nel particolare caso delle civette potreste trovarvi ad osservare mentre correrono sul terreno. Se non sono ferite, affette da malformazioni o in situazioni di evidente pericolo (senza alcuna soluzione) LASCIATELE DOVE SONO. Al nostro CRAS di Lecco, ad esempio, in una settimana ne sono arrivate 8 di cui solo 2 giustamente soccorse… per le altre è stato un indebito prelievo.  Avete qualche dubbio? Chiamate la competente Polizia Provinciale o i Carabinieri Forestali o più semplicemente il più vicino centro di recupero (CRAS) che trovate facilmente in rete. Per la provincia di Lecco, Monza-Brianza, Triangolo Lariano (CO)  0341 1910881″.

HO TROVATO UN PULLO MA NON RIESCO A DISTINGUERE LA SPECIE L’HO PRESO E ADESSO?

“Ecco il classico piccolo merlo, sceso dal nido senza saper volare, attende i genitori che immancabilmente lo imbeccano, lui sta lì… buono buono con il becchetto all’insù.  Passa l’umano, lo vede e lo prende pensando che sia orfano o perso. Fermi tutti! Lasciateli stare questi pulli di merlo, stanno iniziando il loro percorso di vita!  Al CRAS ne arrivano a frotte… il tempo che si deve dedicare all’imbecco di questi pulli in perfetta salute è tempo sottratto alla gestione di altra fauna, che ha bisogno di un reale aiuto.  Se sono feriti e molto emaciati va bene raccoglierli, se sono in una zona di traffico o possibile pericolo basta spostarli (fino a 100 metri la madre li ritrova). Pensate ai genitori: lo chiameranno insistentemente, senza alcun risultato. Se avete dubbi chiamate e chiedete. Evitiamo di commettere gesti che spesso portano a conclusioni nefaste (lo stress può essere fatale).


NON DOBBIAMO DIMENTICARE I PUNTI DI VISTA
Nel rispetto di ogni specie animale ricorda Manuela ci sono sempre 2 punti di vista: quello animalista e quello naturalista. Differiscono soprattutto sull’opportunità di salvare i pulli o nidiacei. Mi spiego: l’animalista si prodiga per salvare ad ogni costo e talvolta commette errori (in buona fede o per ignoranza sul da farsi) prendendo anche ciò che non dovrebbe prendere. Il naturalista vede le cose da un’altra prospettiva, ovvero: “Mors tua vitae mea (la tua morte è la mia vita)” nel senso che il predatore ha famiglia e deve alimentare i suoi piccoli. La piramide alimentare è crudele, ma è essenziale per la vita. Quindi uno agisce secondo coscienza. Spero di essermi spiegata.

Noi al CRAS cerchiamo di salvare sempre tutti gli animali che ci vengono affidati, è il nostro dovere, ma siamo consapevoli che l’animale salvato dal bravo cittadino che lo ha raccolto ha sicuramente tolto un boccone prezioso ad un’altra specie”.

AIUTA LEAL! CAUSALE: LEAL sezione Como e Lecco
Manuela Regaglia, tel. 348 5100441
leal_como.lecco@yahoo.com

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