Il riconoscimento dei diritti di ogni essere vivente parte dal diritto alla vita. Nel pieno rispetto di questa verità LEAL diffonde la scelta vegana come l’unica davvero sostenibile. Questa filosofia coerente e rigorosa è imprescindibile da uno stile di vita senza crudeltà nei confronti di animali e ambiente.
La raccomandazione di una conversazione al vegan in ogni momento in occasione delle festività, si contrappone con forza rispetto alle scelte alimentari e agli incitamenti di consumo da parte dei portatori di interesse che nascondono la brutalità, la sofferenza, l’agonia e la morte al fine di un ideale e sempre crescente aumento dei guadagni.
Ed ecco che Confagricultura e Coldiretti scendono in campo a gamba tesa e fazzoletto in mano ripetendo il mantra del mantenimento delle tradizioni e chiedendo di sostenere lo sporco mercato di animali allevati e uccisi per le festività pasquali. In previsione della ricorrenza viene abitualmente programmato un aumento di nascite di agnelli e capretti del 90% e le associazioni di categoria stimano che in Italia si allevino 2,8 milioni di ovini e 150mila di caprini. Cifre forse anche sottostimate visto che nel comunicato diffuso da Agensir si parla di 60 mila pastori (ovvero ALLEVATORI) da salvare. (*)
Inoltre Confagricoltura afferma cinicamente che “le vendite sono ferme ma la produzione continua, così come i costi. Gli animali non si possono fermare, vanno nutriti e continuano a fare latte, e questo porta ad un esubero di prodotti”.
“Gli animali morti non sono prodotti – sottolinea Gian Marco Prampolini presidente LEAL –. Come sempre e non solo in occasione della Pasqua o delle festività comandate raccomandiamo di rinunciare al consumo di carne e prodotti di origine e animale e ci auguriamo che il drastico calo dei consumi derivato da una necessaria conversione verso uno stile di vita vegano convinca tanti allevatori a riconvertire la propria attività nella coltivazione di prodotti ortofrutticoli biologici, ecosostenibili e biodinamici verso i quali esiste una domanda sempre in crescita. Cambiare si può e si deve, facciamo in modo che questa terribile contingenza porti ad una maggiore propensione al rispetto e a modificare il proprio stile di vita”.
(*)
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