Leal ha fatto accesso agli atti per ottenere informazioni dettagliate sull’operazione di uccisione dell’orso, avvenuta la notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre a Sporminore in Trentino a seguito dell’ordinanza di abbattimento firmata dal presidente Maurizio Fugatti. LEAL vuole esaminare le motivazioni e le circostanze che hanno portato alla decisione di abbattere l’orso, evidenziando la necessità di trasparenza nelle operazioni riguardanti la fauna selvatica e contestualmente ha denunciato il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti, per l’abbattimento dell’orso M91. La rimozione del giovane e pacifico orso la politica della provincia di Trento nei confronti degli orsi è vista come una risposta disinvolta e vendicativa a problemi complessi che richiederebbero invece una gestione equilibrata e scientifica. Le copiose critiche alle misure adottate da Fugatti suggeriscono che senza un cambiamento significativo nell’approccio alla coesistenza tra esseri umani e fauna selvatica, sia gli orsi che le comunità locali continueranno a soffrire le conseguenze delle attuali scelte.
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Questa notte M91 è stato abbattuto in Trentino la notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre, l’autorizzazione è stata firmata dal presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, e l’uccisione ha avuto luogo nel comune di Sporminore, come parte delle disposizioni della legge provinciale 9/2018. La condanna è stata eseguita a poche ore dal provvedimento senza dare la possibilità di impugnazione alle associazioni. La Provincia di Trento ha giustificato l’abbattimento sostenendo che M91 aveva mostrato comportamenti pericolosi, ma l’orso non ha mai mostrato aggressività. M91 era stato coinvolto in un incontro con un turista senza reagire in modo violento, nonostante le provocazioni. Le associazioni LEAL, LEIDAA e OIPA commentano: “Interverremo nelle opportune sedi giudiziarie per dimostrare l’illegittimità del decreto con conseguente danno alla fauna selvatica e uccisione di un animale (protetto) non necessitata”.
M91 era un giovane orso di circa due anni, monitorato attraverso tecnologie come il radiocollare. La decisione di abbatterlo è stata presa a dispetto delle necessità di preservare la fauna selvatica e nella fattispecie rappresenta l’ennesima sfida da parte della Provincia a chi con serietà e professionalità tutela animali e ambiente”.
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Cristiano Fant
Operatore esperto in Etologia Relazionale
Responsabile LEAL Fauna Selvatica
Prosegue senza sosta il massacro di orsi in Trentino in quella che è un’aperta guerra alla fauna selvatica, in barba alle norme europee che ne decretano la tutela. M91 è stato abbattuto, reo di aver seguito una persona e di essersi addentrato in aree urbane. Animalicidio in forma preventiva: così lo si può definire. Se questo deve essere il metro di misura della norma vigente, ogni selvatico dovrebbe essere ammazzato, pur senza un giustificato motivo. Non dimentichiamo che, solamente qualche mese fa, un capriolo ha attaccato due donne. Ma cosa ne abbiamo fatto della tanto vantata intelligenza del sapiens? A cosa servono la nostra tecnologia avanzata, la cultura, la formazione di personale atto a far si che si possano e debbano prevenire certi eventi se riduciamo tutto all’atto violento e ingiustificabile di ammazzare un essere vivente, reo soltanto di essere sé stesso? A cosa serve avere enti con personale che diffidiamo preparato (e sempre meno si dimostra tale) creati per una corretta convivenza ma sempre favorevoli all’uso della violenza per appianare ogni problema umano?
In fondo, chi ci governa e permette queste barbare pratiche di abbattimento non è migliore di chi nel corso dei secoli ha imposto il massacro di interi popoli, lo schiavismo dei propri simili, le violenze a danno dei più deboli, tutte pratiche che proseguono ancor oggi ma che, quando comminate da altri, ci appaiono spaventose mentre le accettiamo di buon grado quando siamo noi a metterle in pratica contro animali di specie diversa dalla nostra.
L’ennesimo atto di uccisione ingiustificata di un orso ci dà l’esatto senso della misura (se ancora ce ne fosse bisogno) di quanto dannosi siamo per il pianeta che pretendiamo di governare ma che stiamo velocemente portando al collasso con un comportamento che ci identifica come la specie più stupida e violenta della Terra. Punto il dito contro il mondo politico trentino e nazionale, contro chi spara perché sta “solo eseguendo gli ordini”, contro chi non si ribella a queste decisioni e azioni barbare, contro tutti noi perché in fondo, se questo sistema si rifugia nella violenza per risolvere ogni problema è perchè così lo abbiamo fatto tutti. Ora dobbiamo essere noi a cambiarlo.
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Un orso è stato trovato morto in Trentino, precisamente vicino a un frutteto nei pressi dei boschi di Cis, nella Provincia Autonoma di Trento. La scoperta è avvenuta nella mattinata del 30 settembre 2024 e la carcassa dell’animale, la cui morte pare risalire a qualche giorno prima è stata inviata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie per ulteriori analisi biologiche e chimiche.
Le cause della morte non sono visibili a un primo esame esterno, e saranno accertate tramite analisi di laboratorio.
Le autorità locali hanno dichiarato che la carcassa dell’orso, di cui non è stata fornita l’identificazione, è stata trasferita per indagini approfondite. Questo intervento mira a determinare le circostanze esatte che hanno portato alla morte dell’animale.
LEAL conferma preoccupazione riguardo alla sicurezza degli orsi e dei selvatici in una regione in cui per vizio umano le interazioni con i plantigradi non rispettano le regole della corretta convivenza e il bracconaggio la fa da padrone. LEAL rammenta le raccomandazioni degli esperti che ribadiscono l’importanza di rispettare gli habitat naturali e la necessità di porre la massima cautela durante le escursioni in aree frequentate dalla fauna selvatica.
LEAL seguirà da vicino l’andamento delle indagini dell’esame autoptico per conosce anche l’identità dell’orso trovato morto e conoscere le cause del decesso.
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LEAL ha aderito alla protesta per l’uccisione organizzata da Cadapa, Avi e No Mattatoio Milano in Piazza Dante a Trento domenica 4 agosto.
Il recente abbattimento dell’orsa KJ1 in Trentino segna un triste capitolo nella gestione della fauna selvatica e solleva interrogativi profondi sulla moralità delle decisioni assunte dal presidente della regione, Maurizio Fugatti. L’orsa KJ1, è stata abbattuta con la giustificazione di proteggere la sicurezza dei cittadini. Tuttavia, è evidente che la vera questione è la mancanza di strategie efficaci per la gestione della fauna selvatica che possano garantire la sicurezza senza ricorrere a misure così estreme e definitive. La decisione di Fugatti non solo ignora il valore ecologico degli orsi, ma dimostra anche una preoccupante incapacità di affrontare le sfide legate alla coesistenza tra uomo e natura.
Questa scelta immorale non può essere giustificata da un presunto bisogno di sicurezza. Al contrario, essa riflette una visione miope e reattiva, che non considera le soluzioni alternative, come l’educazione della popolazione, la creazione di spazi sicuri per gli animali e l’implementazione di misure di prevenzione efficaci. La vera responsabilità di un leader è quella di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze della comunità e la tutela dell’ambiente, cosa che fino ad oggi non ha fatto.
È fondamentale che i cittadini si uniscano per chiedere un cambiamento di rotta. Non possiamo permettere che la vita di creature magnifiche come gli orsi venga sacrificata sull’altare di una gestione inefficace, incapace e priva di visione. È tempo di alzare la voce contro le decisioni di chi, come Fugatti, sembra anteporre il profitto alla salvaguardia della nostra natura.
L’uccisione dell’orsa KJ1 é l’ennesimo atto feroce che commette Fugatti a discapito dei plantigradi.
Dobbiamo dire basta ed unirci, affinché simili atti non si ripetano mai più, affinché il Trentino possa diventare un esempio di convivenza armoniosa tra uomo e natura, piuttosto che un luogo in cui la vita animale viene spezzata dalla paura e dall’ignoranza.
Domenica 4 agosto ha visto la presenza di LEAL che con tanti altri cittadini.
Foto Bruno Stivicevic
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