ATTENTI AL LUPO ROBOT! SARÀ IL DETERRENTE PER GLI ORSI TRENTINI? IL PARERE DEL RESPONSABILE LEAL FAUNA SELVATICA

ATTENTI AL LUPO ROBOT! SARÀ IL DETERRENTE PER GLI ORSI TRENTINI? IL PARERE DEL RESPONSABILE LEAL FAUNA SELVATICA

Cristiano Fant
Operatore esperto in Etologia Relazionale
Responsabile LEAL Fauna Selvatica

Arriva dal Giappone e sembra avere il sostegno di parte del mondo animalista la nuova invenzione per allontanare gli orsi dai territori antropizzati nel Trentino. Un robot a forma di lupo, con una pelle sintetica addosso, luci lampeggianti e persino un ululato che emette quando il plantigrado si avvicina. Di per sé l’idea sembra accontentare tutti e riceve persino il sostegno da parte di Michela Brambilla, deputata e presidente della LEIDAA, secondo la quale ogni innovazione è benvenuta. Io non sono per nulla d’accordo con questo pensiero perché ogni innovazione deve avere alla base il rispetto per ogni creatura, di qualsiasi specie sia. Tutelare gli animali significa anche comprenderli e per farlo bisognerebbe capire cosa ne pensano loro di questa invenzione. Per quanto mi concerne posso dire che non la trovo un’idea rispettosa del mondo selvatico per vari motivi. Innanzitutto gli animali che vivono liberi, essendo esseri senzienti, sono in grado di provare emozioni e di modificare il proprio comportamento sulla base delle esperienze, quindi anche di comprendere a breve e medio termine che il robot fa si luce e rumore, ma non si rende pericoloso inseguendoli. Inoltre bisogna chiedersi quale impatto produce il robot sulle altre specie presenti, non solo il risultato che avrà sul comportamento degli orsi. Come si comporteranno i lupi (quelli veri) sentendo degli ululati nel proprio territorio? E gli animali preda, che reazioni avranno di fronte a questo costoso giocattolo, che avrà ovviamente, oltre ad un costo iniziale, anche delle spese di manutenzione e gestione. E quando uno di questi strumenti si romperà e ci sarà una predazione, un attacco o un altro incidente, a chi daremo la colpa? Ancora all’orso o a chi non lo ha correttamente manutentato? Il problema è sempre lo stesso: agiamo sulla base delle nostre esigenze senza pensare alle altre specie, dimostrando la solita ignorante arroganza. Ad oggi esistono strumenti adeguati per tutelarsi dai grandi predatori ma non vengono usati per convenienza politica o per “mancanza di fondi” che invece sembrano non mancare mai per cose decisamente meno importanti. Peraltro, vivendo in un ambiente non del tutto antropizzato (per fortuna) gli incidenti vanno messi in conto e, come accettiamo la morte in montagna durante un’escursione o mentre si lavora nei boschi, dobbiamo imparare ad accettare anche quella dovuta all’interazione con un animale selvatico. Altrimenti tutta l’intelligenza e la cultura che vantiamo possiamo gettarle al vento.

Nella foto “Monster Wolf” creato dall’azienda giapponese Wolf Kamuy, specializzata in progettazione, sviluppo, produzione e vendita di dispositivi repellenti per la fauna selvatica con l’intento di trovare una modalità di convivenza tra i selvatici, soprattutto orsi e gli esseri umani.

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ERA M44 L’ORSO TROVATO MORTO IL 30 SETTEMBRE 2024. UN ALTRO ORSO UCCISO A TRADIMENTO SUL TERRITORIO TRENTINO

ERA M44 L’ORSO TROVATO MORTO IL 30 SETTEMBRE 2024. UN ALTRO ORSO UCCISO A TRADIMENTO SUL TERRITORIO TRENTINO

È stato identificato come M44, un esemplare di 7 anni e mezzo, è stato trovato morto il 30 settembre 2024. Il corpo dell’orso era in un frutteto vicino ai boschi di Cis, in Val di Non. La carcassa era schiacciata contro le reti del frutteto e la causa della morte non è stata immediatamente determinata, mentre le autorità forestali hanno inviato un’indagine. Si sospetta un possibile caso di bracconaggio, poiché il decesso potrebbe essere avvenuto alcuni giorni prima del ritrovamento. I resti di M44 sono stati inviati all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie per le analisi necessarie a stabilire la causa della morte. È noto che gli orsi possono essere aggressivi tra loro, ma M44 era un maschio adulto con capacità difensive adeguate. LEAL ricorda che anche MJ5, è stato trovato morto per una probabile fucilata proprio nella stessa zona lo scorso ottobre. Le stragi di orsi, legalizzate e non, in Trentino proseguono.

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UCCISO NELLA NOTTE L’ORSO M91. LEAL, LEIDA E OIPA: “VOGLIAMO GIUSTIZIA”

UCCISO NELLA NOTTE L’ORSO M91. LEAL, LEIDA E OIPA: “VOGLIAMO GIUSTIZIA”

Questa notte M91 è stato abbattuto in Trentino la notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre, l’autorizzazione è stata firmata dal presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, e l’uccisione ha avuto luogo nel comune di Sporminore, come parte delle disposizioni della legge provinciale 9/2018. La condanna è stata eseguita a poche ore dal provvedimento senza dare la possibilità di impugnazione alle associazioni. La Provincia di Trento ha giustificato l’abbattimento sostenendo che M91 aveva mostrato comportamenti pericolosi, ma l’orso non ha mai mostrato aggressività. M91 era stato coinvolto in un incontro con un turista senza reagire in modo violento, nonostante le provocazioni. Le associazioni LEAL, LEIDAA e OIPA commentano: “Interverremo nelle opportune sedi giudiziarie per dimostrare l’illegittimità del decreto con conseguente danno alla fauna selvatica e uccisione di un animale (protetto) non necessitata”.
M91 era un giovane orso di circa due anni, monitorato attraverso tecnologie come il radiocollare. La decisione di abbatterlo è stata presa a dispetto delle necessità di preservare la fauna selvatica e nella fattispecie rappresenta l’ennesima sfida da parte della Provincia a chi con serietà e professionalità tutela animali e ambiente”.

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LEAL CHIEDE LA VERITÀ. I CAMPIONI ANALIZZATI SUL FUNGAIOLO TRENTINO NON RIVELANO LA PRESENZA DI DNA DI ORSO!

LEAL CHIEDE LA VERITÀ. I CAMPIONI ANALIZZATI SUL FUNGAIOLO TRENTINO NON RIVELANO LA PRESENZA DI DNA DI ORSO!

La vicenda del fungaiolo aggredito da un orso in Trentino, avvenuta il 19 ottobre a Bleggio Superiore, sta assumendo contorni controversi. A un mese dall’incidente, le analisi effettuate dalla Fondazione Edmund Mach non hanno trovato tracce di DNA di orso sui reperti raccolti, inclusi i campioni prelevati dagli effetti personali dell’uomo. Inizialmente, il 33enne aveva raccontato di essere stato attaccato dall’animale mentre cercava funghi, riportando ferite lievi alla schiena e alle braccia.
Le indagini hanno rivelato che i campioni analizzati appartengono a esseri umani e a un cane, mentre non è stata confermata la presenza dell’orso e questo potrebbe portare a credere che l’aggressione non sia stata reale. Alessandro De Guelmi, veterinario esperto in plantigradi ha infatti spiegato ai media che in situazioni simili si era sempre riusciti a identificare geneticamente l’animale coinvolto.

LEAL ricorda che in seguito all’incidente, la Provincia autonoma di Trento aveva annunciato l’intenzione di abbattere l’orso ritenuto pericoloso. Tuttavia, il fungaiolo stesso ha espresso contrarietà a questa decisione, sostenendo che l’animale si era comportato in modo difensivo e non aggressivo. Mentre la vicenda si complica rimane il fatto che l’allarmismo iniziale ha fomentato maggiori paure ed odio nei confronti degli orsi da parte della popolazione.

LEAL evidenzia che fin dall’inizio l’incidente si presentava con molti punti interrogativi. Adesso è arrivato il momento di chiedere chiarimenti e accedere agli atti appena la procura li renderà disponibili.

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REFERENDUM VAL DI SOLE TRENTINO, ORSI E LUPI PERICOLOSI PER IL 98% DEI VOTANTI

REFERENDUM VAL DI SOLE TRENTINO, ORSI E LUPI PERICOLOSI PER IL 98% DEI VOTANTI

In Val di Sole, Trentino si è concluso domenica 27 ottobre il referendum ha rivelato che il 98,58% dei votanti considera orsi e lupi come animali pericolosi. Questa consultazione popolare locale ha avuto un titolo puramente consultiva ha mostrato come i cittadini abbiamo sviluppato una fobia nei confronti dei grandi carnivori nella regione
LEAL definisce la consultazione una “campagna d’odio” strumentalizzata dalla politica locale per giustificare abbattimenti di animali protetti che vanificano gli obiettivi di conservazione della specie e del rispetto della biodiversità e sottolinea che non modifica in alcun modo lo stutus di animali protetti.
LEAL da sempre sostiene che la vera soluzione ai conflitti uomo-fauna selvatica risieda nella promozione della coesistenza e nella prevenzione dei problemi, piuttosto che nell’abbattimento degli animali e che siano sempre da tenere in considerazione gli obiettivi di tutela e conservazione dei selvatici.

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