28 Lug, 2024
Cristiano Fant
Operatore Esperto in Etologia Relazionale
Responsabile LEAL Fauna Selvatica
In Trentino dicono che ci siano troppi orsi e, a quanto si legge ultimamente sembrano tutti appostati lungo i sentieri in attesa dei passanti, meglio se turisti stranieri. Sembra quasi che il mondo politico del luogo si sia accordato con i plantigradi per generare panico e ricamarci sopra grazie al potente e spesso fantasioso lavoro dei mass media.
Alla luce degli ultimi accadimenti possiamo dire che facendo un rapido conto proporzionale, ci sono più attacchi di orsi in provincia di Trento che nelle regioni del Canada e degli USA messe insieme. Interessante. Ed è interessante anche notare che, mentre esperti di tutto il mondo raccontano di come si possa convivere con gli orsi, mentre anche il mondo scientifico italiano prende posizione con il divulgatore scientifico Mario Tozzi che dichiara pubblicamente (pensiero che condivido in toto) l’inadeguatezza di una classe dirigente che in 25 anni di progetto Life Ursus non è stata in grado (o non ha voluto? n.d.a.) di dare un’adeguata formazione alla popolazione e di fornire quanto necessario per facilitare la convivenza con il plantigrado (i bidoni anti-orso, per citare un esempio), mentre dall’altra parte del pianeta (Canada) ci spiegano chiaramente come sia possibile convivere con specie decisamente più aggressive e territoriali come Grizzly e Kodiak , la politica trentina vede nella mattanza l’unica strada per gestire il “problema orso”. Viene da chiedersi cosa pensasse la popolazione trentina quando, un quarto di secolo fa è stata interpellata per decidere se accettare o meno il reinserimento degli orsi sul territorio. Vien da chiedersi se la gente di montagna si può davvero ancora considerare tale perché chi vive tra i boschi, come il sottoscritto, sa bene che il rischio zero non esiste, nemmeno quando si esce per una semplice passeggiata. Ma dopotutto, il rischio zero non esiste in alcun ambito della vita.
Oggi si dice che gli orsi del Trentino sono troppi. Ma cosa significa troppi? Quando possiamo decisamente, con certezza dire che una specie è composta da troppi individui? Sicuramente il rischio di un aumento esponenziale di soggetti appartenenti alla stessa specie avviene quando in zona non ci sono predatori ed è quello che abbiamo visto accadere in diverse aree del pianeta dalle quali le specie apicali erano state sterminate dall’essere umano ma abbiamo anche visto i benefici effetti del ritorno dei carnivori (Yellowstone Park docet) E, a proposito di esseri umani, noi siamo sicuramente una specie che vanta un numero troppo elevato di individui; lo dicono i danni che facciamo ogni giorno al pianeta per sfamarci e soddisfare le nostre, spesso futili, esigenze.
Nel caso dell’orso è la natura a regolarne il numero come per ogni altra specie in cima alla piramide alimentare, proprio quella che ci hanno fatto conoscere sin alla scuola primaria (le elementari del mio tempo, ricordate?). Dobbiamo allora correggere chi dice che gli orsi sono troppi in Trentino e dire piuttosto che ad esse troppi siamo noi ma volendo cercare di mettere d’accordo tutti possiamo affermare che, tanti o pochi, andiamo in mezzo alla natura, che non è casa nostra bensì dell’orso e di molti altri animali, sprovveduti come dei fanciulli, senza avere la giusta cultura del sapersi muovere e del saper comunicare il nostro passaggio, senza fare un minimo di prevenzione, senza far controllare i sentieri (c’è gente pagata apposta). Perché è un dato di fatto che gli incidenti capitano quando noi andiamo a casa dell’orso e non viceversa.
Allora, se gli orsi non sono troppi perché ammazzarli? Le teorie si sprecano e vanno dall’incapacità di impegnarsi per capire come conviverci, alla mancanza di cultura del rispetto per la vita che porta ad uccidere con estrema facilità un essere senziente (tale è ogni animale, checché ne dica il ministro Lollobrigida); qualcuno ha postulato che il president Fugatti e i suoi collaboratori debbano muoversi così per soddisfare le richieste di alcune categorie che hanno votato la loro giunta e ora pretendono il sangue in cambio. Quello che è certo è che mentre esperti nazionali e non, la FNOVI (l’ordine dei veterinari italiani) e buona parte del mondo politico nonché tutto il mondo animalista ed ecologista prendono una posizione netta contro l’abbattimento, la giunta Fugatti è appoggiata solamente dall’ISPRA e dalle sue “mancate prese di posizione” e dal corpo forestale locale che dovrebbe, a quanto mi risulta tutelare la biodiversità e non eliminarla, soprattutto quando si tratta di una specie apicale, quindi fondamentale per il benessere del territorio, tutelata dalle norme europee e reimmessa dall’uomo. Ma sappiamo bene che “eseguire solo gli ordini” è una prassi già vista in passato. Animali confidenti, animali aggressivi… Sorrido amaramente ogni qualvolta sento usare queste parole dalla specie, la nostra, che più di ogni altra ha fatto della violenza spesso gratuita, uno stile di vita.
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27 Lug, 2024
La Provincia di Trento ha ricevuto il parere positivo da parte di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per l’abbattimento dell’orsa KJ1. Questo parere era obbligatorio secondo la legge 9 del 2018 sulla gestione dei grandi carnivori, anche se non è vincolante. ISPRA ha espresso parere favorevole all’abbattimento in quanto il comportamento di KJ1 nell’aggressione al turista francese rientra nella categoria 15 del Pacobace (Piano d’Azione interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno sulle Alpi centro-orientali), che prevede l’abbattimento per gli orsi che attaccano per difendere i propri cuccioli o perché provocati.
Gian Marco Prampolini, Presidente LEAL avvisa: “Come previsto con tutta probabilità la Provincia procederà con l’emissione del decreto provinciale per l’abbattimento di KJ1, considerata pericolosa, questo nonostante il Tar di Trento su istanza LEAL avesse sospeso in via cautelare l’ordinanza di abbattimento firmata dal presidente Fugatti, in attesa dell’udienza collegiale fissata per il 5 settembre. LEAL con LEIDAA ha chiesto e depositato nella giornata di ieri 26 luglio la richiesta di sequestro dell’animale. LEAL ha già depositato istanza accesso per avere parere Ispra. In considerazione dei tempi della Procura per accogliere la richiesta di sequestro con il parere positivo di ISPRA, la Provincia sembrerebbe intenzionata a procedere speditamente con l’abbattimento di KJ1, ritenuta responsabile dell’aggressione al runner francese. In questo caso si macchierebbe dell’ennesimo delitto legittimato dalla burocrazia nei confronti dell’ennesimo plantigrado che non ha saputo difendere e tutelare sul territorio.”
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26 Lug, 2024
Con istanza depositata in Procura a Trento dall’avvocato Aurora LoPrete, le associazioni di protezione animale Leal e Leidaa hanno chiesto il sequestro conservativo dell’orsa KJ1, di cui la Provincia autonoma, con tutta evidenza, sta preparando l’abbattimento, tramite decreto del presidente Maurizio Fugatti, di fatto eludendo il (temporaneo) divieto imposto dal Tribunale regionale di giustizia amministrativa. Si profila infatti il bis di quanto accaduto nel febbraio scorso con M90: firma del decreto e abbattimento in poche ore di un animale giù radiomarcato e quindi facilmente individuabile, senza neppure consentire un controllo di legalità sul provvedimento del presidente della PAT.
Le associazioni chiedono il sequestro conservativo “almeno fino alla data del 5 settembre 2024, fissata per la discussione in camera di consiglio dinanzi il Collegio del TRGA di Trento, nominando quale custode la medesima Provincia Autonoma di Trento per il tramite anche del Corpo Forestale Trentino”. La Provincia sarebbe dunque responsabile della vita e del benessere dell’orsa e dei suoi cuccioli anche in relazione a possibili atti di bracconaggio (non nuovi sul territorio). Il sequestro si rende necessario, argomentano Leal e Leidaa, per evitare che siano commessi due reati, puniti rispettivamente dagli articoli 544bis e 388 del codice penale: uccisione di animale senza necessità (si tratta peraltro di specie particolarmente protetta) e mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. “È invero pacifico – si legge nell’istanza – che le condotte sistematicamente poste in essere dalla Provincia autonoma di Trento siano tali, anche nel tempo, da mirare ad aggirare gli obblighi di legge e finanche il rispetto delle pronunce amministrative che, puntualmente, sono intervenute a cassare gli atti amministrativi adottati (cioè le due ordinanze “contingibili e urgenti” per l’abbattimento dell’orsa). Il che è esattamente quanto si avvia a verificarsi nel presente caso, tenendo conto che il presidente della Provincia mira fin troppo all’evidenza ad aggirare le ordinanze già rese di recente dal TRGA Trento con il chiaro meccanismo, ormai consolidato, di annullamento di precedenti ordinanze e riproposizione di nuovi, istantanei, ordini di abbattimento”.
“A maggior ragione dopo il radiomarcaggio, che consente di individuare la posizione dell’orsa in tempo reale – commenta l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente di Leidaa – l’abbattimento appare non necessario. Serve solo al presidente della Provincia per fini squisitamente politici. Ma il grilletto facile non ha nulla a che fare con la buona amministrazione, i problemi non si risolvono così”.
“Non è con atti di crudeltà – aggiunge Gianmarco Prampolini, presidente di Leal – che la Provincia può ritenere di garantire l’equilibrio tra uomo ed animale, ma servono maggiore sensibilità e una politica disancorata dagli interessi economici di una parte della popolazione trentina che manifesta intolleranza verso alcune specie animali”.
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23 Lug, 2024
Cristiano Fant
Operatore Esperto in Etologia
Responsabile LEAL Fauna Selvatica
La provincia di Trento sta diventando un mattatoio di orsi, si sta dimostrando un territorio che, anziché tutelare una specie protetta dalla legge e fondamentale per l’equilibrio della biodiversità sta drasticamente riducendo il numero di plantigradi presenti sul territorio, senza peraltro fare le opportune valutazioni inerenti le dinamiche che esistono dal punto di vista biologico e comportamentale degli orsi.
La prima domanda che sorge spontanea è: come mai tante “aggressioni” a danno dell’uomo in un territorio così piccolo? Innanzitutto definiamo il termine aggressione. Viene definito aggressione l’atto violento di una o più persone nei confronti di altre persone. Più generalmente si definisce aggressione l’atto compiuto con spirito di aggressività, di sopraffazione. Non vengono considerate aggressioni le azioni accidentali o non intenzionali. Fatte queste valutazioni, quando possiamo considerare aggressione un incidente tra uomo e orso? Decisamente quando l’orso attacca volontariamente l’uomo. Ma cosa può portare l’orso ad attaccare l’uomo? Quando l’orso è legittimato ad attaccare un uomo? Perché anche quest’ultima domanda deve essere posta essendo l’orso come ogni altro animale un essere senziente, in grado quindi di provare sentimenti, checché ne dicano politici e ministri vari; lo dice la scienza e non è tema di discussione.
Come ogni altro animale l’orso teme l’uomo e lo evita, quando e come può. Se non può farlo, adotta tecniche di dissuasione per allontanare l’essere umano: finti attacchi, alzarsi sulle zampe posteriori, rugli (versi) di vario tipo. Esistono centinaia di eventi nei quali l’orso ha spaventato l’uomo che lo aveva disturbato senza fargli del male. Per rispondere alla domanda, per comprendere come siano così tanti gli episodi di aggressione a danno dell’uomo dobbiamo anche valutare se sia elevato il numero di orsi presenti. In verità la domanda potrebbe tranquillamente finire nel dimenticatoio, non fosse per la sempre maggiore pressione antropica cui sottoponiamo il territorio. la natura compie, quando può godere di un proprio equilibrio, una propria selezione naturale che regola i soggetti presenti in un determinato habitat. Oggi questa regolazione è molto complessa da fare perché viene costantemente disturbata da un elemento che vanta una capacità distruttiva unica al mondo: l’essere umano. Il problema non riguarda solamente l’orso ma tutto l’ecosistema, tutta la biodiversità, floristica e faunistica. Ed il problema maggiore è dato dal fatto che proprio l’uomo, causa e male del pianeta, non vuole accettare (ben conoscendola) questa realtà.
L’orso diventa pericoloso per l’uomo quando diventa confidente e quindi problematico. Ma cosa significa? Nelle tante azioni di saccheggio compiute dai plantigradi per procurarsi il cibo, di rado vi sono scontri con l’uomo. l’orso arriva, si ciba e se ne va; spesso si allontana se viene disturbato da cani o dagli stessi uomini. Le cose cambiano quando una femmina si muove sul territorio con i cuccioli e qui dobbiamo fare subito una precisazione: l’orsa, essendo filopatrica si muove nel territorio dove è nata o nelle immediate vicinanze. Questo significa che, laddove gli enti di tutela dei boschi (guardie forestali, carabinieri, forestali, polizie provinciali, ecc. ) fanno il proprio dovere, la presenza del plantigrado è nota. È altresì noto che dove vi è presenza di orsi femmina la movimentazione nel territorio è da effettuarsi con le adeguate conoscenze evitando i periodi sensibili, soprattutto quelli notturni. Una madre ha il diritto di difendere i propri piccoli da qualsiasi minaccia incomba su di loro; ha il diritto di attaccare, di aggredire, finanche di uccidere. Questo diritto è tale per le madri di ogni specie perché l’amore per i propri cuccioli non fa distinzione. Così come un individuo ha il diritto di difender il proprio cibo mentre sta mangiando o di aumentare la propria aggressività nel caso in cui sia ferito, per proteggersi meglio. Questo vale per l’essere umano come per ogni altra specie sul pianeta.
Quello che sta accadendo in provincia di Trento, la cattura, l’uccisione, il ritrovamento casuale o meno di individui della specie, della cui morte non si hanno mai riscontri abbastanza chiari da soddisfare la popolazione è singolare. Non tanto nel confronto con altri Paesi che vantano una percentuale di abbattimenti spesso più alta ma perché la politica della provincia autonoma non è mai abbastanza chiara nel presentare questi eventi e perché le tante, troppe prese di posizioni decise e “poco umane” prese dalla politica trentina non aiutano a generare fiducia in essa né in quello che dice. È paradossale anche che Trento abbia deciso di abbattere un numero importante di individui, dopo aver inserito anni fa, il plantigrado sul territorio senza apportare le dovute forme di tutela dello stesso e della popolazione. L’alto numero di aggressioni (alcune delle quali poco chiare nelle dinamiche che le hanno provocate) dimostra come non vi sia una adeguata informazione consegnata alla popolazione e/o la popolazione stessa non sia stata adeguatamente diffidata dal muoversi nel territorio per evitare certi incontri. Sicuramente, visto il comportamento delle persone aggredite, manca una cultura di convivenza e la capacità di gestire l’evento con la tranquillità che permetta di affrontarlo nei modi dovuti, comportandosi in modo tale da non essere offesi dall’animale.
La percezione che viene consegnata alla popolazione italiana e non solo, è quella di una provincia autonoma che non ha saputo gestire un progetto importante come quello dell’inserimento dei plantigradi sul territorio e che, dopo essere stata finanziata ha abbandonato almeno in parte, la gestione della convivenza, preferendo passare all’abbattimento selettivo di soggetti tutelati dalla legge e fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema.
Va anche considerato che in montagna e nei boschi gli incidenti sono all’ordine del giorno e, guardando alle dinamiche che li causano, provocati per lo più dall’uomo e dalle proprie mancanze. Sono invece in numero molto ridotto quelli causati dagli animali selvatici.
La provincia di Trento deve comprendere che questo modo di operare sta danneggiando la qualità del territorio, il turismo e le attività commerciali che ci girano intorno e la vita stessa dei trentini, oggi tacciati di essere complici delle uccisioni degli orsi.
L’orso è un animale decisamente difficile da gestire, con il quale la convivenza obbliga a cambiare in parte il proprio modo di vivere, non c’è dubbio. La grande mole dell’animale ne fa un possibile pericolo e non sarà mai possibile ridurre a zero il rischio di danno in caso di incontro. Ma abbiamo centinaia di esempi di incontri senza che qualcuno abbia riportato danni e/o ferite ed il rischio zero non esiste in nessun ambito della nostra vita, nemmeno dentro casa.
Se la provincia di Trento intende continuare ad essere il mattatoio di orsi d’Italia dovrò affrontare l’opinione pubblica, sempre meno tollerante di fronte alla violenza e alla morte di esseri innocenti; dal canto suo la popolazione deve prendere sempre più coscienza del fatto che non possiamo sempre far pagare alle altre specie animali e vegetali le conseguenze delle nostre azioni perché si stanno già ripercuotendo su di noi.
Il mondo selvatico va tutelato perché con esso tuteliamo la nostra casa e ci garantiremo un futuro migliore di quello che ci hanno consegnato i nostri vecchi. L’orso appartiene al bosco, alla foresta; il bosco e la foresta appartengono all’orso e ad ogni altro essere che ci vive. L’essere umano è un ospite, spesso rumoroso, dannoso e quindi sgradito. Il nostro compito è quello di tutelare la biodiversità, nella maggior parte dei casi non facendo nulla perché la natura sa provvedere a sé stessa da sola. Ne avremo beneficio tutti.
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22 Lug, 2024
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha accolto il ricorso cautelare presentato da LEAL contro la seconda ordinanza di abbattimento dell’orsa KJ1, accusata di aver aggredito un turista francese nel Comune di Dro.
La seconda ordinanza firmata dal Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti è stata emessa a poche ore dalla decisione dello scorso 19 luglio del TAR che accolse il ricorso ante causam di LEAL ma è già stata bloccata dal pronunciamento odierno del Tar di Trento che a firma della Presidente Alessandra Farina accoglie l’istanza cautelare depositata da LEAL e dispone la sospensione del provvedimento impugnato nella parte in cui ordina l’abbattimento dell’esemplare KJ1, salva l’adozione delle misure alternative all’abbattimento e di tutte le misure destinate ad assicurare la tutela della pubblica incolumità, come indicate in motivazione, da assumere da parte dell’autorità preposta. È stata fissata per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 5 settembre 2024.
LEAL, esprime soddisfazione per il pronunciamento del TAR di rimandare a dopo l’estate la decisione: “In questa contingenza riteniamo importante tutelare anche solo passo passo la vita di una mamma orsa che non ha mai causato problemi in precedenza e salvaguardare i suoi piccoli da predatori e bracconieri. Come LEAL ci sentiamo la piena responsabilità di non lasciare nessun animale vittima di decisioni scellerate della Provincia”.
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