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LEAL: “E SE GRAZIE A UN CHIP 3D SI ANDASSE VERSO LO STOP ALLA VIVISEZIONE?”

Grandi novità nel mondo della scienza, grazie al progresso tecnologico

Questo dispositivo, noto come “body-on-chip”, sostanzialmente imita la risposta del corpo umano ai farmaci, potenzialmente eliminando la necessità di test sugli animali. Il chip integra cinque componenti che replicano gli organi vitali umani; cuore, polmoni, reni, fegato e cervello. Questi componenti sono interconnessi da canali che simulano il sistema circolatorio umano. Attraverso questi canali, è possibile pompare i medicinali, permettendo agli scienziati di osservare in modo accurato come questi reagiscono in un ambiente che imita fedelmente il corpo umano. La tecnologia impiegata in questo processo è la tomografia a emissione di positroni (PET), che fornisce immagini 3D dettagliate dell’interno degli organi.

L’adozione di questa tecnologia potrebbe significare una riduzione drastica nell’uso di animali nei laboratori. Come sottolineato dal Dr. Adriana Tavares, supervisore del progetto. ollegare cinque organi su un singolo dispositivo fornisce una visione complessiva dell’impatto di un medicinale sull’intero corpo, qualcosa che i test tradizionali non possono offrire.

Oltre a ridurre la necessità di test sugli animali, il body-on-chip presenta numerosi altri vantaggi. La precisione dei risultati ottenuti con questo metodo è superiore, permettendo una valutazione più accurata dell’efficacia dei farmaci. Inoltre, il dispositivo apre la strada a una ricerca più mirata su malattie specifiche come il cancro e le malattie cardiovascolari.

L’innovazione rappresentata dal body-on-chip non è solo un passo avanti nel campo della ricerca medica, ma anche un esempio di come la scienza possa progredire in modo etico e sostenibile. Con la potenziale riduzione dei test sugli animali, questo sviluppo segna un momento cruciale verso pratiche di ricerca più umane e rispettose dell’ambiente.

Un chip stampato in 3D che mostra la reazione del corpo ai farmaci potrebbe eliminare la necessità di test sugli animali Esclusivo: un dispositivo con compartimenti che replicano gli organi principali potrebbe anche accelerare l’accesso dei pazienti a nuovi farmaci Gli scienziati hanno sviluppato un pionieristico dispositivo stampato in 3D che potrebbe accelerare l’accesso dei pazienti a nuovi farmaci ed eliminare la necessità di test sugli animali. Ogni anno in tutto il mondo migliaia di animali vengono utilizzati nelle fasi iniziali dello sviluppo di farmaci, ma molti farmaci testati sugli animali non mostrano alcun beneficio clinico. Ora i ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno progettato un rivoluzionario “body-on-chip” che imita perfettamente il modo in cui un medicinale scorre attraverso il corpo di un paziente. Il dispositivo di plastica consente agli scienziati di testare i farmaci per vedere come reagiscono i diversi organi senza la necessità di test su animali vivi. Il dispositivo inventato a Edimburgo è il primo del suo genere al mondo. Realizzati utilizzando una stampante 3D, i cinque scomparti del chip replicano il cuore, i polmoni, i reni, il fegato e il cervello umani. Sono collegati da canali che imitano il sistema circolatorio umano, attraverso i quali possono essere pompati nuovi farmaci. Il dispositivo di plastica utilizza la scansione con tomografia a emissione di positroni (PET) per produrre immagini 3D dettagliate che mostrano cosa sta succedendo all’interno dei minuscoli organi. “Le immagini PET sono ciò che ci consente di garantire che il flusso [di nuovi farmaci in fase di sperimentazione] sia uniforme”, ha affermato Liam Carr, l’inventore del dispositivo. La scansione PET prevede l’iniezione di piccole quantità di composti radioattivi nel chip per trasmettere segnali a una fotocamera estremamente sensibile, consentendo agli scienziati di valutare meglio l’effetto dei nuovi farmaci. Il chip stampato in 3D che mostra la reazione del corpo ai farmaci potrebbe eliminare la necessità di test sugli animali Esclusivo: un dispositivo con compartimenti che replicano gli organi principali potrebbe anche accelerare l’accesso dei pazienti a nuovi farmaci l’iniezione di piccole quantità di composti radioattivi nel chip per trasmettere segnali a una fotocamera estremamente sensibile, consentendo agli scienziati di valutare meglio l’effetto dei nuovi farmaci. “Questo dispositivo è il primo ad essere progettato specificamente per misurare la distribuzione del farmaco, con un flusso uniforme abbinato a compartimenti di organi sufficientemente grandi da campionare l’assorbimento del farmaco per la modellizzazione matematica. In sostanza, permettendoci di vedere dove va un nuovo farmaco nel corpo e per quanto tempo rimane lì, senza dover utilizzare un essere umano o un animale per testarlo”. Carr ha aggiunto: “La piattaforma è completamente flessibile e può essere uno strumento prezioso per indagare su varie malattie umane, come il cancro, le malattie cardiovascolari, le malattie neurodegenerative e le malattie immunitarie. “A causa di questa flessibilità, gli usi sono vincolati solo dalla disponibilità di questi modelli cellulari e dalle questioni scientifiche a cui possiamo pensare. “Ad esempio, potremmo avere un modello di malattia del fegato grasso nel dispositivo e usarlo per vedere come un fegato malato influisce su altri organi come il cuore, il cervello, i reni, ecc., e potremmo anche combinare più modelli di cellule malate per vedere come le malattie possono interferire tra loro”. Il supervisore di Carr, la dott.ssa Adriana Tavares, del Centro per le scienze cardiovascolari (CVS) di Edimburgo, ha affermato che collegare cinque organi insieme su un unico dispositivo aiuterebbe gli scienziati a studiare in modo efficace come un nuovo farmaco potrebbe influenzare l’intero corpo di un paziente. “Si tratta di un’area davvero importante della ricerca medica, poiché apprendiamo continuamente come le malattie tradizionalmente percepite come limitate a un organo o sistema possano avere effetti diversi su altri organi distanti o diversi sistemi interconnessi.

Fonte www.theguardian.com/science/2023/dec/27/3d-printed-chip-showing-bodys-reaction-to-drugs-could-end-need-for-animal-tests

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