LEAL PALERMO INFORMA: UNA FIACCOLATA PER RICORDARE IL CUCCIOLO JESUS E CHIEDERE GIUSTIZIA

LEAL PALERMO INFORMA: UNA FIACCOLATA PER RICORDARE IL CUCCIOLO JESUS E CHIEDERE GIUSTIZIA

Una fiaccolata per JESUS è stata organizzata a Palermo per SABATO 21 AGOSTO 2021 alle ore 21 in via delle Industrie Navali.

Jesus è il cucciolo di pitbull che è stato brutalmente ucciso a Palermo nel porticciolo turistico di Marina Villa Igiea all’Arenella. Il proprietario dopo averlo torturato con pesanti botte sulla testa lo ha brutalmente buttato in mare ad annegare, a sei metri di profondità. Il colpevole è stato individuato grazie alla collaborazione di testimoni e forze dell’ordine e LEAL Palermo sta sporgendo denuncia.

Giusi Terrazzino, responsabile LEAL Palermo precisa che la fiaccolata avverrà in maniera statica, nel rispetto delle vigenti normative anti-covid, con distanziamento sociale e mascherine.Invitiamo tutti oltre alla presenza, a portare un lumino o una candela o anche un cartellone, senza alcuna frase che possa incitare all’odio o alla violenza: il colpevole pagherà nelle sedi opportune.


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RESPIRARE CON IL RETTO: LEAL DENUNCIA UN CRUDELE ESPERIMENTO SU CAVIE MAIALI E TOPI

RESPIRARE CON IL RETTO: LEAL DENUNCIA UN CRUDELE ESPERIMENTO SU CAVIE MAIALI E TOPI

Un gruppo di ricercatori sta sperimentando su topi e maiali una nuova tecnica per la somministrazione di ossigeno per via anale.

Come si evince dalla descrizione dell’esperimento questi animali vengono portati ad una sofferenza estrema, sottoposti ad anestesie, clisteri e altri trattamenti terrificanti. E’ un imperativo pensare ed applicare la ricerca a metodi sostitutivi senza animali di cui in ambiti scientifici tanto si parla e molto poco si fa.

Takanori Takebe è un gastroenterologo, lavora a Tokyo e sta perfezionando una tecnica per somministrare ossigeno ai pazienti con problemi respiratori per una via poco convenzionale: il loro retto. La sperimentazione ha per ora interessato alcune cavie di laboratorio come topi e maiali, ma Takebe e colleghi ritengono che il loro sistema sia promettente e confidano di avviare i primi test sugli esseri umani entro un anno. Il sistema consentirebbe di aiutare i pazienti a respirare con metodi meno invasivi rispetto all’intubazione, molto impiegata negli ospedali di tutto il mondo nell’ultimo anno a causa della pandemia da coronavirus.

Lo studio è stato portato avanti presso l’Università di medicina e odontoiatria di Tokyo (Giappone) ed è stato da poco pubblicato sulla rivista scientifica Med, attirando curiosità e interesse da parte di vari ricercatori sia nel campo della gastroenterologia sia della pneumologia. Un articolo di commento pubblicato insieme alla ricerca, e scritto da un ricercatore che non ha partecipato alla sperimentazione, ha definito il nuovo approccio «teoricamente fattibile», anche se la tecnica deve essere ancora affinata e messa alla prova negli esseri umani.

I ricercatori si sono messi al lavoro cercando in natura esempi di animali che non assumono ossigeno solamente tramite la respirazione. Si sono quindi concentrati sui pesci e in particolare su alcune specie di cobiti, piccoli pesci d’acqua dolce che non utilizzano soltanto le branchie per incamerare ossigeno. In alcuni casi, questi animali raggiungono la superficie dell’acqua e ingeriscono un po’ di aria. Non avendo polmoni, questa finisce nel loro apparato digerente: nell’intestino le molecole di ossigeno vengono assorbite dalle cellule.

Altre specie di pesci fanno qualcosa di simile, soprattutto se vivono in acque affollate o poco pulite, dove l’ossigeno disciolto nell’acqua si rivela insufficiente per la loro sopravvivenza. Nel corso di milioni di anni di evoluzione, hanno sviluppato la capacità di affiorare brevemente sopra il pelo dell’acqua, ingoiare un po’ di aria e poi tornare sotto la superficie, lasciando al loro apparato digerente il compito di raccogliere l’ossigeno necessario per mantenersi in salute.

Attirati dalla possibilità di riprodurre questo processo anche nei mammiferi, i ricercatori hanno anestetizzato alcuni topi in un ambiente con una bassa concentrazione di ossigeno. Hanno poi impiegato un sistema per introdurre ossigeno nel retto di questi animali, ma senza ottenere grandi risultati. La procedura aiutava i topi a vivere più a lungo, ma per ottenere i risultati migliori era necessario effettuare un raschiamento delle pareti intestinali delle cavie, una pratica invasiva e difficile da riprodurre in sicurezza negli esseri umani.

I ricercatori hanno allora cambiato approccio, sperimentando la somministrazione rettale tramite un liquido ricco di ossigeno (perfluorocarburo). Clisteri con questa soluzione in topi e maiali anestetizzati e in condizioni di ipossia, quindi di grave carenza di ossigeno, hanno portato a un aumento dell’ossigenazione del sangue negli animali con evidenti segni di miglioramento. In breve tempo hanno ripreso a muoversi e nel caso dei maiali il colore della pelle è tornato roseo, rispetto al colore pallido e spento della fase di ipossia.

L’esigenza di trovare nuovi sistemi per fornire ossigeno a pazienti in condizioni molto gravi è comunque forte. Per questo Takebe e colleghi pensano che il loro sistema possa attirare l’interesse di altri centri di ricerca e possa portare in tempi relativamente rapidi a sperimentazioni sugli esseri umani. I primi test potrebbero essere avviati nel corso del prossimo anno, ma saranno prima necessarie altre verifiche per assicurarsi che la tecnica sia sicura e porti a benefici tali da renderla per lo meno complementare ai sistemi già impiegati negli ospedali.

fonte https://www.ilpost.it/2021/05/17/ossigeno-retto/

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CAUSALE: RICERCA SENZA ANIMALI

ANIMALISMO – LEAL A ROMA DAVANTI ALL’AMBASCIATA DI ALBANIA PER CHIEDERE DI FERMARE LA STRAGE DI RANDAGI

ANIMALISMO – LEAL A ROMA DAVANTI ALL’AMBASCIATA DI ALBANIA PER CHIEDERE DI FERMARE LA STRAGE DI RANDAGI

LEAL organizza giovedì 13 maggio dalle ore 11 alle ore 13 a Roma in via Asmara 5 all’ambasciata d’Albania per protestare sulle stragi di cani randagi della capitale e di altre città del Paese. Dalle denunce di attivisti e volontari albanesi si apprende che i cani sarebbero catturati con il pretesto di una campagna di sterilizzazione, condotti nella clinica veterinaria comunale, brutalmente eliminati con un’iniezione di acido cloridrico nel cuore e poi “smaltiti” nella discarica cittadina.

In Albania non ci sono canili o strutture pubbliche che si occupino di sterilizzare e dare un riparo agli animali.Evelina De Ritis, responsabile di LEAL sezione di Roma sottolinea: “Le uccisioni di cani randagi non sono soltanto crudeli ed eticamente inaccettabili, ma anche totalmente inadatte a risolvere l’emergenza randagismo”.


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strage cani randagi albania
ANIMALISMO – LEAL DEPOSITA LA DENUNCIA NEI CONFRONTI DELL’EDUCATORE MANGINI

ANIMALISMO – LEAL DEPOSITA LA DENUNCIA NEI CONFRONTI DELL’EDUCATORE MANGINI

Un video girato durante una seduta di addestramento inchioda alle sue responsabilità penali Claudio Mangini e LEAL ha depositato la denuncia.. Il Mangini, istruttore cinofilo e preparatore di cani per il cinema e la televisione durante la sessione è reo di avere sferrato un potente calcio nel costato ad un cane lupo cecoslovacco apparentemente in procinto di aggredire un cane “comparsa” che fa parte della lezione.

La denuncia di LEAL depositata dalla legale Aurora Loprete è articolata e sottolinea come nel video si assista ad un susseguirsi di violenza anche verbale oltre che fisica, e quasi a volte anche di scherno nel momento in cui il signor Mangini chiede al cane male, male? fa male?, elementi tipici e sufficienti a integrare non solo l’aggravante della crudeltà, insita nella norma, ma anche “le sevizie”, di cui all’art. 61 c.p. : “le sevizie consistono in un quid pluris per la concreta esecuzione del reato e si sostanziano in sofferenze non necessarie inflitte alla vittima, con lo specifico malvagio intento di vederla maggiormente soffrire, ed hanno quindi carattere essenzialmente oggettivo; la crudeltà concerne, il modo dell’azione direttamente rivolta alla realizzazione dell’evento-morte, e si caratterizza per il mezzo usato o per le modalità della condotta che di per sé in quanto volontari – ancorché non animati dal proposito di cagionare alla vittima sofferenze particolarmente dolorose – sono rivelatori di un’indole malvagia, priva del più elementare senso di umana pietà” (Cass. pen., Sez. 1, 12/03/1976, n. 8686, Cance, Rv. 134320).

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LEAL AMMESSA COME PARTE CIVILE AL PROCESSO DEL POLIZIOTTO CHE IL 12 LUGLIO 2O19 UCCISE IL CANE ROCKY A COLPI DI PISTOLA

LEAL AMMESSA COME PARTE CIVILE AL PROCESSO DEL POLIZIOTTO CHE IL 12 LUGLIO 2O19 UCCISE IL CANE ROCKY A COLPI DI PISTOLA

Si è tenuta il 13 aprile a Napoli l’udienza battimentale davanti al giudice monocratico del poliziotto che il 12 luglio 2019 uccise un giovane pitbull Rocky a colpi di arma da fuoco. LEAL con altre associazioni animalista aveva sporto denuncia nei confronti dell’agente per uccisione di animale, articolo 544 bis del codice penale.

Rocky fu ucciso a colpi di pistola in via Rosaroli a Napoli durante l’intervento delle delle forze dell’ordine riguardante il proprietario del cane che si trovava agli arresti domiciliari.Questa morte aveva suscitato indignazione e sollevato molte polemiche a causa della apparente gratuità del gesto. Esiste un video portato agli atti da un testimone che mostra il cucciolo che sceso in strada per seguire il proprietario ed agitato dal trambusto, dalle sirene delle auto e dalla folla di curiosi si avvicina ad un poliziotto in borghese mentre un collega in divisa gli spara volutamente ad una zampa. Nel mentre il cane sofferente e, come mostra il video, zoppicante per la ferita riportata si allontana passando tra due macchine il poliziotto senza motivo gli punta la pistola al torace e fa partire un altro proiettile.

Il cane nonostante la presenza di 5 volanti della polizia non viene soccorso immediatamente e una volontaria animalista si offre di portare il cane gravemente ferito da un veterinario ma le viene impedito e viene strattonata a terra da un agente. Solo dopo 15 minuti un agente porta il cane presso la Asl veterinaria di Frullone dove il cane decedeva a causa dell’emorragia. La storia di Rocky avrebbe potuto essere migliore e la sua morte ha suscitato nell’immediato e nei mesi successivi indignazione e partecipazione. Anche oggi è doloroso ricordare e rivedere nel video i suoi ultimi momenti di vita. Oggi un giudice deciderà se chi lo ha ucciso è colpevole o no, LEAL, ammessa al processo come parte civile, si aspetta giustizia, lui era solo un cane, poco più di un cucciolo. Al dibattimento in aula per LEAL la legale rappresentante Aurora Loprete.


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